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“Umanistili e Una ballerina sulla luna”, il libro per ritrovare il proprio mondo interiore

Il libro che vi proponiamo oggi è “Umanistili e Una ballerina sulla luna” il secondo libro di Elisa Rovesta, un viaggio interiore in una “serenità ritrovabile”,

Il libro che vi proponiamo oggi è “Umanistili e Una ballerina sulla luna” il secondo libro di Elisa Rovesta. Con il suo stile sottile e arguto, l’autrice è riuscita a ricreare situazioni e atmosfere precise, che tutti noi abbiamo vissuto almeno una volta nella vita. E lo ha fatto permettendo ai suoi lettori di intraprendere un viaggio interiore in una “serenità ritrovabile”, come fosse un luogo di cui tutti hanno bisogno.

In questo l’ibro, Elisa Rovesta offre la chiave per riflettere sul proprio mondo interiore, il più autentico, quello che spesso nascondiamo anche a noi stessi. La ballerina sulla luna è una metafora, una metafora che, però, vive ed esiste come fosse reale. Per arrivare a lei è necessario fare un viaggio nella fantasia, nel pensiero puro, nelle paure che crediamo di avere e scopriamo di non avere.

L’intervista all’autrice sul libro

Abbiamo intervistato l’autrice per discutere alcuni dei temi trattati all’interno del libro.

Come nasce la metafora della “ballerina sulla luna” che dà il titolo al libro? Qual è il suo significato?

La ballerina sulla luna è nata dall’osservazione della realtà, così come tutti i personaggi dei miei libri. Ricordo che una sera, poco prima di coricarmi, ho guardato fuori da una finestra di casa e sono rimasta incantata dalla bellezza della luna che risplendeva nel cielo. In quel momento ho immaginato che su quella sfera chiara passeggiasse con eleganza una ballerina.

La ballerina è una metafora a cui ognuno può dare un significato. Io, personalmente, immagino la ballerina come ‘un augurio’ che faccio a ogni persona: è la libertà, la spontaneità, l’arrivo a uno stadio superiore, a un livello più alto a cui tutti dovrebbero ambire. Ogni lettore, penso, dovrebbe trovare la sua metafora in base al suo vissuto, alle sue sensazioni e ai suoi bisogni.

Come ha scelto i personaggi protagonisti del libro? Qual è il loro ruolo all’interno della narrazione?

Non è stata una vera e propria scelta. In realtà non ho scelto nulla. Ho semplicemente notato degli atteggiamenti, delle persone, dei tipi umani e i loro stili, le loro peculiarità. Non ho fatto altro che scriverle, trasformarle in parole. Il mio scrivere altro non è che una descrizione senza alcun giudizio, senza alcun parere personale. È semplicemente una osservazione del mondo che ci circonda e che qualcuno mi ha detto che “sono stata capace di cogliere e catturare”.

I miei personaggi non hanno ruoli specifici. Vivono la loro vita ed entrano in scena senza saperlo. Sono inconsapevoli di essere parti di una storia, ma è proprio questa la loro bellezza.

Quali sono le principali contraddizioni che caratterizzano la società di oggi?

Non credo di essere la persona giusta per rispondere a una domanda così complessa. Credo, però, che ognuno di noi possa cogliere contraddizioni e congruenze delle società in base al proprio vissuto personale. Sono concetti tanto generici quanto precisi. Non mi sento di commentare, non mi compete. Io mi limito, e voglio limitarmi, a notare le mille sfaccettature che, se raccontate con ironia, come cerco di fare, diventano piccoli cammei divertenti e realistici, ma che possono far riflettere.

Come si supera un fallimento ritrovando l’autostima?

Beh, che dire… Un critico letterario che ha partecipato alla presentazione del mio libro ha affermato che la mia cifra stilistica è ben riconoscibile e piena di un’ironia pungente… Con la stessa ironia rispondo a questa domanda dichiarando che, se avessi la risposta giusta sarei probabilmente la persona più felice del mondo. Ma quella risposta non ce l’ho e, forse, non voglio nemmeno averla, ancora meno voglio dispensare consigli. Mi limito a descrivere, a ritrarre situazioni del contemporaneo. Posso però dire una cosa, forse in generale, c’è bisogno di delicatezza. Nel trattare le cose che sentiamo. Forse.

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