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“Vanina Guarrasi”, 5 libri da leggere se hai apprezzato la fiction

Stai seguendo con piacere "Vanina Guarrasi", la fiction prodotta da Mediaset ispirata ai libri di Cristina Cassar Scalia? Ecco 5 letture perfette per te.

Sta andando in onda su Mediaset “Vanina Guarrasi“, l’attesa fiction ispirata ai libri di Cristina Cassar Scalia, regina siciliana del giallo.

La fiction, così come i libri, si contraddistinguono non solo per una protagonista interessante, investigatrice acuta e meticolosa, umana e fragile come chiunque si approcci alla lettura dei romanzi, ma anche per un’ambientazione, quella siciliana, che colpisce per i colori, i profumi e il carattere unico e pittoresco.

Se stai guardando “Vanina Guarrasi” e la apprezzi particolarmente, potresti trovare piacevole la lettura di uno dei 5 libri che ti consigliamo di seguito.

“Vanina Guarrasi”, 5 libri da leggere se hai apprezzato la fiction

Sabbia nera” di Cristina Cassar Scalia

Non può non figurare fra i libri perfetti da leggere per chi ha apprezzato “Vanina Guarrasi”. Se non hai ancora letto i libri che hanno ispirato la fiction, ti suggeriamo di iniziare proprio da “Sabbia nera”.

Mentre Catania è avvolta da una pioggia di ceneri dell’Etna, nell’ala abbandonata di una villa signorile alle pendici del vulcano viene ritrovato un corpo di donna ormai mummificato dal tempo. Del caso è incaricato il vicequestore Giovanna Guarrasi, detta Vanina, trentanovenne palermitana trasferita alla Mobile di Catania.

La casa è pressoché abbandonata dal 1959, solo Alfio Burrano, nipote del vecchio proprietario, ne occupa saltuariamente qualche stanza. Risalire all’identità del cadavere è complicato, e per riuscirci a Vanina servirà l’aiuto del commissario in pensione Biagio Patanè.

Il cane di terracotta” di Andrea Camilleri

Vanina Guarrasi è una donna comune, con uno spiccato senso del dovere e un grande appetito che riesce a placare soltanto andando in osteria. Non ti ricorda qualcuno?

Se ti è piaciuta la fiction di Mediaset e non hai ancora letto nulla di Andrea Camilleri, il papà di Montalbano, ti cominciamo di dare un’occhiata alla sua vasta produzione.

Nel corso di un’inchiesta su di un traffico d’armi, ispezionando una caverna che funge da deposito di ordigni, Montalbano scopre un passaggio che conduce a un’altra grotta, e qui trova due cadaveri: un ragazzo e una ragazza uccisi cinquant’anni prima.

Obbedendo all’istinto prepotente che lo spinge a ricercare una verità sbiadita e forse ormai inafferrabile, il commissario Montalbano inizia un’indagine improbabile, che cerca di ricostruire vicende apparentemente non destinate ad approdare in un’aula di tribunale.

I colpevoli sono matti” di Gaetano Savatteri

Proseguiamo con i gialli che potrebbero ricordare le vibrazioni di “Vanina Guarrasi” con Gaetano Savatteri e la sua serie dedicata a Màkari. La Sicilia, l’aria distesa e la vivacità dei personaggi, come anche la presenza di un leitmotiv amoroso, fanno di Màkari un prodotto vincente.

Saverio Lamanna, giornalista disoccupato e freddurista incallito, e Peppe Piccionello, siciliano di scoglio, quello di Màkari, infradito, mutande e maglietta con gli slogan made in Sicily. Accanto ai due, chiude un triangolo di segugi ficcanaso, Suleima, la cameriera di Marilù proveniente da Bassano del Grappa, fiamma di Saverio e ora tornata al Nord a lavorare come architetto.

Investigazione dopo investigazione, Saverio Peppe e Suleima, con passo farsesco, risalgono il filo di quattro casi precedentemente usciti nelle antologie a tema e che qui, riuniti sotto la stessa copertina, si leggono quasi come un unico romanzo in cui si ride senza sosta, ci si commuove talvolta, e sempre sotto il velo comico va in scena mascherata la miseria umana.

Giallo siciliano” di AA. VV.

Se invece preferisci i racconti, per tutte le valide motivazioni che esistono dietro a questa scelta, abbiamo una soluzione perfetta per chi si è innamorato di “Vanina Guarrasi”. Si tratta di “Giallo siciliano”, un’antologia che comprende i racconti di 15 autori siciliani.

Fra delitti, indagini e misteri, il lettore potrà compiere uno straordinario viaggio alla scoperta dei profumi più penetranti della Sicilia.

Il cappello del prete” di Emilio De Marchi

Infine, se non hai semplicemente apprezzato “Vanina Guarrasi”, ma in generale ami la letteratura gialla e conosci già bene Montalbano e gli altri detective isolani, il nostro suggerimento è quello di andare a ritroso, alla ricerca di quello che è ritenuto il primo giallo siciliano.

Un barone travolto dai debiti. Un prete arricchitosi con lotto e usura. Una villa vesuviana. Un morto. E un cappello, l’oggetto indistruttibile che darà vita a una serie di colpi di scena. Sono gli ingredienti del primo romanzo noir italiano.

Ambientata in una Napoli per nulla pittoresca e raccontata con scrittura svelta e moderna, la vicenda si svolge a partire dall’omicidio del prete e si alimenta degli incubi e delle ossessioni del suo assassino, teso a inseguire quel cappello che sempre sembra sfuggirgli: perché “il prete avrebbe potuto, nella sua misericordia, perdonare; il cappello, no”.

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