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“Il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma” di Bruce Chatwin

La frase del giorno è tratta da “Anatomia dell’irrequietezza” di Bruce Chatwin, del quale oggi vogliamo ricordare la scomparsa.

La citazione con cui vi proponiamo di iniziare la giornata è “Il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma” di Bruce Chatwin, del quale oggi vogliamo ricordare la scomparsa.

La colonna sonora di oggi è “Buon viaggio“ di Cesare Cremonini

Bruce Chatwin, viaggiatore eclettico

Bruce Chatwin nell’arco della sua breve vita è stato molte cose: esperto d’arte e mercante di dipinti, archeologo, esploratore, giornalista e scrittore. Personalità sfaccettata e instancabile vagabondo, ha fatto della sua vita un vero e proprio inno al nomadismo, o come preferiva definirlo lui la ”alternativa nomade”.

Anatomia dell’irrequietezza”, il libro da cui è presa la citazione di oggi, è stato pubblicato postumo, nel 1996, ed è una raccolta di saggi e racconti in parte inediti e in parte pubblicati su riviste tra gli anni’70 e gli anni’80.

Bruce Chatwin

Bruce Chatwin e il viaggio, ricordando l’autore di ‘In Patagonia’

Ricorre oggi l’anniversario di nascita dello scrittore e viaggiatore britannico Bruce Charles Chatwin, autore del romanzo “In Patagonia”

“Anatomia dell’irrequietezza”

La raccolta di scritti è di certo eterogenea, ma esistono diversi fili conduttori all’interno dell’opera, che sono i fulcri di tutta la produzione narrativa di Chatwin: il viaggio, l’importanza della scoperta, lo studio dell’uomo dal punto di vista sociale e storico. Al suo interno ci sono anche diverse bozze di un libro sul nomadismo che Chatwin avrebbe voluto scrivere ma che alla fine abbandonò, ritenendolo impubblicabile. L’idea consisteva nel raccontare il nomadismo come un atto di fede: un allontanamento dalle regole e dalle consuetudini collettive e un inno alla meditazione e alla ricerca solitaria; e come terreno d’analisi personale per provare a rispondere alla domanda che lo ha perseguitato tutta la vita: «Perché divento irrequieto dopo un mese nello stesso posto, insopportabile dopo due?».

 

L’importanza di avere nuovi occhi

La dimensione del viaggio è simile a un’astrazione dal concreto e dal reale. Partiamo per lasciarci alle spalle problemi e responsabilità, trovare un momento di unione con noi stessi e attimi di puro divertimento, che nel suo significato etimologico vuol dire “volgere il proprio sguardo altrove”. Viviamo giorno dopo giorno e delle volte questo flusso continuo non ci permette di avere un punto diverso dal nostro su ciò che ci capita o sulla società che abitiamo. Delle volte i problemi che ci si presentano ci sembrano insormontabili e irrisolvibili e abbiamo la sensazione di essere immobili, di restare a guardare la vita che ci scorre di fianco.

Ma solo prendendo una distanza dalle nostre abitudini e dai nostri riti quotidiani possiamo accorgerci di ciò che potrebbe essere cambiato e migliorato e su quali punti di forza possiamo contare riguardo alla nostra cultura di appartenenza. Solo osservando e confrontandoci con persone che hanno uno sguardo diverso dal nostro possiamo accedere a una conoscenza più profonda, possiamo accettare l’altro in tutte le sue sfaccettature, possiamo arricchirci di nuovi modi di analizzare e pensare al mondo. E solo attraverso questo percorso possiamo arrivare al divertimento vero: lasciarci sorprendere da bellezze che prima non avevamo considerato tali.

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