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Thomas Mann, i 5 libri più letti dello scrittore tedesco

Paul Thomas Mann è stato uno scrittore tedesco e Premio Nobel nel 1929. In occasione dell'anniversario della sua morte ecco i suoi 5 libri più letti

MILANO – Chi non ha mai letto ”La morte a Venezia” o ”La montagna incantata”? Numerose sono le opere letterarie di Thomas Mann trasposte in pellicole cinematografiche o televisive, anche da registi del calibro di Luchino Visconti. Qui di seguito vi proponiamo la top 5 dei libri più letti del celebre scrittore tedesco.

 

1)  I BUDDENBROOK, 1901

I Buddenbrook è il primo romanzo di Thomas Mann e narra le vicende di una famiglia borghese tedesca dell’Ottocento che dopo anni di prosperità è esposta a una tragica decadenza: le basi di un patrimonio e di una potenza che sembravano incrollabili sono sgretolate da una forza ostinata e segreta. Opera di ispirazione autobiografica, questo romanzo, capolavoro della letteratura europea, esprime compiutamente la concezione estetica e politica dello scrittore tedesco, il suo rimpianto per una solida classe borghese, la coscienza della crisi di un mondo e di valori destinati inesorabilmente a scomparire.

 

2)  LA MORTE A VENEZIA, 1912

Quando esce ‘La morte a Venezia’ Thomas Mann ha trentasette anni, ed è uno scrittore ormai affermato, per alcuni critici forse al culmine della propria potenza narrativa. Una Venezia estiva ammorbata da una peste incombente ospita l’inquieto Gustav Aschenbach, famoso scrittore tedesco che ha costruito vita e opera sulla più ostinata fedeltà ai canoni classici dell’etica e dell’estetica. Un sottile impulso lo scuote nel momento in cui compare sulla spiaggia del Lido la spietata bellezza di Tadzio, un ragazzo polacco. Un unico gioco di sguardi, la vergogna della propria decrepitezza, la scelta di imbellettarsi per nasconderla, sono i passi che scandiscono la vicenda. In pieno Novecento, Thomas Mann ha colto e rappresentato la grande cultura borghese in via di dissoluzione, in un’opera emblematica che fonde la perfezione formale con la rappresentazione degli aspetti patologici di quella crisi. La morte a Venezia è certamente una delle opere più note al grande pubblico anche grazie all’omonimo film del 1971 per la regia di Luchino Visconti.

 

3)  LA MONTAGNA INCANTATA, 1924

‘La montagna incantata’ è un fedele ritratto della civiltà occidentale dei primi decenni del Novecento e, nella sua incantata fusione di prosa e poesia, è forse il libro più grandioso che sia stato scritto nella prima metà del secolo. Il libro, ambientato in un sanatorio svizzero, il celebre Berghof di Davos, narra le avventure del giovane Hans Castorp, il tipico tedesco settentrionale, un solido e rispettabile borghese. A contatto con il microcosmo del sanatorio il suo carattere subisce un’evoluzione e un incremento: passa attraverso la malattia l’amore, il razionalismo e la gioia di vivere, il pessimismo irrazionale, senza che nessuna di queste posizioni lo converta. Ma in mezzo a tante forze contrastanti, Castorp trova il proprio equilibrio. In questo mondo dove il tempo si dissolve e il ritmo narrativo si snoda in sequenze di ore, giorni, mesi e anni resi tutti indistinti dalla routine quotidiana, egli può liberamente crescere.

 

4)  DOTTOR FAUSTUS, 1947

La vicenda è narrata da Serenus Zeitblom, un amico d’infanzia del protagonista, il compositore tedesco Adrian Leverkühn; i due personaggi rappresentano per Mann il dualismo del carattere tedesco: da una parte la ragione nella democrazia e nel progresso (lo spirito apollineo di Friedrich Nietzsche), dall’altra lo spirito dionisiaco, con tutte le sue passioni ed il tragico destino che l’attende. Dopo aver composto un brano di musica dodecafonica che ha spezzato le leggi musicali tradizionali e ha anticipato i tempi, quando lo presenta agli amici Adrian impazzisce. Serenus, scrivendo la parabola esistenziale dell’amico mentre si trova in Germania tra il 1943-46, descrive in parallelo il racconto della vita di Adrian e l’ascesa e la caduta del Terzo Reich: il patto di Adrian col diavolo simboleggia per l’autore anche la vendita della propria anima da parte di Adolf Hitler alle forze più oscure e tenebrose, quelle del male assoluto.

 

5)  CONFESSIONI DEL CAVALIERE D’INDUSTRIA FELIX KRULL, 1954

La figura di Felix Krull ha accompagnato per quasi mezzo secolo l’esperienza letteraria di Thomas Mann.

Ispirato alle memorie del geniale avventuriero Manolescu, questo libro narra la turbolenta esistenza di un singolare imbroglione che, grazie alla sua estrema disinvoltura, riesce progressivamente a inserirsi nel mondo della grande borghesia ottenendo un incredibile successo. Dotato di notevole prestanza fisica unita a una naturale eleganza, Felix Krull rimarrà alla fine vittima compiacente della propria inesauribile fantasia, rivelandosi non tanto un volgare mistificatore, quanto piuttosto un esteta che esercita l’inganno con gusto raffinatissimo. ‘Confessioni del cavaliere d’industria Felix Krull’ è l’ultimo romanzo di Mann, iniziato nel gennaio del 1910, se ne pubblicò un solo frammento nel 1911. Il lavoro sull’opera fu sospeso per quasi quarant’anni, poi ripreso e, infine, pubblicato incompiuto (solo la prima parte delle memorie del protagonista) nel 1954, un anno prima della morte dello scrittore.

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