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“Tutti gli indirizzi perduti”, Laura Imai Messina torna in libreria con un romanzo incantevole

Racconta tutta la magia dei sentimenti, della vita che scorre e che a volte resta impigliata nell’imprevisto: si intitola “Tutti gli indirizzi perduti” ed è il nuovo romanzo di Laura Imai Messina.

Laura Imai Messina, l’autrice italiana che ci ha fatto innamorare della cultura giapponese, torna in libreria con “Tutti gli indirizzi perduti”, un romanzo toccante e intimo ambientato in una piccola isola giapponese. Scopriamolo insieme.

“Tutti gli indirizzi perduti” di Laura Imai Messina

La sinossi del libro

C’è una piccola isola, nel mare interno di Seto, che ha la forma di un’elica e non più di centocinquanta abitanti.

Proprio lì, nell’ufficio postale di Awashima, vengono conservate tutte le lettere spedite a un destinatario irraggiungibile: un amore perduto eppure ancora presente, la ragazza che leggeva Kawabata su un autobus a Roma, l’inventore del fon, il giocattolo preferito d’infanzia, il primo bacio che tarda ad arrivare.

Come messaggi in bottiglia, sono parole lasciate andare alla deriva che non aspettano una risposta. Perché scrivere può curare, tenere compagnia, aiutarci a decifrare il mondo, o la nostra stessa anima.

«Tutto il senso dello scrivere queste lettere è, precisamente, scriverle». Un romanzo felice, pieno d’incanto, sulla potenza della scrittura e sulla meraviglia che può nascere dalla fiducia nelle relazioni, anche quelle con gli sconosciuti. Risa sbarca ad Awashima in un mattino freddo di primavera, con sé ha una sacca misteriosa gonfia di buste.

L’isola è bellissima, piena di luce, ma si sta spopolando: le scuole chiudono e gli abitanti invecchiano. Eppure proprio lì c’è un minuscolo ufficio postale davvero unico. Raccoglie tutta la corrispondenza che, da ogni parte del Giappone e del mondo, viene imbucata ma non è possibile recapitare al destinatario.

«Awashima è l’indirizzo che ha preso in carica tutti gli indirizzi perduti della terra». Risa si è offerta di catalogare le tantissime lettere arrivate in dieci anni all’Ufficio postale alla deriva (è questo il suo nome).

Chi scrive al marito che non c’è più, chi al proprio cuscino, chi chiede perdono a una lucertola a cui da bambino ha rubato la coda, chi si rivolge alla vecchia vicina di casa che gli leggeva libri quando era piccolo, chi manda cartoline alla madre che diventerà, augurandosi di saper trasmettere l’allegria.

Un lavoro enorme, quello che si è presa in carico Risa, come setacciare l’oceano, ma lei lo fa per ragioni di cuore. Perché suo padre è un postino, e ha lavorato tutta la vita affinché neppure una lettera andasse perduta.

Se dal padre ha imparato la dedizione e la tenacia con cui ci si può prendere cura delle cose e delle persone, l’eredità che le ha lasciato la madre è ben più complicata. La sua è stata una madre intermittente, che conosceva parole magiche per evocare creature del bosco e il cui sguardo offuscato si accendeva all’improvviso su ciò che agli altri restava invisibile.

Sua madre le ha insegnato la poesia e la curiosità verso ciò che è estraneo, perché «è dall’incontro con gli sconosciuti che può nascere lo straordinario». Ma ad Awashima Risa è venuta anche per un altro motivo, che finora ha tenuto segreto.

Il sospetto – o la speranza – che tra quelle migliaia di parole d’amore, rimpianto, riconoscenza, biasimo e gioia, ce ne siano alcune indirizzate proprio a lei.

Lo sconosciuto che ci forma

Quando vi approccerete alla lettura di “Tutti gli indirizzi perduti”, scoprirete una nota iniziale della sua autrice che evoca già tutto l’incanto di cui è permeato, anche questa volta, il nuovo libro di Laura Imai Messina.

Avete mai pensato al fatto che tutto ciò che vi circonda, tutto ciò che utilizzate giornalmente, è frutto delle azioni di qualcuno che non conoscete?

Chi vi ha tagliato i capelli il mese scorso, chi vi ha fornito aiuto l’ultima volta che siete andati in un negozio, chi vi dà la precedenza sulla strada per andare al lavoro, persino quella persona che vi ha fatto innervosire per un gesto improvviso… tutto, nelle nostre giornate, dipende da qualcuno di cui non conosciamo niente.

“Tutti gli indirizzi perduti” prende spunto dagli sconosciuti che rendono la nostra vita com’è per raccontare tutta la poesia. La sinossi parla già da sé. È un romanzo imperdibile, un viaggio intimo e profondo che non può lasciare indifferenti.

Chi è Laura Imai Messina

Laureata in Lettere all’Università La Sapienza, Laura Imai Messina è nata a Roma ma vive dall’età di ventitré anni in Giappone, dove si è trasferita, inizialmente, con l’intento di studiare e perfezionare la lingua.

Abita a Tokyo da più di dieci anni. Nella capitale nipponica ha conseguito un master biennale in Culture Comparate presso l’International Christian University, un phd e al momento insegna come docente a contratto in una delle più prestigiose università del paese.

La fama in Italia è arrivata dopo il 2011, anno in cui l’autrice di “Giappone a colori” ha aperto il blog “Giappone Mon Amour” e la relativa pagina facebook, punto di riferimento per i tanti amanti del paese asiatico. La sua prima pubblicazione, “Tokyo orizzontale”, risale al 2014.

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