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Sul Corriere, il volto banale dell’orrore nazista raccontato da Hannah Arendt

LA CRITICA QUOTIDIANA - Dalla pagine del Corriere della Sera di oggi, Corrado Stajano presenta ''Eichmann o la banalità del male''. Si tratta della nuova edizione de ''La banalità del male'' di Hannah Arendt, uscito nel 1963, in cui vengono riportati i resoconti che l'autrice pubblicò come corrispondente del settimanale New Yorker per il processo al gerarca nazista Adolf Eichmann...
Il giornalista Corrado Stajano presenta “Eichmann o la banalità del male” la nuova edizione del saggio di Hannah Arendt
 
LA CRITICA QUOTIDIANA – Dalla pagine del Corriere della Sera di oggi, Corrado Stajano presenta “Eichmann o la banalità del male”. Si tratta della nuova edizione de “La banalità del male” di Hannah Arendt, uscito nel 1963, in cui vengono riportati i resoconti che l’autrice pubblicò come corrispondente del settimanale New Yorker per il processo al gerarca nazista Adolf Eichmann. La nuova edizione, per Giuntina, oltre ai principali documenti, raccoglie anche l’intervista del 1964 di Hannah Arendt allo storico Joachim Fest e il consistente carteggio tra i due sino al 1973. 
 
LA BANALITA’ DEL MALE – “La banalità del male” è stato uno dei libri più discussi dello scorso secolo. Come sottolineato dallo stesso Stajano, “Quando fu pubblicato provocò scandalo in tutto il mondo […] ma anche un’ampia condivisione di chi si ritrovava e si ritrova in quelle idee, espressione di profonda libertà intellettuale, razionali e insieme amaramente appassionate”.  Hannah Arendt nel 1961 accettò di seguire a Gerusalemme il processo contro il criminale nazista Adolf Eichmann. Ne scrisse dei reportage che, arricchiti, divennero poi il testo. Stajano riporta le parole stesse di Fest per spiegare il lavoro della Arendt “non aveva minimamente inteso definire banale lo sterminio, né tantomeno il male in sé. Aveva semmai voluto descrivere quel male, nella sua terribile incarnazione in uno squallido personaggio”. 
 
IL RITRATTO DI UNA ATROCE NORMALITA’ – Il ritratto che emerge del protagonista  Adolf Eichmann è quella di un uomo depositario di tutti i segreti della cosiddetta “soluzione finale”, disposto a tutto pur di fare carriera. Si trattava di un uomo definibile come “normale”. E fu proprio questa sua normalità a “far gelare il sangue nelle vene alla giornalista”. 
 
FAR COMRENDERE A TUTTI LA REALTA’ – A cinquant’anni dalla pubblicazione del testo, esce ora per Giuntina una nuova edizione dal titolo “Eichmann o la banalità del male”, firmata dalla Arendt e da Joachim Fest. Si tratta di un testo che serve a comprendere meglio il primo e, come sostenuto dal Stajano, “a raccogliere le idee per chi sa e a suscitare desiderio di sapere per chi non sa”. Il nuovo testo, oltre a proporre i precedenti documenti, è arricchito dall’intervista, andata perduta e ritrovata di recente dalla Arendt, allo storico tedesco Fest; il carteggio inedito tra i due, lettere, documenti, il saggio di Mary McCarthy consonante con le opinioni della filosofa ed un’accurata bibliografia.  
 
22 maggio 2013
 
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