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Teresa Ciabatti, “La letteratura sa farsi carico della meschinità umana”

Teresa Ciabatti, intervistata sui nostri social, ci racconta il suo libro "Sembrava Bellezza" candidato al premio strega 2021.

Abbiamo avuto l’onore di intervistare su nostri canali social, Teresa Ciabatti, autrice del libro edito per Mondadori “Sembrava bellezza“, tra i 12 finalisti del Premio Strega 2021, il premio letterario più prestigioso d’Italia. E’ un libro di grandissimo successo, che conferma nuovamente il talento di Teresa. Un libro sincero, diretto, profondo, dove i sentimenti dei protagonisti fungono da specchio per le nostre zone oscure. Un libro incantevole che abbiamo avuto modo di analizzare e conoscere meglio insieme a lei. 

Una biografia “menzognera”

Nel libro di Teresa Ciabatti “Sembrava bellezza” si parla moltissimo di femminilità. E si parla, soprattutto di come questa si declini nell’adolescenza e nell’età adulta. Ma quanto c’è di autobiografico? Teresa Ciabatti risponde:

“Prendo la postura dell’auto-fiction ma la protagonista non mi corrisponde. Ho messo ovviamente qualcosa di mio, come ad esempio il suo corpo nell’adolescenza, ma poi ho proiettato desiderio, ambizione e tanto altro.  Nonostante sembri un “flusso di coscienza”, il libro è venuto fuori dopo un lungo lavoro, anche a livelli stilistico e linguistico. Nulla è stato buttato al caso, anzi.”

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I libri candidati al Premio Strega 2021 saranno letti e votati da una giuria composta da 660 aventi diritto. L’elezione del vincitore si svolgerà giovedì 8 luglio.

Quando l’adolescenza si traduce in rabbia

Si sa, l’adolescenza è un momento delicato, complesso per chiunque, belli o brutti. Si coltiva rancore, frustrazione e spesso si rimane intrappolati in quei ricordi negativi e ostili. Teresa Ciabatti, nel suo nuovo romanzo candidato al premio strega, parte proprio dai buchi neri che l’adolescenza lascia un po’ dentro ognuno di noi… Compresa lei.

“Io portavo dentro la rabbia per la mia adolescenza, non risolta, anche a distanza di 30 anni. La mia protagonista, infatti, è rimasta proprio ingabbiata a quell’età. Un’età dove è stata emarginata e non amata. L’ho esasperata, questa donna, ma alla fine scopre che quella sofferenza tipica dell’adolescenza, è stata condivisa da tutti. I non belli spesso non si rendono conto che anche i più privilegiati, in realtà, durante la gioventù, soffrono. Ad esempio io durante la mia adolescenza, facevo fin troppa fatica a mantenere il ritmo degli altri. Erano tutti più veloci rispetto a me, ed io ne soffrivo molto. 

 

Le radici che rendono più consapevoli

Teresa Ciabatti si è trasferita da Orbetello a Roma, nel quartiere più ricco della capitale. Questo l’ha segnata, resa più forte e soprattutto, così, ha saputo riflettere meglio su quelle che sono state le sue radici. “Io vengo dalla provincia e un tempo me ne vergognavo tremendamente. Anni fa era evidente, nel quartiere dei Parioli, che ero “diversa”. Oggi invece penso che la provincia mi abbia arricchita moltissimo. In provincia hai tutto sotto gli occhi, si è più a contatto con gli adulti, gli anziani, si vede ancora di più la “continuità” della vita.”

La letteratura si fa portavoce della meschinità umana

Nel libro “sembrava bellezza” non viene raccontato un gruppo di protagonisti modello. Non ci sono figura da idolatrare perchè “perfetti”. La Ciabatti crea persino antipatie che, però, fanno sentire il lettore molto vicino alla storia. 

“Io volevo rappresentare una specie di umanità media, con le piccole ipocrisie, con quelle bassezze che rendono “vero” un personaggio. A me non interessa mettere in scena un “io” narrante che si mette nella posizione di fare o dire sempre la cosa giusta. Non mi piace creare personaggi che potrebbero dire “quello va fatto, quell’altro non va fatto”. Non volevo imporre un punto di vista giusto rispetto ad un altro. Raccontare, invece, quello che non va, le meschinità, è più potente e questo la letteratura può farlo. In fondo, se un personaggio da fastidio al lettore, significa che ci è saputo entrare in contatto.”

Teresa Ciabatti e i giovani di oggi

Quando e se parliamo di adolescenza, non possiamo non riflettere sui nostri tempi contemporanei, dove gli adolescenti sono stati messi a dura prova. La pandemia ha “abbassato” la voce dei giovani, li ha messi un po’ in disparte, in quel silenzio in cui non dovrebbero stare. Eppure, fortunatamente, c’è chi non smette di avere speranza come Teresa Ciabatti.

“Io ho una grande passione per la nuova generazione perchè credo stia utilizzando un linguaggio estremamente innovativo per raccontare il presente. E anche perchè, in periodo così complesso, i giovani stanno combattendo ancora di più per far sentire la propria voce. Questo li rende consapevoli, autentici, li fa contraddistinguere. “

 

 

Stella Grillo

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