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“Un bacio in bocca”, i segreti della passione raccontati dagli scrittori italiani

Il libro, edito da Longanesi, raccoglie 16 storie che parlano d’amore scritte da altrettanti importanti scrittori del panorama letterario italiano

MILANO – “Un bacio in bocca”, un libro che racconta la passione. 16 storie  che parlano d’amore nella sua accezione più passionale, scritte da grandi scrittori del panorama narrativo italiano. La lettura perfetta per la festa più romantica dell’anno: San Valentino. L’antologia è curata da Giorgio Nisini,  co-direttore artistico del Caffeina Festival, a cui gli scrittori del libro sono stati ospiti quest’anno. Il festival celebra con l’uscita del libro il suo decennale. In occasione dell’uscita del libro e dell’imminente festa dell’amore, abbiamo parlato con due delle autrici per scoprire di più sul libro e sui loro racconti.

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ANNARITA BRIGANTI – Autrice del racconto “Rinascimento” per “Bacio in bocca” è una giornalista culturale e scrittrice. Scrive di libri su Repubblica e Donna Moderna. Il suo ultimo libro è stato “L’amore è una favola”.

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Hai scritto “Rinascimento” per “Bacio in bocca” o si tratta di un racconto che avevi nei tuoi appunti da tempo?

L’ho scritto per l’antologia di Longanesi, per il decennale del festival Caffeina, per i compagni di questo dream team e, come sempre, prima di tutto, per i Lettori. Mi piace cogliere lo spirito del tempo con una scrittura in “presa diretta”: storie nuovissime, fresche, attuali, che non riciclino testi ammuffiti. La forma racconto mi ha permesso un esercizio stilistico che mi ha sempre affascinato: la narrazione con la seconda persona singolare. Una sperimentazione che dà ancora più gusto alla trama, inusuale nel panorama letterario italiano e non così facile da realizzare. È il racconto a cui sono più legata, di quelli che ho pubblicato.

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Il racconto è ispirato a storie di vita vissuta?

L’antologia ha come filo rosso la passione. Ho scelto la passione per il sesso, ma, come sempre nelle mie storie, poi ho parlato anche di altro, con un grande colpo di scena finale. Scrivo sempre di vicende autobiografiche, di vita vissuta, di relazioni, stati d’animo, sentimenti, di quello che succede, metaforicamente, in camera da letto, del rapporto tra passato e futuro, di come vivere al meglio il presente, di come tirarsi fuori dai guai, senza mai fregare gli altri. Fare l’amore è il gesto più politico che ci sia, come vediamo dalle continue discussioni pubbliche sulla nuova famiglia, ma è tutto trasfigurato. In molti si riconosceranno nella “Grande Città, in cui anche respirare costa caro” e una donna sola, precaria, è costretta a prostituirsi per realizzare i suoi sogni. In molti saranno finiti sull’orlo dell’abisso, chiedendosi come tirarsene fuori. In molti si saranno svegliati in un posto che non riconoscono, come accade alla protagonista all’inizio del racconto e scopriremo cos’è successo solo nelle ultime righe. In molti si saranno buttati via per poi, nei casi migliori, ritrovarsi.

Il tema della passione emerge chiaramente nel tuo racconto. E’ uno dei testi più spinti che tu abbia scritto?

È ipocrita chi neghi l’aspetto carnale dell’esistenza, che invece mi diverte molto raccontare, con predecessori illustri. Pensiamo alla sensualità di alcuni passaggi di Milan Kundera. Il sesso fa parte della vita, così come il nutrimento intellettuale. Sono due componenti che possono avere uno spazio diverso nelle nostre abitudini – è molto più facile portarsi a letto un libro che tenersi una persona che si ama – però, quando una delle due leve di piacere scende sotto il livello minimo, ne risentiamo. La letteratura deve dire l’indicibile. La scrittura deve esplorare ogni anfratto della storia che si racconta, in particolare la sua parte oscura. L’amore è la cosa più noir che ci sia. Rinascimento, a livello di spregiudicatezza, se la gioca con il mio nuovo romanzo, L’amore è una favola (Cairo), ma parliamo sempre di testi letterari. È molto più pornografica la realtà con i vicini che non ti salutano, il bullismo femminile, i tradimenti, la povertà.

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San Valentino si avvicina, che valore assume oggi?

Considerando quanti cinici ci siano in giro, mi verrebbe di difenderlo a spada tratta solo per fare un dispetto a loro. Da ragazza sognavo che la mia cotta del momento si dichiarasse proprio quel giorno. Non è mai successo. Ora, che sono una ragazza cresciuta, credo che dovrebbe essere San Valentino tutta la vita. Meglio i cioccolatini e i proclami sdolcinati degli uomini che incendiano le donne incinte. L’amore è l’unica arma possibile contro la violenza, che ormai è un’emergenza sociale. Il titolo del mio racconto ha un significato letterale, storico ed è un omaggio a una mostra della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. Per un vero Rinascimento italiano, che parta dal recupero dei valori, del rispetto e della Cultura, il 14 febbraio e tutto l’anno.

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SIMONA SPARACO – Simona Sparaco, scrittrice e sceneggiatrice, è stata finalista al Premio Strega con il libro “Nessuno sa di noi”. Nel 2014 ha pubblicato “Se chiudo gli occhi”, mentre a marzo uscirà il suo nuovo libro, “Equazione di un amore”. Ha contribuito al libro con il racconto “Ossessioni”.

 

Come nasce questo libro?

Il merito va a Giorgio Nisini che ha curato questa edizione. Durante e per il Festival è nata l’idea di mettere insieme questo libro. Ogni autore, che ha partecipato al Festival di quest’anno, ha dato così il suo prezioso contributo. Un libro che è un inno ai Festival letterari, manifestazioni sempre più in difficoltà.

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Il tuo “Ossessioni” è un racconto inedito? 

Si tratta di un racconto che in realtà era già tra i miei appunti, ma aveva anche un’altra forma. Ho pensato di riscriverlo aggiungendo la figura di questa donna con cui il protagonista andava ai Festival letterari e condivideva l’amore per la letteratura. Un racconto che, inizialmente, parlava di quanto pensiamo di avere tempo di fare tante cose e di come però poi finiamo per avere tanti rimpianti. Il racconto si sposava perfettamente con l’idea che pensiamo di avere tanti Festival letterari a disposizione, dandolo per scontato, con il pericolo che poi questi festival pian piano scompaiano.

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Questo racconto di poche pagine può diventare l’inizio di un tuo nuovo libro? 

No, difficilmente torno sui racconti che già scritto, ho fatto solo un’eccezione in questo caso. Tra i miei appunti è pieno di racconti inediti che poi utilizzo per i vari festival letterari a cui partecipo o per altre occasioni. Ho tantissime idee gettate lì sulla carta che poi difficilmente trovano sbocco per un nuovo romanzo.

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Quale dei racconti contenuti nel libro sei più curiosa di leggere? 

Sono molta curiosa di leggere il libro. Ora non saprei dirti il racconto di uno scrittore in particolare, ma li conosco tutti. Sono amica di molti degli autori tra cui la Gamberale e Romana Petri e sono curiosa di leggere tutti i racconti contenuti nell’antologia.

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