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Il valore profondo del mare secondo Pier Paolo Pasolini

All'interno del libro "Descrizioni di descrizioni", Pier Paolo Pasolini ben sintetizza il valore simbolico che ha il mare per lui: metafora e riflesso della vita

Hugo, Supervielle, Verlaine, Rimbaud, Prévert, Ungaretti, Dante, D’Annunzio, Carducci, Pier Paolo Pasolini: questi sono solo alcuni letterati che identificandosi con il mare, hanno celebrato questa preziosa risorsa naturale, il suo eterno movimento, narrando il dramma delle partenze, dei naufragi sentimentali ed emotivi, la ricerca inarrestabile di libertà, di imparagonabile forza, impetuosità e tenacia.

Artisti e intellettuali che hanno raccontato in testi e in versi il bisogno dell’essere umano, fluttuante, di ormeggiare per riconciliarsi con se stesso e con la sua naturale dimensione.

Nelle opere letterarie, poetiche e cinematografiche di Pier Paolo Pasolini l’acqua è un elemento ricorrente, caricato di un forte valore simbolico.

Nell’acqua Pasolini spesso riflette il senso della vita, metaforicamente legato al liquido amniotico, nella speranza di un ritorno all’utero materno.

Pier Paolo Pasolini e il mare

All’interno del libro “Descrizioni di descrizioni”, Pasolini ben sintetizza il valore simbolico che ha il mare per lui. Proponiamo di seguito un estratto tratto dal libro, che ben interpretano il valore profondo del mare secondo l’autore: parole in prosa ma dalla grande intensità poetica.

“Spesse volte sogno di essere dentro il mare, nelle profondità che si dicono «abissali»: il mio nuotare, lì dentro, è un lento e capriccioso volare senza ali, proprio come quello dei pesci: e il paesaggio, per così dire, che mi vedo intorno, cioè le distese fluttuanti, ora filtrate da luci saettanti, ora riempite da luminosità diffuse e continue, mi dà un profondo senso di felicità.

Quanto a respirare, poi, lì in fondo al mare, respiro magnificamente: anzi, la leggerezza del mio respirare è uno degli elementi del grande piacere che provo a stare lì dentro.

Non c’è sogno più chiaro e assoluto di questo: si tratta di un regresso all’utero e alle sue acque, alla meravigliosa condizione prenatale «marina»”

Il significato

L’acqua simbolicamente può essere considerata sorgente di vita, principio cosmico femminile e Madre dacché generatrice di Vita.

Un ambiente protettivo in cui lo stesso poeta indaga e rincorre il senso e il significato della vita.

Dalla riflessione poetica colpisce il suo desiderio d’amore e di accoglienza mentre è oppresso da un senso di colpevolezza.

Eco al peccato di estraneità di un mondo che lo vuole innocente e socialmente omologato anche nei sentimenti.

Emerge infatti il suo bisogno di sentirsi protetto come nella meravigliosa condizione prenatale «marina» in cui è libero di esprimere se stesso al mondo.

L’evidente invito di Pasolini, per quanto possa sembrare difficile e a volte impossibile, è quello di guardare alla vita con la ferma consapevolezza che esistono sempre alternative, strategie e un modo per superare gli ostacoli, le difficoltà, le sconfitte e le sofferenze servendosi anche di un pizzico di sana follia.

Imparare dagli elementi della Natura, fare come l’acqua che fluisce fra gli ostacoli che incontra durante il suo percorso.

Acqua che neanche la più potente arma del mondo potrà lasciarle sulla sua superficie ferite croniche.

Quello che siamo e quello che siamo stati come in un eterno ritorno alla purezza primigenia che solo attraverso il coraggio e la libertà di essere se stessi è possibile approdare.

Descrizioni di descrizioni 

Descrizioni di descrizioni raccoglie gli interventi e le argute osservazioni di Pier Paolo Pasolini per il settimanale ‘Tempo’ tra il 26 novembre 1972 e il 24 gennaio 1975, quando la rubrica si interruppe per l’avvio delle riprese di “Salò o le 120 giornate di Sodoma”.

La prima edizione del saggio, fu pubblicata postuma nel 1979 in cui Pasolini ha recensito libri di autori italiani e stranieri, classici e contemporanei, da Shakespeare e Manzoni a Calvino e Morante, da Porta e Belli a Gadda, da Baudelaire a Sologub fino alle “101 storie zen”, spaziando liberamente tra i secoli e i generi, tra perentorie stroncature ed elogi inaspettati.

Eppure non si tratta solamente di un’antologia, di un libro di critica letteraria: come ha scritto Paolo Mauri, “Descrizioni di descrizioni” è “il cahier di un intellettuale letteralmente incontenibile” che, a quarant’anni di distanza, “può ancora far arrabbiare più di un lettore”.

 

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