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Cosa significa “pogrom”, la parola usata da Putin nel suo ultimo discorso

Scopriamo il significato di "pogrom", termine usato dal presidente russo Vladimir Putin durante il suo ultimo discorso

“L’Occidente agisce con la Russia come pogrom con i pogrom”. Così il leader russo Vladimir Putin ha affermato nel corso dell’ultimo suo discorso, in riferimento alle sanzioni e all’atteggiamento dell’Unione Europea e degli Usa contro la Russia. Ma cosa significa il termine pogrom? Chi sono? A quali avvenimenti storici si fa riferimento? Esiste un legame tra questa parola e la guerra che si sta combattendo in Ucraina?

Significato di pogrom

Pogrom è un termine russo che significa “devastazione”, “demolire o distruggere con atti violenti”. Con esso vengono indicate le sommosse popolari verso minoranze religiose avvenute nel corso della storia, in particolare le sommosse antisemite. La connotazione storica del termine si riferisce alle violente aggressioni contro gli Ebrei da parte delle popolazioni locali, avvenute nell’Impero Russo e in altre parti del mondo.

Come riportato all’interno dell’Enciclopedia dell’Holocaust Memorial Museum, i pogrom erano spesso organizzati a livello locale, qualche volta con l’incoraggiamento delle stesse istituzioni e della polizia, contro la comunità ebraica. Al risentimento dovuto all’antisemitismo religioso si aggiungevano ragioni economiche, sociali e politiche. I partecipanti aggredivano gli ebrei in gruppo, li uccidevano e saccheggiavano poi le loro proprietà.

I riferimenti storici

Il termine era originalmente utilizzato per riferirsi agli attacchi, spesso con l’appoggio delle autorità, nei confronti della minoranza ebraica, e ai conseguenti massacri e saccheggi, durante il “periodo caldo” nella cosiddetta “zona di residenza” in Russia, nel quarantennio compreso tra il 1881 e il 1921. Dopo l’omicidio di Alessandro II da parte dei rivoltosi appartenenti alla Narodnaja volja il 13 marzo 1881, nella regione meridionale dell’Impero russo si diffuse una grande ondata di pogrom. Durante la rivoluzione del 1905-1907 in Russia di nuovo ci fu una forte ondata di pogrom, di cui i più violenti furono a Odessa e a Rostov. Nell’ottobre 1905 avvennero 690 pogrom in 102 centri abitati. Le vittime erano di varia provenienza etnica, ma perlopiù ebrei.

Nei massacri di ottobre 1905 furono uccisi oltre 800 ebrei; i danni materiali si possono valutare in oltre 70 milioni di rubli. A Odessa morirono oltre 400 ebrei, a Rostov oltre 150, decine morirono in altre città. Una serie di pogrom è avvenuta anche nel 1906, nel 1907 si attenuarono. Le stragi più massicce della storia della Russia avvennero durante la guerra civile russa. I pogrom in questo periodo erano stati fatti dai nazionalisti ucraini, da formazioni di “verdi” e dell’Armata Bianca (guardie bianche e da reparti dell’armata rossa). Secondo le fonti avvennero da 887 a 1500 pogrom. Morirono tra i 50 000 e i 200 000 ebrei. Circa 200 000 furono feriti e mutilati. Migliaia di donne furono violentate. Circa 50 000 donne rimasero vedove, circa 300 000 bambini rimasero orfani. Anche nella guerra civile russa susseguente alla rivoluzione bolscevica del 1917 furono attuati in Ucraina dai capi delle Armate bianche numerosi pogrom che causarono centinaia di migliaia di vittime.

 

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