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Stalingrado, il libro di Vasilij Grossman e la storia che si ripete

"Stalingrado”, uno dei capolavori di Vasilij Grossman, è stato da pochissimo tradotto e pubblicato in lingua italiana a cura di Adelphi. Un libro scritto decenni fa che appare più attuale che mai.

Stalingrado” è uno dei capolavori di Vasilij Grossman, un romanzo ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale che racconta dell’attacco nazista ai danni della città di Stalingrado.

La traduzione italiana, pubblicata da pochissimo dalla casa editrice Adelphi, è diventata un caso perché arrivata con un tempismo perfetto rispetto agli eventi che stiamo vivendo in queste settimane: un libro che racconta della resistenza in un momento in cui ogni giorno sentiamo parlare e vediamo le immagini dei cittadini ucraini che resistono agli attacchi russi. Scopriamo qualcosa di più a proposito di questo capolavoro della letteratura russa.

Stalingrado

“Stalingrado” è uno dei capolavori dello scrittore russo Vasilij Grossman. Ambientato nella Russia della Seconda Guerra Mondiale, è un libro che racconta la resistenza sovietica all’attacco dei nazisti. Sul sito della casa editrice Adelphi, che ha curato la pubblicazione dell’opera in Italia, “Stalingrado” è raccontato con queste parole:

“Quando Pëtr Vavilov, un giorno del 1942, vede la giovane postina attraversare la strada con un foglio in mano, puntando dritto verso casa sua, sente una stretta al cuore. Sa che l’esercito sta richiamando i riservisti. Il 29 aprile, a Salisburgo, nel loro ennesimo incontro Hitler e Mussolini lo hanno stabilito: il colpo da infliggere alla Russia dev’essere “immane, tremendo e definitivo». Vavilov guarda già con rimpianto alla sua isba e alla sua vita, pur durissima, e con angoscia al distacco dalla moglie e dai figli: «…sentì, non con la mente né col pensiero, ma con gli occhi, la pelle e le ossa, tutta la forza malvagia di un gorgo crudele cui nulla importava di lui, di ciò che amava e voleva. Provò l’orrore che deve provare un pezzo di legno quando di colpo capisce che non sta scivolando lungo rive più o meno alte e frondose per sua volontà, ma perché spinto dalla forza impetuosa e inarginabile dell’acqua». È il fiume della Storia, che sta per esondare e che travolgerà tutto e tutti: lui, Vavilov, la sua famiglia, e la famiglia degli Šapošnikov – raccolta in un appartamento a Stalingrado per quella che potrebbe essere la loro «ultima riunione» –, e gli altri indimenticabili personaggi di questo romanzo sconfinato, dove si respira l’aria delle grandi epopee. Un fiume che investirà anche i lettori, attraverso pagine che si imprimeranno in loro per sempre. E se Grossman è stato definito «il Tolstoj dell’Unione Sovietica», ora possiamo finalmente aggiungere che Stalingrado, insieme a Vita e destino, è il suo Guerra e pace”.

Il tempismo della pubblicazione

“Stalingrado”, che non era ancora disponibile in italiano fino a qualche giorno fa, è stato tradotto da Claudia Zonghetti e pubblicato dalla casa editrice Adelphi. Il tempismo che l’editore ha avuto con questa pubblicazione è incredibile. Sembra impossibile pensare che si tratti di una coincidenza, eppure dev’essere necessariamente così!

“Stalingrado” è l’opera di Vasilij Grossman che più di tutte mostra gli orrori della guerra e le sofferenze di un popolo che cerca di resistere all’invasione e alla distruzione portate dalla guerra.

Con questo grande romanzo, Grossman si fa portavoce di tutti i popoli vittime delle guerre, dipingendo attraverso le storie dei personaggi di “Stalingrado” una città dilaniata, lacerata, ma che cerca di resistere grazie ai suoi abitanti, determinati anche a costo della vita a non perdere la libertà.

L’autore, uno dei più grandi della letteratura russa, è riuscito a dare vita a una storia avvincente che racconta la realtà di tanti paesi, una realtà triste e dolorosa, senza mancare di ironia e umorismo.

L’attualità dell’opera

“Le fiamme divampavano ovunque, appiccate da decine di migliaia di bombe incendiarie… Enorme, la città si spegneva tra il fumo, la polvere e il fuoco, nel boato che scuoteva il cielo, l’acqua e la terra”.

Impressionante come questo e tanti altri stralci di “Stalingrado” si mostrino attuali, come se fossero stati scritti in questi giorni da un reporter che stia documentando gli avvenimenti bellici in Ucraina. Leggendo queste parole pensiamo alle immagini di distruzione che vediamo ormai ogni giorno dagli schermi che ci tengono aggiornati.

Mariupol, Bucha, la stessa Kiev… leggiamo Grossman e ci immedesimiamo ripensando alle città ucraine che sono tristemente divenute note a causa della guerra. Ciò che più colpisce di “Stalingrado”, è il lucido racconto che riesce a mettere in campo Grossman attraverso le circa ottocento pagine che compongo l’opera. La città di Stalingrado, vittima della furia di Hitler e Mussolini, è la rappresentazione di tutte le città che ieri come oggi hanno resistito e resistono, con tutte le forze a loro disposizione, anche se date per spacciate.

La resistenza sovietica a nazisti e fascisti è rappresentazione ed esempio della resistenza ucraina e di qualunque altra resistenza all’occupazione di paesi liberi e determinati, alla distruzione di case abitate e di vite innocenti.

Con il suo stile distintivo e la sua forza narrativa, Grossman riesce ad unire le microstorie dei protagonisti di “Stalingrado” alla grande storia cui ciascuno di noi assiste. Un’opera che, nella sua grandezza, va letta a priori, ma che oggi deve essere conosciuta anche per il valore che essa riveste alla luce degli eventi cui assistiamo. Un romanzo immerso nella storia che è capace di rappresentare anche il presente. Assolutamente da leggere.

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