Il 23 aprile celebriamo la nascita – e il misterioso congedo – di William Shakespeare, genio senza tempo che ha insegnato all’umanità a riconoscersi nei suoi personaggi.
Con le sue parole ha attraversato i secoli, donando voce alle passioni, alle contraddizioni e alla meraviglia dell’essere umano. In suo onore, ecco quattro libri che lo riportano nelle nostre mani, vivi e palpitanti come non mai.
Quattro opere per scoprire William Shakespeare
Sono tre grandi opere teatrali e una raccolta poetica i libri che abbiamo selezionato per chi vuole conoscere più da vicino, direttamente dalla sua viva voce, William Shakespeare. Eccoli di seguito.
“Amleto”
Iniziamo con un classico che non smette di interrogare le coscienze. In questa edizione elegante e rigorosa curata da Marsilio ed edita qualche anno fa, la voce di Amleto – tormentata, lucida, feroce – si rinnova grazie alla traduzione poetica e limpida di Alessandro Serpieri. La tragedia del principe danese, sospesa tra vendetta e filosofia, ci conduce nei territori più oscuri e affascinanti della mente umana.
La celeberrima tragedia di Shakespeare è una grande parabola morale, in cui le forze del bene e del male continuano la loro eterna lotta, coinvolgendo l’uomo in un turbine inarrestabile di dubbi e di passioni che lo porterà alla morte, insieme alle persone amate e ai peggiori nemici, per tenere fede al suo giuramento di vendetta e di giustizia.
“Macbeth”
Proseguiamo con un dramma che brucia come fuoco nella notte. “Macbeth” è la storia di un’ambizione che divora, di un potere che corrompe, di visioni che sconvolgono la realtà.
Agostino Lombardo, uno dei maggiori studiosi italiani di Shakespeare, restituisce in questa versione tutta la potenza sanguinaria e visionaria del testo, con un’introduzione che illumina il cuore oscuro della tragedia.
Macbeth torna vittorioso dal campo di battaglia e tre streghe gli profetizzano un glorioso destino, ivi compresa la Corona di Scozia.
La sete di potere, condivisa e stimolata anche dalla moglie Lady Macbeth, lo spinge al delitto e infine all’amaro disinganno, per cui l’esistenza non è che “una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e furore, che non significa nulla”.
Ultima grande opera teatrale di Shakespeare, “La tempesta” è una favola che mescola magia e perdono, dominio e libertà, in cui la figura di Prospero si staglia come un alter ego dell’autore stesso: un regista che orchestra gli eventi e poi si congeda, lasciando spazio alla dolcezza del disincanto. Un commiato che è anche un invito alla rinascita.
Nell’apparente semplicità della struttura, ogni tema e ogni personaggio della Tempesta ruotano attorno alla figura di Prospero, il mago, il demiurgo, il sovrano dell’isola incantata a cui approdano i naufraghi di una tempesta che egli stesso ha scatenato.
Sono i suoi antichi nemici, i cospiratori che anni prima, quando era duca di Milano, l’hanno esiliato su quello scoglio inospitale insieme alla figlia bambina, Miranda.
Ma sono anche altrettante immagini della fantasia creatrice di Prospero, autore non meno che protagonista della vicenda, nel quale Shakespeare ha voluto racchiudere la chiave per comprendere il proprio teatro, e se stesso. Rappresentato per la prima volta nel 1611, La tempesta è forse il più grande tra i drammi di Shakespeare, senza dubbio una delle sue opere più complesse e ricche di implicazioni simboliche.
“Sonetti”
Dietro l’opera teatrale, pulsa l’anima del poeta. I “Sonetti” di Shakespeare sono un tesoro di eleganza e passione, di malinconie e splendori. Oggi te lo proponiamo sotto una luce diversa.
Questa raccolta, nella nuova edizione di Marcos y marcos curata da Massimiliano Palmese, ha un’intenzione nuova e originale: offrire una traduzione ‘pop’; musicale, immediata, ‘da strada’; una traduzione ‘di oggi’, fresca, agilmente comprensibile: poetica, certo, ma anche estremamente naturale.