Avete mai sentito l’espressione “Avere la scimmia sulla spalla”? Se no, non vi sentite in colpa: si tratta di un modo di dire non così diffuso e che, come capita spesso per la nostra amata lingua italiana, si è nel tempo modificato assumendo altre forme, ma sempre mantenendo il significato di partenza. Scopriamo significato e origine di questo modo di dire “animalesco”.
Cosa significa “avere la scimmia sulla spalla”
Questo modo di dire, probabilmente poco conosciuto e dal sapore popolare, quando “nacque” si riferiva alle persone ubriache o, comunque, dedite all’alcol. Oggi, la locuzione ha subìto un’evoluzione semantica passando a indicare coloro che sono sotto l’effetto degli stupefacenti tanto è vero che, attualmente, nel gergo degli addetti ai lavori si adopera per indicare una grave crisi di astinenza. Attualmente, viene spesso utilizzata per estensione anche per passioni di vario tipo, non necessariamente dannose o pericolose. L’espressione si è così “evoluta”, diventando “avere la scimmia per… (qualcosa)”.
Questa espressione, nata per indicare una dipendenza, in origine per l’alcool, poi per gli stupefacenti è poi stata spesso utilizzata per estensione anche per passioni di vario tipo, non necessariamente dannose o pericolose. In questo caso l’espressione diventa Ho la scimmia per (qualcosa).
L’origine del modo di dire
Ma che cosa c’entra la scimmia? È presto detto. Nella letteratura popolare la scimmia è molto spesso associata all’idea di qualcosa di orrendo
e di pericoloso e, quindi, a qualcosa che fa perdere il controllo di sé stessi, in particolare nel caso dell’alcolismo, un tempo considerato il peggiore e il più vergognoso dei vizi.
La fantasia popolare vedeva, pertanto, l’alcolizzato come vittima di una scimmia che gli stava appollaiata sulle spalle e lo invitava, pressata dal proprio bisogno, a bere. Se l’“ospite” declinava l’invito l’animale subito si vendicava facendolo star male, graffiandogli il viso e tirandogli i capelli.
La vendetta della scimmia, oggi, si potrebbe “identificare”, per l’appunto, nel gravissimo disagio di colui che si trova in crisi di astinenza. Il modo di dire viene usato anche con l’accezione di indicare il brutto umore di una persona o il forte desiderio di fare una cosa, di comprarla.
L’altro modo di dire con una scimmia protagonista
Ma quello appena analizzato non è l’unico modo di dire con questo simpatico animale protagonista: esiste infatti un’espressione di origine dialettale, soprattutto milanese e romanesco, molto diffusa e che vale la pena analizzare. Ci riferiamo al modo di dire “far ballare la scimmia”, un detto che significa perdere tempo con cose inutili. L’espressione viene anche usata per indicare che si sta imitando qualcuno per scherzo.
Inoltre, esistono varianti dialettali che mantengono lo stesso senso, come “non siamo qui a far ballare la scimmia con la cordicella e l’organetto”. Espressione che ci fa venire in mente un altro modo di dire piuttosto simile: “non siamo qui a pettinare le bambole”.
Il libro sulle espressioni idiomatiche
“Avere la scimmia sulla spalla” e altre espressioni poco usate ma che vale la pena riscoprire sono protagoniste all’interno del libro “Perché diciamo così” (Newton Compton), opera scritta dal fondatore di Libreriamo Saro Trovato contenente ben 300 modi di dire catalogati per argomento, origine, storia, tema con un indice alfabetico per aiutare il lettore nella variegata e numerosa spiegazione delle frasi fatte. Un lavoro di ricerca per offrire al lettore un “dizionario” per un uso più consapevole e corretto del linguaggio.
Un “libro di società” perché permette di essere condiviso e di “giocare” da soli o in compagnia alla scoperta dell’origine e dell’uso corretto dei modi di dire che tutti i giorni utilizziamo. Un volume leggero che vuole sottolineare l’importanza delle espressioni idiomatiche. Molte di esse sono cadute nel dimenticatoio a causa del sempre più frequente utilizzo di espressioni straniere e anglicismi.