Nel cuore della luce mediterranea, là dove i confini tra desiderio e pensiero si dissolvono, André Gide cercò la sua verità. In occasione dell’anniversario della sua nascita, il 22 novembre 1869, vi proponiamo un itinerario letterario-turistico sulle orme di uno degli scrittori più controversi e visionari del Novecento.
Un viaggio tra Algeria, Tunisia, Italia e Grecia, seguendo le tappe reali e immaginarie de “L’immoralista” e “I nutrimenti terrestri” , romanzi in cui la scrittura si fa confessione, tentazione, rivoluzione.
André Gide ha sempre pensato che viaggiare non fosse un atto di svago, ma un modo per spogliarsi dalle convenzioni, dai ruoli, persino da sé. Il Mediterraneo, con i suoi colori arsi dal sole e le sue culture millenarie, diventa per lui non solo uno scenario, ma una fiamma interiore. È in questa geografia carnale che lo scrittore francese definisce la propria idea di libertà, una libertà erotica, spirituale e stilistica.
André Gide: Il Mediterraneo tra le rovine e il desiderio
Rileggere Gide oggi, e ripercorrere i suoi viaggi, significa confrontarsi con un’idea di letteratura come cammino iniziatico. I suoi romanzi sono mappe dell’anima: attraversano città, corpi, filosofie. Sono pagine intrise di sole, polvere e desiderio, che invitano il lettore a disfare ogni certezza e a rifarsi da capo, in ascolto del proprio impulso vitale. E come scriveva lui stesso: “Amate, amate tutto: non aspettate che il mondo vi dia il permesso.”
l’Algeria e l’inizio della metamorfosi
Il primo contatto con il Sud lo cambia per sempre. Quando nel 1893 arriva ad Algeri con il compagno Paul Laurens, Gide scopre la sensualità di un mondo che sfugge alla morale borghese europea. Lì, nei vicoli labirintici della Casbah e nei tramonti sul Mediterraneo, ha inizio quella rivoluzione personale e letteraria che culminerà ne “I nutrimenti terrestri” , libro scritto come un inno alla vita vissuta fuori da ogni gabbia.
A Biskra, un’oasi nel Sahara algerino, Gide incontra i corpi che non si possono nominare nella sua Parigi. Ragazzi nudi che ballano, uomini che vivono il giorno senza preoccuparsi della notte. È qui che comincia a scrivere, ma soprattutto a disobbedire.
L’aneddoto più celebre riguarda proprio questo luogo: anni dopo, durante un’intervista, Gide dirà che fu a Biskra che “vidi la mia ombra e la seguii, finalmente”.
Tunisia: la pagina e la carne
Nel 1902 André Gide si reca a Tunisi, Hammamet, El Djem. Le città della Tunisia, con la loro bellezza decadente, diventano la cornice ideale per “L’immoralista” , romanzo in cui il protagonista Michel, alter ego dell’autore, abbandona le certezze della vita accademica e del matrimonio per inseguire un’energia vitale che gli brucia dentro.
La tubercolosi di Michel, come quella che colpì Gide stesso, è più metafora che malattia: è la febbre di un uomo che si scopre vivo e colpevole di esserlo. Michel attraversa il Nord Africa scoprendo paesaggi e corpi, confessando al lettore le sue trasgressioni con un linguaggio lirico e glaciale.
Il suo itinerario è anche quello del lettore che, viaggiando con lui, si accorge che la moralità è una maschera sociale, e che sotto ogni viaggio si nasconde un altro viaggio: quello verso il desiderio.
L’Italia e l’arte della rinascita
Dopo il Maghreb, Gide approda in Italia. Napoli, Taormina, la Sicilia: luoghi in cui la classicità convive con la decadenza, perfetti per scrivere e per guardarsi dentro.
A Taormina soggiorna all’Hotel Timeo, affacciato sul teatro greco: qui legge Nietzsche, rivede le bozze dei “Nutrimenti terrestri”, osserva i giovani siciliani che corrono sul lungomare. Lì il suo personaggio Nathanaël prende corpo e diventa profeta di una nuova religione sensuale e poetica.
In un diario, Gide scrive: “Il Sud mi insegna che nulla è più indecente della finzione della castità”. Nella Palermo liberty, invece, frequenta circoli artistici e letterari, prende appunti su architettura, pittura e danza. La città lo affascina per il suo sincretismo culturale: cristiano, arabo, pagano. Ogni cosa, a Palermo, gli sembra ambigua e sacra.
Grecia: l’utopia classica
Ultima tappa dell’itinerario è la Grecia, visitata da Gide nel 1914. Atene e le isole diventano per lui una sorta di Eden ricostruito: i templi, i miti, la natura rigogliosa.
Qui immagina un ritorno all’innocenza antica, a un’epoca in cui bellezza e amore maschile erano parte del divino. Lo dice chiaramente ne “I nutrimenti terrestri” : “Impara ad ardere, e brucerai il mondo.” Gide non scrive una guida turistica: scrive una guida per sopravvivere all’ipocrisia. Per lui, ogni luogo è un pretesto per dire la verità. E il Mediterraneo, con la sua luce abbacinante e le sue ombre sensuali, diventa il teatro perfetto di questa verità.
