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Umberto Eco a Pordenonelegge, ”La finzione letteraria è molto più rassicurante della storia”

Icastico e graffiante, prontissimo alla battuta spiazzante, Umberto Eco a Pordenonelegge ha ricevuto il premio Friuladria La storia in un romanzo, premio nato dalla collaborazione tra il festival letterario di Pordenone...

Il celebre autore ha annunciato che a breve uscirà con un nuovo romanzo, sempre per Bompiani, che presenterà alla prossima Frankfurt Book Fair

PORDENONE – Icastico e graffiante, prontissimo alla battuta spiazzante, Umberto EcoPordenonelegge ha ricevuto il premio Friuladria La storia in un romanzo, premio nato dalla collaborazione tra il festival letterario di Pordenone e la manifestazione goriziana èStoria. Icastico e graffiante . “ Twitter ? E’ anche troppo logorroico”. “ Il più importante evento della mia vita legato a Francoforte? Mi ci sono sposato”, ma a proprio alla prossima Frankfurt Book Fair, sarà presentata, in contumacia,  la sua prossima opera , che sintetizza in un “ chiamiamolo romanzo”. In conferenza stampa, il professore manifesta tutta la sua avversione nei confronti dei social media, colpevoli di un generale impoverimento intellettuale e della perdita della memoria singola e collettiva, che i romanzi storici aiutano a recuperare, attraverso quei personaggi inventati come Renzo Tramaglino che ci spiegano però il clima politico della vicenda. I romanzi invece di cappa e spade parlano di personaggi storici, senza farci però vivere nel periodo che raccontano.

 

LECTIO MAGISTRALIS SUI MECCANISMI DELLA FICTION – Ai meccanismi della narrazione è dedicata la sua Lectio magistralis che parte da lontano ed esattamente da quel passo della Poetica di Aristotele in cui il filosofo greco spiega la differenza tra poesia e storia, la prima che si occupa di “ fatti che potrebbero accadere” e cioè verosimili ossia in termini contemporanei fiction e la storia che si occupa di fatti realmente accaduti, ai quali non può aggiungere nulla. Perciò la poesia, per Aristotele, è decisamente superiore.

 

PARTECIPAZIONE NARRATIVA E GODIMENTO ESTETICO – Mescola alto e basso, Superman e Hugo il professor Eco per spiegare come nella finzione tutto è possibile, ma necessario, mentre nella realtà invece domina la casualità e distingue, a livello semantico, una partecipazione narrativa e, su un altro piano, un coinvolgimento estetico per cui piangiamo le sorti di Madame Bovary o Anna Karenina, che non abbiamo mai davvero conosciuto, e non ci possiamo commuovere né per le vicissitudini di un’amica di una nostra amica ( fatto reale ) o per il  teorema di Talete (ipotesi logicamente dimostrata) . “O forse Pitagora – chiosa Eco – si è commosso”.  Cosi intersecando piani diversi e spezzando l’andamento cattedratico con battute argute, la dissertazione va avanti, spiegando come noi conosciamo esaustivamente i personaggi letterari molto più delle persone care: su Renzo Tramaglino sappiamo tutto ed è una conoscenza immobile che nessun ulteriore elemento potrà cambiare, mentre anche sulle persone più care  avremo sempre delle zone d’ombra  Diverso ancora è il caso dei fatti storici , come ad esempio la morte di Hitler nel bunker: possono essere arricchiti nel tempo da ulteriori elementi e ricerche  , anche se naturalmente non cambia il dato essenziale. Il vero della fiction insomma è più certo del fatto che chiamiamo storia

LA FINZIONE È PER IL LETTORE PIÙ RASSICURANTE DELLA STORIA – In fin dei conti dunque al lettore appare meglio il ‘fato’ della finzione che il ‘fatto’ reale perché, per quanto una vicenda inventata sia tragica, è rassicurante in quanto incontrovertibile, mentre gli eventi reali sono accidentali. Ne è esempio la battaglia di Waterloo raccontata ne I miserabili di Victor Hugo come un evento necessario e l’evento storico in sé, scevro da questa aura di fatalità.  Ancora. Di un fatto storico riportato da fonti enciclopediche si possono  mettere in dubbio la verità, formulando ipotesi alternative sugli eventi – la fantascienza sul passato – mentre di un racconto inventato, a meno che il testo stesso non lo consenta al suo interno, non  si può mettere in discussione l’assunto. Ci costruiamo insomma ‘partiture fluttuanti’ a prescindere dalla lettura dei libri quasi in un tacito accordo collettivo al punto che se Rex Stout cambia il numero civico di Nero Wolf in molti dei suoi gialli, i fanatici dei suoi libri sono ormai tutti convinti che abiti al 918 della 35a West di New York e ci pongono una targa.  E per analogo patto collettivo diamo più credito ai fratelli Grimm che fanno salvare Cappuccetto rosso dal cacciatore che a Perrault che la fa divorare dal lupo e morire definitivamente. Ancora i personaggi inventati entrano nel linguaggio comune ( “appetito pantagruelico”)  e pervadono la realtà con “ avatar extratestuali”. Lezione sui paradossi di realtà e finzione insomma, su vero e verosimile in cui l’unica certezza sembra essere che Superman è Clark Kent.

Alessandra Pavan 

22 settembre 2014

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