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“Un sabato, con gli amici”, l’originale romanzo di Andrea Camilleri si veste di blu

Arriva in una nuova edizione "Un sabato, con gli amici", sorprendente romanzo di Andrea Camilleri che risulta fra i libri più venduti di questi giorni.

Si veste di blu “Un sabato, con gli amici“, il libro più originale di Andrea Camilleri.

“Un sabato, con gli amici” di Andrea Camilleri

Un unicum nella produzione di Camilleri

Andrea Camilleri pubblica “Un sabato, con gli amici” nel 2009, quando i romanzi della serie di Montalbano lo hanno consacrato già da diverso tempo nell’Olimpo dei migliori giallisti europei.

Quando il romanzo viene dato alle stampe, sono numerosi i lettori rimasti basiti ad una prima lettura. “Un sabato, con gli amici” non somiglia a nessun altro titolo nato dalla penna di Camilleri: né ai gialli che vedono protagonista il commissario vigatese, né ai colorati romanzi storici del calibro de “Il re di Girgenti”.

“Un sabato, con gli amici” è misterioso, cupo, avvolto da un’aura di non detto che emerge poco a poco, affiorando da un passato che sembrava cancellato, svanito nel nulla.

Si tratta di una narrazione che salta dal presente al passato grazie ai ricordi d’infanzia dei protagonisti che, per via di un improvviso evento traumatico, tornano a fare i conti con realtà che avevano seppellito davvero bene, nel profondo del loro cuore.

La sinossi di “Un sabato, con gli amici”

“Un sabato, con gli amici” è il romanzo più sorprendente di Camilleri, pubblicato per la prima volta da Mondadori nel 2009. Non è un giallo. Anche se l’ingombro di un cadavere non manca, con gli interrogativi che pone, in margine a un finto quanto torbido tentativo di ricatto.

E neppure difetta, il non giallo, di una forte tensione narrativa: subito inaugurata in copertina da quel segnale d’allarme dato dalla virgola del titolo che rende quanto meno ambigua, se non micidiale, la qualifica di amicizia. Il romanzo è spietato.

Per esso, Camilleri ha dismesso gli estri umoristici e i colori del vigatese. Il non riscattabile teatro degli orrori gli ha imposto un italiano asciutto: veloce, affilato e freddo; addirittura raggelante. Volutamente imprecisata è l’ubicazione della storia. La città non ha nome. È astratta da ogni referenza.

È solo il luogo della composizione, in un variare di interni borghesi (completati da una garçonnière condivisa), di un susseguirsi di dialoghi come in scene di teatro: con scarne didascalie, che rendono agevole il transito al racconto. Sono sei gli amici: tre uomini e tre donne in carriera. Hanno trascorso insieme gli anni di liceo e università.

Formano adesso una comitiva esclusiva, rinsaldata da un lussuriare sostenuto dal cinismo e dall’ipocrisia; oltre che da un convulso ricambio di letti, che disegna un puzzle da ricomporre e continuamente aggiornare. La viziosità ha derive di depravazione, profondamente segnata com’è da infanzie violate o da traumi mai seppelliti.

Gli amici si danno un appuntamento settimanale. È la rimpatriata del sabato sera. Per una volta, coinvolgono nel rito un compagno da tempo dato per disperso. L’ospite è scomodo, socialmente diverso.

È gay dichiarato e comunista. Non ha soldi. Deve arrangiarsi. E soprattutto detiene fotografie pesantemente compromettenti per un componente del sodalizio. Viene trovato morto.

Era caduto accidentalmente, sporgendosi ubriaco dal parapetto del terrazzo, si convenne. Il provvido tonfo aveva liberato la trista brigata, chiusa e refrattaria che, indisturbata, poteva continuare a ravvolgersi su sé stessa. Ma chi aveva dato la spinta, se spinta c’era stata?

Chi era Andrea Camilleri

Papà del Commissario Montalbano, Andrea Camilleri è stato fra gli scrittori più amati del nostro tempo. Con il suo stile colto e la sua arguzia ha saputo farci innamorare della sua scrittura, del suo linguaggio e delle storie che raccontava.

Nato il 6 settembre del nel 1925 a Porto Empedocle, Andrea Camilleri non è stato soltanto uno scrittore, ma anche un drammaturgo, un autore teatrale e televisivo, un regista radiofonico, ed infine un apprezzato accademico.

Oltre alla serie per cui è conosciuto in tutto il mondo – quella che vede protagonista l’arguto, affascinante, sempre affamato di buon cibo e di verità, Commissario Montalbano -, Andrea Camilleri ha scritto opere di grande spessore, che appassionano per l’incredibile uso della lingua, un simil siciliano che ha il merito di avvicinare il lettore al luogo dove le storie sono ambientate, e per le trame, intrecciate con sopraffina maestria, indissolubilmente legate al territorio siciliano.

Basti pensare al capolavoro “Il re di Girgenti“, un romanzo pubblicato nel 2001 da Sellerio, ambientato nel Seicento e scritto in una lingua, un siciliano misto allo spagnolo, concepita ad hoc per ricostruire l’atmosfera dell’epoca.

Ma lo ricordiamo anche per essere stato un militante antifascista armato da sempre del potere salvifico della parola. Malgrado fosse afflitto da cecità e da gravi condizioni fisiche negli ultimi anni, Camilleri non si abbandonò mai al dolore. Dove non riuscivano ad arrivare i suoi occhi, c’erano le sue parole, sempre giuste, calibrate, perfette lì dove si trovavano. Ci ha lasciati il 17 luglio del 2019, a Roma.

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