Capita spesso, per assonanza, di utilizzare due parole simili dando loro lo stesso significato. E’ questo il caso dei verbi “defaticare” e “defatigare” due parole utilizzate spesso in ambito sportivo sia nel linguaggio comune sia dai giornalisti: sono sinonimi o hanno significati diversi? Facciamo chiarezza e scopriamolo nel seguente articolo.
Defaticare
Come riportato sulla Treccani, il verbo defaticare si usa per indicare, nel linguaggio sportivo, la riduzione dell’affaticamento muscolare e della quantità di acido lattico formatosi nei muscoli in seguito a sforzi intensi e prolungati; nella forma riflessiva defaticarsi, praticare esercizi per smaltire l’affaticamento muscolare.
“Defaticare”, con la “c”, è composto con il prefisso sottrattivo o di allontanamento “de-” e il sostantivo “fatica” (‘che toglie, che allontana la fatica’). Si adopera soprattutto nel linguaggio sportivo nella forma riflessiva e significa “compiere determinati esercizi per togliere dai muscoli l’eccesso di acido lattico formatosi in seguito a sforzi prolungati”.
Il “defaticamento” (con la “c”) è, infatti, quella corsa di breve durata che l’atleta compie dopo uno sforzo intenso per eliminare l’acido lattico formatosi nei muscoli. Di conseguenza è “defaticante” (con la “c”) a togliere la fatica.
Defatigare
Sempre su Treccani troviamo l’origine etimologica della parola, la quale deriva dal latino defatigare, composto con il prefisso “de-” (che non ha valore sottrattivo) e fatigare che significa “affaticare”. Defatigare quindi significa “stancare, esaurire le capacità di resistenza di una persona”, “logorare”, “affaticare”.
Il participio presente “defatigante” è utilizzato anche come aggettivo per indicare qualcosa che affatica, che logora le forze.
Da notare l’esitenza dell’aggettivo “defatigatorio”, anch’esso originario dal latino defatigare. questo aggettivo si utilizza nel linguaggio giudiziario per indicare qualcosa che tende a protrarre una causa per stancare l’avversario. Esempi: incidente defatigatorio, procedura defatigatoria.
La presenza dei due verbi nel vocabolario italiano
Analizzando l’evoluzione e l’aggiornamento dei principali vocabolari italiani (in particolare Treccani e Gradit), la prima parola ad essere accolta in italiano è stata defatigare (XVIII sec.) con tutta la sua coniugazione. Da essa si è fatta una variante meno comune: defaticare, con lo stesso significato.
Nel 1965 è entrato in italiano, con uso tecnico-specialistico, il verbo pronominale intransitivo defaticarsi col significato di: compiere esercizi per l’eliminazione dell’acido lattico prodotto da un prolungato sforzo muscolare.
Nel 1970 è stato creato defaticamento e quindi defaticante. Oggi si usa defaticare in questo secondo significato e si viene perdendo il suo significato di variante di defatigare.
Negli ultimi anni, i vocabolari hanno dovuto prendere atto di questa evoluzione e aggiungere sotto la voce defaticare la nuova accezione di eliminare la fatica. Il Devoto-Oli del 1971 già registra defaticamento e defaticarsi con il solo significato di “compiere un esercizio fisico per liberarsi dalla fatica”. Defatigare è immediatamente dopo, con l’unico significato di “stancare” ed è considerato letterario.
L’errore da non commettere
Le cronache dei giornali, sportivi e no, scrivono spesso che “il giocatore è stato sottoposto a una cura defatigante per togliere la fatica dai muscoli”, vale a dire per eliminare l’eccesso di acido lattico formatosi in seguito a sforzi prolungati. Il termine corretto da usare, in questo caso, sarebbe defaticante con la “c”; una cura defaticante, nell’esempio sopra riportato, sarebbe la formula corretta per indicare una cura che “toglie la fatica”, “rilassante”.
Il corretto uso dei verbi
Leggendo quindi le definizioni dei due verbi e analizzandone l’origine etimologica, possiamo notare il fatto che occorre prestare molta attenzione all’uso corretto dei verbi in oggetto: “defaticare” non è una variante poco comune di “defatigare”, come riportano alcuni vocabolari. Sono due verbi a sé stanti, quasi omografi ma con significati diversi.
L’errore nell’uso è dettato anche da fatto che alcuni vocabolari indicano la parola defaticare come variante non comune e antiquata del verbo defatigare; ne è un esempio la voce defatigare nel IV volume del Grande dizionario della lingua italiana della Utet, creato da Salvatore Battaglia e diretto per anni da Giorgio Barberi Squarotti, celebre .critico letterario, poeta e italianista italiano.
Si potrebbe dire quindi, in senso lato, che “defatigare” sta per “procurare la fatica”; “defaticare”, invece, per allontanarla.