Sei qui: Home » Libri » Un bacio lungamente atteso

Un bacio lungamente atteso

Un ultimo bicchiere di vino e poi l’avrebbe baciata, morbidamente, così come era la sua candida pelle al profumo di luna. Non vedeva l’ora di poterla mordere lentamente. Ma aveva bisogno di terminare quel bicchiere di vino, e quell’esperienza mistica e carnale avrebbe finalmente toccato terra.

La desiderava. Quanto la pensava prima di andare a dormire, e quando poi si svegliava la sua immagine divina se la ritrovava nei raggi del sole che incontrava a principio di ogni giorno e durante la giornata non faceva che pensare a lei. Erano mesi che era in fissa per lei. Dopo anni di lunga amicizia un sentimento dolce e denso stava fuoriuscendo dal suo cuore e non poteva più restare confinato.

Era stata una passione senza nome, senza possibilità di esistere, erano amici da troppo tempo, sapevano tanto, forse tutto, l’uno dell’altro, ma un desiderio nuovo di passione e carnalità li stava spingendo ad andare oltre. Quanto era bella con i suoi occhi mistici ed il suo lineamento alessandrino.

Nel vino avrebbero trovato la forza, in quella bevanda alcolica inebriante di fermentazione degli zuccheri dell’uva, cercavano tutto il coraggio che c’era. Quella sera avevano deciso di uscire in un localino di Monopoli affacciato sul mare, una terrazza calda nella piena estate di una delle città più belle del mondo. E non era più la solita serata di amici che si raccontano.

Avevano ordinato un rosso di Salice, il vino bianco lo avevano scartato perché incolore in quanto ottenuto dal mosto, mentre quello rosso ottenuto dalla buccia era più forte agli occhi e sensuale al loro palato.

Ed era proprio quello che ci voleva per lasciarsi andare. E poi lo avevano scelto salentino perché caldo e mistico, come loro in quella serata in cerca di passione, e come quel terreno in cui veniva coltivato e prodotto amabilmente.

Entrambi sapevano che di fronte ad una nobile bevanda ottenuta per fermentazione alcolica naturale, avrebbero ricevuto una grossa mano a sciogliersi.

Da molti anni si frequentavano, erano grandi amici ma mai si erano riscoperti così simili come nell’ultimo periodo, e compreso che erano fatti l’uno per l’altro. Un desiderio era nato e stava divenendo realtà. A volte non pensi che la soluzione è sempre sotto mano, la cerchi a destra e manca e poi te la lasci sfuggire sotto gli occhi.

Quando ci si domanda quali sono le cose che contano?  Gli affetti, quelli veri e profondi che bisogna costruire con dedizione e goderseli. Come la social catena di Leopardi, nella poesia La Ginestra, quando il poeta di Recanati dice che agli uomini non resta che affratellarsi di fronte alla piccolezza e fragilità dell’uomo dinanzi alla vastità. Le nostre menti sono spesso alle prese con problemi pressoché inutili e non riescono a vedere l’essenziale ed in tutto questo trambusto di inutilità si ottura il respiro del nostro cuore.

Era il momento di cogliere l’attimo per entrambi, trentenni alle prese con una precarietà di affetti, migliori amici di una vita, ma che non avevano fatto altro che accompagnarsi per mano, conoscendosi nel profondo, per arrivare innocenti a quel punto.

E terminato quel bicchiere parlando del più e del meno, lui le si avvicinò occhi e labbra: “Nel profumo proibito della tua pelle divina di prelibata pesca, il fanciullo rapito si immerge quando sogna di mordere e assaporare la sua Venere fresca…” .

E lei in ugual modo gli rispose: “Quando ti vedo arrivare col tuo viso da Dio, gettato è il mio cuore in apnea, nel dire o non dire, nel fare o non fare, sognare sulla tua bianca pelle arrivare e lentamente baciare baciare e ancora baciare e perdersi nel giuoco che ha nelle labbra il dolce fuoco…”.

Non ci fu desiderio più grande che splendesse in quella serata e mentre una stella cometa folgorava nella vastità del cielo misto a mare, i due lentamente si baciarono.

Carlo Picca

© Riproduzione Riservata