Torna, dopo i successi di “Cromorama” e “Figure”, una delle figure più autorevoli in Italia in fatto di grafica e design. Riccardo Falcinelli, in libreria dallo scorso 12 novembre, si è dedicato questa volta allo studio di un oggetto che tutti possediamo: la faccia.
“Visus. Storie del volto dall’antichità al selfie” è un saggio interessantissimo che chiama a raccolta diverse discipline per studiare il viso e il rapporto che l’essere umano intrattiene con esso. Scopriamolo più da vicino.
“Visus. Storie del volto dall’antichità al selfie” di Riccardo Falcinelli
La sinossi del libro
«Cosa c’è di più facile del volto? Tutti ne abbiamo uno, e abbiamo a che fare con quello degli altri. Eppure, di tutte le cose che ci capita di guardare, il volto rimane la più enigmatica». Dopo “Cromorama” e “Figure”, Riccardo Falcinelli rivoluziona ancora il nostro sguardo su qualcosa che diamo per scontato: le facce.
Nell’arte, nei film, nelle pubblicità, su TikTok e anche nello specchio ogni mattina. Pubblicando i selfie su Instagram ci poniamo gli stessi problemi che si è posto ogni artista e comunicatore nella Storia: cercare di rendere una faccia più eroica, autorevole, addirittura divina.
O magari conferirle valori morali, come i pittori del Rinascimento, che ritraevano i sovrani accanto a una colonna o una tenda per esprimere maestà e prestigio. La faccia è la parte del corpo più soggetta ad attribuzioni di senso: anche se tendiamo a considerarli qualcosa di «naturale», i volti sono sempre una costruzione culturale.
Da Alessandro Magno a Rita Hayworth, da Elsa di “Frozen” al bambino della Kinder, dall’icona di Cristo fino alle foto sulle lapidi dei nostri nonni, con immensa profondità di analisi e verve narrativa, Falcinelli inventa una «facciologia», chiamando in causa l’arte, la semiotica, le neuroscienze, la storia politica, la moda e i cosmetici. Perché il volto che ci costruiamo può determinare la vita che faremo. Con oltre 600 immagini a colori.
Una “facciologia”
Cosa abbiamo tutti, che ci collega al mondo esterno, che noi vediamo in un modo, e gli altri in un altro? Cos’è quella parte del corpo che, più di tutte, ci lega gli uni agli altri, ci permette di leggerci come libri, di capirci, di interpretarci? Il viso è la parte del corpo che più ci apre al mondo. È l’oggetto che spesso curiamo di più, il nostro biglietto da visita “esteriore”.
Il viso è ed è stato il cruccio di tanti artisti che hanno provato a restituirne la complessità di emozioni nella pittura, nella scultura, nelle rappresentazioni artistiche in generale.
Avvalendosi di diverse discipline, fra cui ovviamente la storia dell’arte, ma poi anche la semiotica e le neuroscienze, insieme alla storia e alla politica, con il suo “visus” Riccardo Falcinelli crea un’opera senza eguali, originalissima, che ingloba immagini e testo per raccontare la storia del volto, riuscendo nell’intento di creare un saggio indivualmente e universalmente godibile.
Chi è Riccardo Falcinelli
Nato a Roma il 25 aprile 1973, Riccardo Falcinelli è un affermato grafico e designer italiano. Ha studiato Arte e design a Londra prima di laurearsi in Letteratura italiana alla Sapienza di Roma con una tesi sul romanzo visivo. Ha all’attivo la progettazione di libri e collane per le maggiori case editrici italiane, fra cui Einaudi, Minimum Fax, Laterza e Carocci.
Oltre ad aver collaborato con importanti riviste di design, l’autore di “Visus. Storie del volto dall’antichità al selfie” è oggi docente di Psicologia della percezione all’ISIA di Roma. Ha pubblicato negli ultimi anni molti titoli di successo. Il suo “Critica portatile al visual design”, uscito nel 2014 per Einaudi, è ritenuto uno dei contributi più originali sul design contemporaneo.