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5 verbi della lingua italiana ormai divenuti rari

Sviscereremo il significato di cinque verbi della lingua italiana che ormai sono collocati nella sfera arcaica della lingua. Da far prillare la testa.

La lingua italiana, con la sua ricchezza e profondità, conserva tesori nascosti: parole rare e affascinanti, capaci di raccontare una realtà ormai dimenticata. Tra queste gemme linguistiche si trovano alcuni verbi ormai caduti in disuso, ma che meritano di essere riscoperti per il loro valore espressivo. In questo articolo esploreremo cinque di questi verbi rari: “imbuzzare”, “putire”, “drigumare”, “trogliare” e “prillare”, rivelandone i significati e le potenzialità d’uso.

5 verbi della lingua italiana ormai usciti dall’uso

Imbuzzare

Il verbo “imbuzzare” significa infilarsi in uno spazio stretto o angusto, come quando ci si rannicchia o ci si nasconde. Probabilmente derivato dal termine “imbuto” o da “buco”, il verbo evoca un’azione familiare e istintiva, legata al desiderio di sicurezza o protezione.

È facile immaginare l’uso di questo verbo in contesti quotidiani, come il comportamento di un bambino che si rifugia sotto il letto o quello di un animale domestico che si infila in un luogo stretto per sentirsi al sicuro.

Esempio: “Il gatto si imbuzzò nella cesta al minimo rumore sospetto.”

Putire

“Putire” è un verbo raro che significa emanare cattivo odore. La sua origine è legata al termine “putrido” e richiama immediatamente alla mente immagini di decomposizione o di cibo andato a male. È un termine estremamente descrittivo, in grado di evocare sensazioni forti, pur essendo ormai quasi dimenticato.

Il verbo, sebbene inusuale, potrebbe essere recuperato in contesti letterari o poetici, dove la forza evocativa delle parole è fondamentale.

Esempio: “Il cibo lasciato sul tavolo per giorni aveva iniziato a putire in modo insopportabile.”

Drigumare

Il verbo “drigumare” significa ruminare, ossia masticare a lungo il cibo, come fanno i ruminanti. Questo termine era particolarmente usato in contesti agricoli o rurali, descrivendo un’azione tipica degli animali da pascolo, ma può essere esteso anche in senso figurato per indicare una riflessione lenta e approfondita.

In senso metaforico, “drigumare” può essere utilizzato per indicare qualcuno che medita o riflette a lungo su una questione, “rimasticandola” mentalmente.

Esempio: “Passeggiava nel campo, drigumando lentamente il suo pasto e osservando l’orizzonte.”

Trogliare

“Trogliare” significa balbettare o tartagliare, descrivendo un modo di parlare esitante, frammentato o incerto. Questo verbo è particolarmente utile per rappresentare situazioni di imbarazzo, emozione o nervosismo che impediscono di esprimersi chiaramente.

Il termine evoca immediatamente l’immagine di qualcuno che inciampa nelle parole, magari per emozione o per mancanza di preparazione, e aggiunge una sfumatura interessante al lessico legato alla comunicazione.

Esempio: “L’attore iniziò a trogliare durante il discorso, visibilmente emozionato dalla standing ovation.”

Prillare

“Prillare” significa girare rapidamente su se stessi, un’azione che richiama la leggerezza e la spensieratezza. È un verbo vivace e sonoro, che evoca immagini di movimento rapido e giocoso, come quello di una trottola o di una foglia trasportata dal vento.

Questo verbo, anche se poco conosciuto, ha un grande potenziale descrittivo, perfetto per ambientazioni poetiche o narrative dove si vuole trasmettere un senso di dinamismo.

Esempio: “I bambini prillavano felici nel giardino, imitandosi l’un l’altro come trottole impazzite.”

La varietà della lingua italiana

I verbi rari della lingua italiana come “imbuzzare”, “putire”, “drigumare”, “trogliare” e “prillare” rappresentano un patrimonio linguistico prezioso, che arricchisce il nostro lessico con immagini e sfumature uniche. La loro riscoperta non è solo un esercizio di curiosità, ma anche un modo per comprendere meglio il legame tra lingua e cultura.

Questi termini, sebbene desueti, hanno ancora molto da offrire: possono dare nuova vita a testi letterari, arricchire il linguaggio quotidiano o semplicemente regalarci un sorriso per la loro musicalità e particolarità. Recuperarli e usarli significa mantenere viva la tradizione linguistica e aprirsi a un mondo di espressioni più ricco e variegato, utilizzando tutte le sfumature che una lingua affascinante come l’italiano può offrire.

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