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“Sulla strada” di Jack Kerouac, un libro sulla libertà

In occasione del Compleanno di Jack Kerouac, ecco la recensione del libro “Sulla strada” è un inno alla libertà in tutti i sensi. Un libro pregno di significati che si comprendono nel tempo

Il 12 marzo del 1922 nasceva a Lowell (Massachusetts, Stati Uniti) Jack Kerouac e vogliamo festeggiare il suo compleanno con un libro che nah fatto la storia della letteratura contemporanea.

“Sulla strada” è un romanzo nato on the road, come dice il titolo stesso, e racconta le esperienze di viaggio fatte da Sal Paradise (Jack Kerouac) e Dean Moriarty (Neal Cassady) lungo le infinite strade degli Stati Uniti.

Scritto nel 1951 e pubblicato per la prima volta nel 1957, “Sulla strada” vuole far conoscere alle persone il vero significato di libertà e può essere considerato il manifesto della Beat Generation.

“Sulla strada”, la trama

Il romanzo, costruito in cinque parti e scritto sotto forma di episodi, è ambientato alla fine degli anni Quaranta e descrive i giovani del movimento culturale della Beat Generation, in viaggio su tutto il vasto territorio statunitense.

Sal Paradise, pseudonimo di Jack Kerouac, è il protagonista e narratore di una serie di viaggi in autostop, in auto e in autobus, della famosa società Greyhound. Sal è uno studente cresciuto nell’Est che ha aspirazioni letterarie e conosce Dean Moriarty a New York.

I due si mettono in viaggio, animati da una infinita ansia di vita e di esperienza. Romanzo dell’amicizia e delle difficoltà dell’amore, della ricerca di sé, del desiderio di appartenenza e del bisogno di rivolta.

Il viaggio sinonimo di libertà

Il viaggio, dunque, come metafora di libertà e di conoscenza ma anche di rivolta verso una società che riconosce l’individuo unicamente come lavoratore e consumatore.

Il viaggio come esplorazione di paesaggi immensi, di enormi metropoli, in un periodo, quello post-bellico, di grande incertezza. Il viaggio come scoperta di un sé interiore, sperimentazione dell’altro, del sesso e dei legami di amicizia.

Sulla strada” è la celebrazione dell’esistenza e la felicità improvvisa, la curiosità della scoperta, l’entusiasmo per le nuove conquiste sono possibili attraverso la consapevolezza costante della fugacità dell’attimo.

l’introspezione che il viaggio suscita è il vero centro del romanzo: ogni eccesso che possa sganciare dalle sovrastrutture è stimolo per la ricerca di sé.

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La Beat Generation

Il romanzo è anche un manifesto di rivolta, di opposizione all’idea di quell’America più bigotta e intollerante: non a caso “Sulla strada” è considerato uno dei testi cardine della beat generation, di cui Kerouac e Cassady fecero parte insieme ad altri noti scrittori.

Tra questi Allen Ginsberg, William Burroughs, Gregory Corso e Lawrence Ferlinghetti. La Beat Generation è il movimento culturale, nato nel corso degli anni Cinquanta, che contesta lo stile di vita borghese americano e i valori del capitalismo opponendovi la ricerca della libertà, la sperimentazione di droghe, la sessualità e l’introspezione religiosa di tipo orientale.

È opinione comune che la Beat Generation abbia avuto fisicamente inizio alla Columbia University, nell’occasione dell’incontro di Kerouac, Ginsberg, Lucien Carr, Hal Chase e altri.

La loro era una rivoluzione di pensiero, una forma di rottura con il pensiero dominante dell’epoca. Beat era beatitudine (beatitude), nel senso di salvezza ascetica ed estatica, tipica dello spiritualismo Zen.

Le droghe, l’alcol, il sesso e il parlare ossessivo avevano lo scopo di scaricare la mente.

Beat può anche essere tradotto con “battuto”, “sconfitto” dalla società, dalle sue costrizioni, dagli schemi imposti ed inattaccabili.

Beat è il richiamo alla vita libera e alla consapevolezza dell’istante. È il battito musicale del jazz e il bepop cadenzato delle loro poesie. Beat è ribellione.

Jack Kerouac

Nato a Lowell il 12 marzo 1922 e morto a St. Petersburg il 21 ottobre 1969, Jack Kerouac è stato uno scrittore, poeta e pittore statunitense.

È considerato uno dei maggiori e più importanti scrittori statunitensi del XX secolo, nonché “padre del movimento beat”, perché nei suoi scritti esplicitò le idee di liberazione, di approfondimento della propria coscienza e di realizzazione alternativa della propria personalità relative a un gruppo di poeti statunitensi che venne chiamato Beat Generation.

Fu Kerouac a coniare il termine beat, con intento religioso e non politico-contestatario, come lo fu invece per la maggior parte degli scrittori legati al movimento beat. Beat per lo scrittore era l’equivalente di “beato”.

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