La lingua italiana è ricca di termini eleganti e parole belle sia da scrivere sia da pronunciare. Tuttavia, spesso queste parole vengono sostituite da neologismi o anglicismi, impoverendo dal punto di vista stilistico la bellezza della nostra lingua parlata: per questo è importante ricordare le particolari e belle parole della nostra lingua.
Si tratta di un processo inevitabile, frutto del continuo evolversi e adeguarsi di tutte le lingue, non solo l’italiano, agli usi, costumi e tendenze della comunicazione. Tuttavia, a volte è utile fermarsi e riflettere sulla bellezza del patrimonio linguistico italiano, per tentare di non perdere del tutto alcune belle parole della nostra altrettanto stupenda lingua italiana.
Lingua italiana: 14 belle parole che non usiamo più da recuperare
Di seguito, tratte da Tandem, vi proponiamo un elenco di belle parole della lingua italiana che vale la pena recuperare e riscoprire: ne gioverà la nostra proprietà di linguaggio e, in generale, la nostra amata lingua.
Ammaliare
Questa parola deriva dalla pratica di “esercitare una malìa”,ovvero affatturare, legare con arti magiche la volontà altrui. Utilizzato in senso figurato, questo termine viene usato per indicare l’arte di legare qualcuno alla propria volontà, come sinonimo di affascinare.
Apostrofare
Sapevate che non sono solo le parole ad essere “apostrofate”? E’ proprio così: dopo un litigio con parenti o amici, può capitare di apostrofare il proprio interlocutore. Apostrofare significa proprio questo: rimproverare qualcuno, rivolgere animatamente il discorso, con tono di rimprovero o con sdegno.
Cospicuo
Derivato dal latino conspicuus, a sua volta derivante da conspicĕre 2scorgere, guardare”, nel passivo “dar nell’occhio”, il termine cospicuo è usato per riferirsi a qualcosa di grandi dimensioni, specialmente in termini economici.
Bislacco
Ecco una parola “stravagante: il termine bislacco indica una persona stravagante, stramba, riferendosi sia alla persona sia alle sue manifestazioni.
Effimero
Ecco una parola dalla grande forza poetica, tale da ritrovarla spesso in alcune celebri poesie classiche. Il termine effimero deriva dal latino tardo ephemĕrus, dal greco ἐϕήμερος, composto di ἐπί «sopra» e ἡμέρα «giorno», e significa “di breve durata”. La si usa solitamente per descrivere un momento sfuggente che può terminare da un momento all’altro. “La felicità è effimera” o magari “un amore effimero” sono esempi di frasi poetiche in cui trovare questa elegante e bella parola.
Forbito
Questo termine significa “curato, raffinato, elegante” ed è spesso associato al modo di parlare di una persona; se in un discorso utilizzate alcune delle parole presenti in questo elenco, qualcuno potrebbe dire che state usando un linguaggio “forbito”, elegante e accurato.
Lapalissiano
Questo termine deriva dal nome del capitano francese Jacques de Chabannes signore de La Palice, con allusione ai versi, divenuti proverbiali, di un’ingenua strofetta cantata dai soldati dopo la sua morte per celebrarne la “vitalità” come combattente: Un quart d’heure avant sa mort Il était encore en vie «un quarto d’ora prima di morire era ancora in vita».
La parola ha come significato attuale quello di “ovvio, evidente”, riferita a una verità o un fatto talmente manifesti e naturali che sarebbe ridicolo enunciarli.
Luculliano
Ecco un’altra bella parola che trae origine da un personaggio storico: qui il riferimento è a Lucio Licinio Lucullo, uomo politico romano dell’ultima età repubblicana, soprattutto con allusione al suo fasto, che rimase proverbiale: la magnificenza dei conviti.
Un pasto “luculliano” indica letteralmente una “bella mangiata”, ovvero un pasto con porzioni molto abbondanti.
Marachella
Nell’uso comune di un tempo, questa parola sta ad indicare un’azione illecita, fatta con astuzia e tenuta nascosta, ma tale, comunque, da essere considerata perdonabile una volta scoperta.
Onirico
Questa parola indica tutto ciò che riguarda il sogno o i sogni, o che avviene, che si manifesta nel sogno. Il mondo onirico, infatti, non è altro che il mondo dei sogni, sebbene la parola si possa usare, in chiave poetica, per indicare un’atmosfera o un paesaggio suggestivo.
Pleonastico
Questa parola di origine greca sta a indicare qualcosa di inutile o superfluo: non si tratta quindi, di un’era preistorica come il suffisso della parola potrebbe suggerire…
Ramanzina
Siete mai stati rimproverati dai vostri genitori? Allora avete subito una bella ramanzina (magari dopo aver combinato qualche marachella…). La parola, come è facile intuire, deriva da “romanzo” e ne indica appunto l’intonazione morale ed educativa (proprio come accada all’interno di alcuni romanzi), che ha soprattutto lo scopo di far ravvedere.
Smargiasso
Avete mai fatto una “smargiassata”? Allora vuol dire che vi siete resi protagonisti di un gesto che va oltre le vostre reali capacità. Sinonimo di spaccone e fanfarone (altri termini che vale la pena recuperare), lo smargiasso e colui che si vanta di qualità che non ha e di poter fare cose di cui non è capace. Spesso gli smargiassi sono personaggi non cattivi, ma soltanto comici e buffi, dei fannulloni.
Sproloquio
Concludiamo l’elenco di belle parole con un termine che deriva dal latino “proloquium” che significa «esordio, introduzione». La parola sproloquio indica un discorso prolisso, enfatico e inconcludente, spesso senza né capo né coda.
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