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André Gide, i libri da leggere dello scrittore francese

Scopri i principali libri da leggere di André Gide, lo scrittore della diversità e della libertà da ogni forma di ideologia e morale religiosa

Il 22 novembre 1869 nasceva a Parigi André Gide, protagonista assoluto della letteratura francese e punto di riferimento nelle produzioni letterarie di molti grandi scrittori che lo seguiranno. Tra questi  Albert Camus e in Jean-Paul Sartre.

André Gide vinse il Premio Nobel nel 1947,  “per la sua opera artisticamente significativa, nella quale i problemi e le condizioni umane sono stati presentati con un coraggioso amore per la verità e una appassionata penetrazione psicologica.”

Nel 1908, con Copeau, Ghéon, Schlumberger e altri (più tardi si aggiungerà J. Rivière), fondò la Nouvelle Revue Française, che nel periodo tra le due guerre diventerà la più prestigiosa rivista letteraria europea.

André Gide, l’autore della diversità contro l’ipocrisia

Il suo percorso esistenziale è stato difficile, lungo, fatto di profonde cadute: “Gli spiriti non sottomessi sono il sale della terra e i responsabili di Dio”.

L’opera di Gide influenza non solo la letteratura, ma anche la società odierna. E’ un autore fortemente contemporaneo per la critica al pensiero ipocrita di una società che non accetta la diversità e troppo legata ad una morale precostituita. Gide cerca di andare oltre l’ingerenza religiosa che condiziona la vita della sua epoca, e non solo.

La libertà di poter vivere la propria sfera sessuale senza vergogna o limiti imposti sono un inno al coraggio e la speranza di una società in grado di saper guardare oltre. 

Le lotta contro le costrizioni ideologiche rendono ancora più attuale il pensiero di André Gide. Non a caso, Gide fu ostracizzato anche da molti intellettuali del suo tempo per il suo ripudio al comunismo.

André Gide scrisse varie opere di stampo autobiografico e di narrativa ed espose spesso al pubblico il conflitto e, a volte, la riconciliazione tra le due parti della propria personalità, divise dalla rigida educazione e dalle meschine regole sociali ed etiche impostegli dalla società.

I libri più importanti da leggere di André Gide

Paludi 

Gide scrive Paludi sul finire del 1894, dopo la grande avventura africana, il viaggio nel Maghreb compiuto tra l’ottobre 1893 e il giugno 1894 nel corso del quale ha scoperto una vitalità sconosciuta.

È un raffinato diario intimo in cui confessa il proprio mal di vivere, il rifiuto di una letteratura separata dalla vita, l’insofferenza per gli stanchi rituali della «palude» letteraria parigina, stagnante e avvelenata dalla noia.

La prima opera significativa delle scrittore francese. In essa si gettano le basi del suo pensiero filosofico.

In Paludi si parla di esperienze di vita e di morale. Sono un inno alla vita vissuta intensamente e secondo i propri istinti e desideri, un invito all’evasione e alla liberazione da ogni pregiudizio

I nutrimenti terrestri

I nutrimenti terrestri (1897) è un manuale di evasione e di liberazione in cui, sulle orme di Nietzsche, diviene esplicito il bisogno di affrancare il desiderio dalle remore del conformismo.

Il libro è dedicato a Natanaele, un adolescente ancora prigioniero di vecchi schemi culturali e sociali, affinché apprenda ad amare l’esistenza senza pregiudizi, senza ansia di possesso, seguendo consapevolmente una propria morale.

Quest’opera è il manifesto del definitivo superamento dell’educazione puritana, in nome di una vita da vivere con gioia, fervore, attesa abbandonandosi pienamente alla felicità degli istinti.

L’immoralista 

L’immoralista del 1902 racconta l’inversione della coscienza morale occorsa al protagonista in seguito a una malattia e il seguente ritorno alla salute che sconvolge la sua fisiologia. 

Romanzo autobiografico nel quale Gide disegna con maestria un impietoso autoritratto, in grado di sviscerare il conflitto interiore personalissimo eppure universale.

Un viaggio negli abissi della morale al termine del quale scopriamo che in fondo al vizio cieco, ma anche alla virtù sterile, l’unica possibilità è l’inferno.

Durante la luna di miele in Nord Africa, il letterato parigino Michel si ammala di tubercolosi. Convalescente, si trova in maniera inaspettata  a riscoprire i piaceri della vita. Decide così di tagliare i ponti col proprio passato per forgiare un sé del tutto nuovo.

Lasciatosi alle spalle il conformismo borghese e il conforto degli studi, il giovane Michel deve affrontare le conseguenze della sua scelta: una deriva sensuale, in bilico tra edonismo e nichilismo, che sfocerà inevitabilmente in tragedia.

La Porta Stretta

In La porta stretta (1909) Alissa rifiuta l’amore del cugino Gerôme e sceglie la strada della rinuncia e dell’ascesi spirituale fino al sacrificio della vita.

In un caso è l’eccesso di desiderio a uccidere, nell’altro l’eccesso di virtù: ma, sembra suggerire l’autore, entrambe queste forme di eroismo esistenziale – la libertà assoluta come la costrizione volontaria – conducono alla dannazione dell’aridità.

La Porta Stretta, così come L’Immoralista rispecchiano il conflitto interiore di André Gide tra la rigida educazione puritana e la scoperta della propria omosessualità, vissuta con consapevole immoralismo e scandalosa franchezza.

I sotterranei del Vaticano

Pubblicato per la prima volta in forma anonima nel 1914, accolto subito da vivaci polemiche e divenuto ben presto l’opera più famosa del grande scrittore francese.

I sotterranei del Vaticano è una farsa abilmente travestita da romanzo d’avventura, una satira irriverente che prende di mira i vizi e le debolezze della borghesia cattolica e allo stesso tempo un disturbante ritratto dell’“atto gratuito”.

Un gruppo di cattolici della provincia francese si lascia convincere da una banda di truffatori, tra i quali spicca il giovane protagonista Lafcadio, forse il personaggio più riuscito ed emblematico dell’intera opera di Gide, ad accorrere a Roma per liberare Papa Leone XIII, che sarebbe stato rinchiuso nei sotterranei del Vaticano dalla Massoneria e lì languirebbe in prigionia, mentre un usurpatore avrebbe preso il suo posto.

Corydon

Con questo saggio, scritto in forma di dialogo socratico e pubblicato tra il 1911 e il 1924, Gide propone una discussione in difesa dell’omosessualità.
 
Partendo da un fatto di cronaca, in cui un uomo accusato di omicidio, a dispetto dell’assenza di prove, viene condannato perché omosessuale, l’autore ci offre una chiave di lettura dell’uranismo ben diversa rispetto all’idea in voga in quel tempo, sostenendone l’assoluta normalità, in quando parte integrante della società umana, e aborrendo ogni forma di discriminazione.
 
Per affermare questo, egli fa riferimento al mondo greco – romano, e in particolar modo alla Grecia classica e al lungo periodo di conflitto tra Sparta e Atene, periodo in cui la specie umana, a dispetto delle sue propensioni sessuali, aveva raggiunto l’eccellenza sotto diversi punti di vista.”
 

Sinfonia Pastorale

Sinfonia pastorale fu pubblicato per la prima volta nell’ottobre e nel novembre 1919 su La Nouvelle Revue Française.

In quest’opera di Gide il sentimento evangelico e l’amore terreno si sovrappongono e si confondono nel dolente rapporto tra un pastore protestante e una ragazza cieca. I temi gidiani della responsabilità individuale e del diritto a un’esistenza autentica vengono scavati in un racconto che si caratterizza per un’estrema trasparenza strutturale e stilistica.

Gertrude, una ragazza cieca che conduceva un’esistenza miserabile con la sola compagnia di una anziana parente sorda, divenuta orfana, viene accolta dal pastore Jean Martens. Da quel momento, grazie alle amorevoli cure del pastore, la sua vita subisce un netto miglioramento.

Crescendo, muta in una bellissima giovane donna, attirando su di sé l’amore lecito del figlio di Martens, Jacques, ma anche quello illecito del pastore stesso.

La situazione precipita quando Gertrude, che torna a vedere dopo un’operazione, comprende per la prima volta i suoi reali sentimenti e, divisa tra la riconoscenza verso il pastore e l’amore per il figlio di questi, è costretta a prendere una terribile decisione.

Se il grano non muore

Se il grano non muore è un libro autobiografico pubblicato nel 1924 dall’Editore Gallimard.

Il libro prende avvio dall’infanzia di Gide, mettendone in evidenza le difficoltà relazionali, l’oppressiva figura materna, il puritanesimo di un’educazione claustrofobica, e ne segue poi la crescita e la continua lotta contro questa rigida impostazione, in nome di una fedeltà inflessibile a se stesso e alla propria, anche contraddittoria, autenticità.

Dalla scoperta della propria omosessualità all’amore platonico per la cugina-moglie Madeleine, dalle crisi etiche all’equilibrio tra estasi e purezza morale, Gide in questo libro, parallelamente a quanto andava facendo nei Diari, fa di se stesso un personaggio letterario, un personaggio però che, a differenza delle creazioni romanzesche, non può essere tacciato di falsità.

I Falsari ( Les Faux-monnayeurs)

I Falsari è un romanzo di André Gide, pubblicato nel 1925 rivista Nouvelle Revue Française.
Questo romanzo fu l’occasione per Gide di una coraggiosa e appassionata difesa dell’omosessualità, presentando in esso un numero considerevole di personaggi maschili gay o bisessuali.
 
Parte importante della trama è la raffigurazione delle varie possibilità di relazione omoerotica, sia positive che negative.
 
L’autore afferma di ritenerlo il suo primo vero «romanzo», giudicando le opere precedenti solo racconti, ed effettivamente si tratta di un’opera dalla novità dirompente, che vuole interrompere la credibilità del romanzo realista, offrendo diversi punti di vista e creando sconcerto nel lettore.
 
Scritto in quella prosa cartesiana che è la vera cifra stilistica di Gide, I Falsari è antesignano del Nouveau Roman e di tanto postmodernismo, rimane un testo fondamentale per capire la Francia di ieri, ma anche l’intera Europa scomparsa nel fuoco dell’ultimo grande conflitto.
 

Viaggio al Congo (1927) e Ritorno dal Ciad (1928)

Viaggio al Congo e ritorno dal Ciad (1927) racconta un viaggio fatto dallo scrittore dal luglio 1926 al maggio 1927 nell’Africa equatoriale francese partendo dalla foce del Congo fino al lago Ciad.

Un diario che all’epoca fece scandalo per la condanna al colonialismo e al sistema governativo francese che gestire le colonie.

La necessità di raccontare le ingiustizie e i crimini cui suo malgrado assiste nel corso del viaggio prende però il sopravvento e Gide finisce per denunciare pubblicamente le pratiche violente e corrotte delle società commerciali.

Fin da giovanissimo, André Gide sogna di vedere l’Africa, che nei suoi desideri incarna la fuga dalle convenzioni e un altrove idealmente esotico, nuovo, diverso. È con questo spirito che nel 1925 s’imbarca con Marc Allégret per una missione ufficiale, incaricato dal ministro delle colonie di rendicontare, a fini propagandistici, la presunta opera civilizzatrice della Francia nelle regioni dell’Africa equatoriale.

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