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Sul Messaggero l’intervista a Urvashi Butalia, scrittrice indiana e fondatrice di ”Kali for Woman”

LA CRITICA QUOTIDIANA – Nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, l'intervista di Azzurra Meringolo alla scrittrice Urvashi Butalia riportata sul quotidiano Il Messaggero mette in luce uno dei tanti problemi di cui la società indiana è ammalata, l'aborto selettivo...

In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, la giornalista Azzurra Meringolo intervista Urvashi, donna indiana impegnata nella lotta contro il silenzio di certe barbarie attraverso la scrittura

 

LA CRITICA QUOTIDIANA – Nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, l’intervista di Azzurra Meringolo alla scrittrice Urvashi Butalia riportata sul quotidiano Il Messaggero mette in luce uno dei tanti problemi di cui la società indiana è ammalata, l’aborto selettivo a discapito del genere femminile. A parlarne è Urvashi Butalia, fondatrice nel 1984 della prima casa editrice femminile “Kali for Women”, in prima linea nel movimento delle donne indiano.

LA DENUNCIA – Urvashi è una donna che non ama nascondere i problemi ma li denuncia e li mette in luce, come la barbara pratica in India di far abortire le donne il cui feto è di sesso femminile. «C’è una legge che impedisce di determinare il sesso del feto, ma questa è inutile, visto che nessuno la rispetta. Basta fare un giro per il Paese per accorgersi che la percentuale di donne è più bassa rispetto a quella degli uomini. Parliamo di un fenomeno che va contro natura», è così che la scrittrice parla alla giornalista del Messaggero, denunciando il “parassita” che rischia di annientare la società indiana.

LA PRATICA E LA MOBILITAZIONE – Quello dell’aborto selettivo è un fenomeno che colpisce tutti i ceti e le ragioni sono diverse, i ricchi vogliono salvaguardare il loro patrimonio evitando di provvedere alla dote della sposa, per altri conta molto la tradizione induista «secondo la quale è il figlio maschio che conduce il genitore morto in paradiso. […] Un figlio ti assicura l’oltretomba». Diversi gruppi femministi stanno cercando di fermare questa pratica e i progressi ci sono stati, anche se lenti e parziali. Si cerca di creare dibattito e soprattutto azioni concrete.

LA SCRITTURA ROMPE IL SILENZIO – «Quando ho creato Kali for Woman […] vi erano tante iniziative e le questioni di genere erano già discusse da un nutrito gruppo di donne. Quello che mancava era una letteratura che mettesse nero su bianco tutti questi discorsi. Qualcosa che poteva essere letto.» Nelle parole di Urvashi ci sono le motivazioni che l’hanno spinta a fondare la casa editrice e diventare scrittrice. Sin dall’inizio ha voluto rompere in silenzio e liberare le vittime da troppi tabù. La scrittura per Urvashi è stata la prima tappa verso il cambiamento di un sistema. Adesso «le donne sono pronte a denunciare le violenze che subiscono. Ormai si è acceso un motore che sarà difficile da spegnere. Le donne hanno schiacciato l’acceleratore e non sono pronte a tirare il freno a mano. Accosteranno solo quando si sentiranno al sicuro».

25 novembre 2013

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