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Cavallo di Frisia, origine e significato di uno dei simboli della guerra

Forse non tutti conoscono l'origine del Cavallo di Frisia, uno degli strumenti con cui le città ucraine cercano di difendersi dall'invasione dei soldati russi. Scopriamo l'origine del termine.

La cintura difensiva delle città ucraine che vediamo in questi giorni sono formati da sacchi di sabbia e dai cosiddetti cavalli di Frisia. Quest’ultimo consiste in un ostacolo difensivo costituito da un telaio portatile, a volte un semplice ceppo di legno, coperto con lunghi chiodi in ferro o legno, ed eventualmente filo spinato. Si tratta di un termine molto usato dai cronisti e corrispondenti dall’Ucraina che stanno raccontando gli scenari di guerra della città prese d’assalto dall’esercito russo. Forse non tutti conoscono l’origine di uno dei simboli della resistenza ucraina contro l’aggressione russa. Scopriamo insieme significato, storia e origine di questo strumento.

Cavallo di Frisia

Si legge sul sito Treccani che con il termine Cavalli di Frisia si intende il “cavalletto di legno intorno al quale è avvolto e fisso del filo di ferro spinato”.  I suoi primi utilizzi risalgono alla Prima Guerra Mondiale con lo scopo di chiudere i varchi dei reticolati e per sbarrare le strade e i passaggi. Lo scopo dei cavalli di Frisia era, originariamente, quello di fermare cariche di cavalleria, ma col tempo si sono rivelati efficaci anche contro la fanteria e nella difesa di capisaldi o piccole fortificazioni.

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L’origine del termine

Ma perché si chiama “Cavallo di Frisia”? Il nome proviene da un strumento simile, una trave prismatica attraversata in ogni senso da bastoni, talvolta con punta di ferro, che si dice usato per la prima volta nei Paesi Bassi della Frisia, in particolare dai difensori di Groninga assediata nel 1594, per rendere difficile l’approssimarsi della cavalleria spagnola. Per tale ragione i cavalli di Frisia sono chiamati in tedesco e nelle lingue scandinave “cavalieri spagnoli”. Un altro tipo di cavallo di Frisia, adoperato nel sec. XVIII, era formato di paletti incatenati tra di loro, alcuni dei quali portavano in cima dei puntali divergenti. Altri ancora ritengono che una prima forma di cavallo di Frisia fosse già in uso presso i romani, costituita da grandi triboli, ovvero chiodi a quattro punte. Teoria confermata dal ritrovamento di numerosi pali acuminati che suggeriscono una produzione in larga scala e la cui rastrematura della porzione centrale fa pensare a un’eventuale legatura di più elementi.

 

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