Victor Hugo insieme al suo stile epico e il suo impegno sociale fanno delle sue opere letture imprescindibili, non solo per comprendere il XIX secolo, ma anche per riflettere sulle grandi questioni dell’umanità: giustizia, amore, libertà e redenzione.
Leggere Victor Hugo significa immergersi in storie grandiose, personaggi indimenticabili e profonde riflessioni sulla società e sull’essere umano. La sua scrittura, ricca di dettagli e passione, è capace di emozionare e far riflettere, anche a distanza di secoli.
Che tu scelga I Miserabili, Notre-Dame de Paris o uno degli altri capolavori citati, una cosa è certa: la sua voce risuona ancora forte nel presente, confermandolo come uno degli autori più immortali di sempre.
Victor Hugo: 5 libri imprescindibili
I Miserabili (1862) – Il Romanzo della Redenzione e della Giustizia Sociale
Se c’è un libro che rappresenta al meglio Victor Hugo, è I Miserabili. Con oltre 1.500 pagine di grande intensità, è un’opera monumentale che intreccia le vicende di diversi personaggi sullo sfondo della Francia post-rivoluzionaria.
Il protagonista, Jean Valjean, è un ex galeotto condannato per aver rubato un pezzo di pane, che cerca di riscattarsi in una società implacabile. La sua storia si intreccia con quella dell’ispettore Javert, simbolo della legge inflessibile, della dolce e sfortunata Fantine, della sua figlia Cosette e del giovane rivoluzionario Marius.
Hugo in questo romanzo parla di giustizia, destino, perdono e riscatto sociale. È una lettura intensa e commovente, che ha ispirato innumerevoli adattamenti teatrali e cinematografici, tra cui il celebre musical.
Perché leggerlo? È una riflessione potente sulla condizione umana, sull’ingiustizia sociale e sulla possibilità di redenzione.
Notre-Dame de Paris (1831) – Il Fascino Gotico della Cattedrale e dell’Amore Tragico
Se I Miserabili è il romanzo della giustizia sociale, Notre-Dame de Paris è il romanzo della bellezza e della tragedia. Ambientato nel XV secolo, ruota attorno alla magnifica cattedrale di Parigi, che diventa un vero e proprio personaggio della storia.
La vicenda segue le vite intrecciate di Esmeralda, la giovane zingara dal cuore puro, Quasimodo, il campanaro deforme ma dal cuore nobile, e Claude Frollo, l’arcidiacono ossessionato dal desiderio e dalla religione. Il romanzo esplora l’amore non corrisposto, l’intolleranza e la corruzione del potere ecclesiastico.
Victor Hugo scrisse il libro anche per denunciare lo stato di degrado in cui versava la cattedrale, contribuendo così alla sua futura restaurazione.
Perché leggerlo? È un’opera che mescola storia, romanticismo e critica sociale, oltre a offrire una delle storie d’amore più tragiche della letteratura.
L’uomo che ride (1869) – Un Romanzo Gotico e Politico
Meno conosciuto ma di grande impatto, L’uomo che ride è una delle opere più cupe di Victor Hugo. Il protagonista, Gwynplaine, è un giovane orfano il cui volto è stato mutilato per renderlo perennemente sorridente, trasformandolo in un fenomeno da baraccone.
Ambientato nell’Inghilterra del XVII secolo, il romanzo denuncia le disuguaglianze sociali e la crudeltà dell’aristocrazia. L’immagine del protagonista ha ispirato la figura del Joker nei fumetti di Batman, dimostrando quanto l’influenza di Hugo sia ancora oggi viva nella cultura popolare.
Perché leggerlo? È un romanzo potente sulla condizione umana e sull’ipocrisia della società, con una forte critica alle ingiustizie del potere.
Novantatré (1874) – La Rivoluzione Francese tra Ideali e Terrore
Pubblicato a pochi anni dalla morte di Victor Hugo, Novantatré è il suo ultimo romanzo e uno dei più appassionanti. Racconta gli eventi della Rivoluzione Francese, concentrandosi sul Terrore del 1793.
Attraverso la figura di tre personaggi principali, il nobile rivoluzionario Gauvain, il suo avversario il marchese di Lantenac e il rigido repubblicano Cimourdain, Hugo esplora i conflitti ideologici che hanno segnato quel periodo storico.
Il libro è una riflessione sul significato della rivoluzione, sulla violenza politica e sulla complessità della storia. A differenza di altre opere, qui non ci sono veri “eroi”, ma solo uomini mossi da ideali contrastanti.
Perché leggerlo? È un romanzo storico intenso che offre una visione sfaccettata della Rivoluzione Francese e delle sue contraddizioni.
L’ultimo giorno di un condannato a morte – La voce della disperazione
Nel 1829 viene pubblicato un libro senza autore dichiarato, ma la sua voce è inconfondibilmente quella di Victor Hugo. È un’epoca in cui il progresso sembra spingere l’umanità verso un futuro di pace e prosperità, eppure, nello stesso tempo, le teste cadono ancora davanti a un pubblico pagante, le carceri marciscono di vite dimenticate e la giustizia si dimostra spesso crudele e arbitraria.
Hugo, come sempre, presta la sua voce all’umanità intera, scegliendo di raccontare la storia di un uomo qualunque, un condannato qualunque, un miserabile che diventa simbolo di tutti i reietti della storia. Non conosciamo i dettagli del crimine che lo ha portato in cella, né i volti di coloro che decidono il suo destino con la freddezza di divinità autoproclamate. Ci è invece familiare la lama dell’angoscia che lo divora, il desiderio che il tempo acceleri la sua corsa, che l’attesa abbia finalmente fine sia essa nella libertà o nell’oblio.
Perché leggerlo? Per il messaggio forte che porta, per l’empatia e l’introspezione del protagonista e per lo stile innovativo.