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Le 8 espressioni e frasi più antipatiche della lingua italiana

Scopri quali sono le espressioni e frasi più antipatiche che capita di ascoltare. Molte di esse provengono dal linguaggio giovanile e dal parlato

La lingua italiana è ricca di espressioni che vengono usate in diversi momenti: dalle occasioni formali come a lavoro a quelle più informali con amici a parenti. Spesso però ci capita di ascoltare, o peggio essere costretti a dire, frasi più antipatiche di altre ed espressioni fastidiose e di circostanza, molto spesso vuote di contenuto, che per convenzione sociale siamo abituati ad ascoltare (o peggio ancora dire).

Abbiamo quindi chiesto ai nostri lettori quali fossero le frasi ed espressioni italiane più antipatiche che capita di ascoltare.

Le 8 espressioni e frasi più antipatiche della lingua italiana

Dopo aver scoperto le parole e gli aggettivi più antipatici, scopriamo adesso le frasi ed espressioni che proprio non ci stanno simpatiche e fatichiamo a sentire.

Buona vita

Non è solo un singolo di Marco Mengoni: “buona vita” è un espressione tipica che, per molte persone, “emana astio più della parola astio”. Sicuramente si tratta di una formula ben augurante e siamo certi che chi la maggior parte delle persone che afferma tale espressione lo fa con le più nobili intenzioni; ma siamo altrettanto certi che, per molti, questa frase suona poco piacevole.

Piuttosto che

Il “piuttosto che” con valore disgiuntivo risulta essere tra le espressioni e frasi più antipatiche della nostra lingua. Come riportato su Treccani, “piuttosto che” si usa correttamente davanti a proposizioni avversative e comparative col significato di “anziché”, indicando così una preferenza accordata a un elemento rispetto a un altro. “Piuttosto che dire sciocchezze, rimani in silenzio” è un esempio.

Da qualche decennio si è diffuso l’uso di tale espressione con il significato disgiuntivo di o, oppure, a indicare un’alternativa equivalente. Tale uso improprio, favorito anche dai media e che ha avuto origine nel parlato del Nord Italia, a molti non sta molto a genio.

Ma anche no

Come fa notare l’Accademia della Crusca, la sequenza “ma anche no” è comune nella lingua italiana nel caso di precisazioni o rettifiche parziali, in cui l’avverbio no ha valore olofrastico, ovvero sostituisce un’intera frase. L’uso “antipatico” che se ne fa, soprattutto nel linguaggio giovanile, riguarda la sequenza isolata in risposta a proposte, inviti o eventualità non proprio allettanti, al posto di “neanche per sogno”.

Sempre la Crusca sottolinea come la congiunzione anche, spesso preceduta da ma, stia assumendo, parallelamente al suo significato standard, un valore ironico, soprattutto nella comunicazione informale, nella sua accezione di possibilità. Un’ironia che non tutti apprezzano, preferendo piuttosto una comunicazione diretta.

Alla bisogna

Tra le espressioni meno simpatiche della lingua italiana troviamo “alla bisogna”, una locuzione avverbiale il cui significato è parafrasabile con “eventualmente, se occorre, all’occorrenza, in caso di necessità”. In questo caso, probabilmente si preferisce utilizzare, e ascoltar,e formule meno arcaiche come “in caso di necessità”.

Chiedo per un amico/a

L’espressione “chiedo per un amico/a” è diventata un tormentone nato sui social e che si è diffuso anche nel linguaggio comune parlato. Solitamente utilizzata in occasioni imbarazzanti, tale frase torna utile quando si vuole evitare di chiedere delle informazioni spinose e scomode che riguardano la propria vita, ma che in realtà rivelano l’assoluto interesse della persona per quello specifico argomento. Anche a voi risulta antipatica tale espressione? Chiedo per un amico….

Tanta roba

Tra le parole ed espressioni meno simpatiche ecco un altro “frutto” del linguaggio giovanile. Si usa dire “tanta roba” per esprimere apprezzamento e/o entusiasmo per qualcosa, al posto di “bellissimo, ottimo, di alto livello”. Perché risulta antipatico dire”tanta roba”? Bhe, sicuramente i cultori della lingua italiana preferiscono manifestare il proprio apprezzamento utilizzando aggettivi classici e più diretti.

Assolutamente si/no

Assolutamente sì è una comune espressione della lingua italiana, nella quale l’avverbio “assolutamente” rafforza il significato dell’avverbio “sì” o “no”. Alcuni linguisti e altri cultori dell’italiano non sono d’accordo con tale utilizzo, in quanto risulta equivoco l’uso di “assolutamente” in funzione sostitutiva dell’affermazione o della negazione. Per molti l’abuso dell’avverbio è percepito da alcuni come spia della tendenza (consapevole o no) a un linguaggio inutilmente iperbolico e aggressivo.

Quello che è, quella che è, quelle che sono

Tra le espressioni più antipatiche della nostra lingua troviamo l’uso inutile di “quello che è” (“Ho letto quello che è un romanzo d’appendice”). Espressione tipica della lingua parlata, secondo Treccani esse viene usata per prendere tempo nel mentre si progetta il seguito di un discorso. Come i lettori che ce lo hanno segnalato, anche dalla Treccani invitano ad utilizzare “un eloquio più consapevole”, cercando di eliminare certe zeppe.

 

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