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“Sono qui per amore”, il libro che da voce al coraggio delle donne

Il libro, prefato da Eleonora Daniele, è dedicato a tutte le donne che hanno il coraggio di superare e trasformare il proprio dolore per tornare a vivere.

Sono qui per amoreedito per Gabrielli Editori, è il libro scritto dalla psicologa clinica e criminologa Antonella Elena Rossi, dedicato a tutte le donne che hanno il coraggio di superare e trasformare il proprio dolore per tornare a vivere.

Il libro è prefato dalla giornalista e conduttrice televisiva Eleonora Daniele, da sempre attenta e sensibile a tematiche sociali e impegnata in favore delle donne vittime di maltrattamenti e violenza, che del libro dice:

“Attraverso la lettura di questo libro si intraprende un viaggio che apre al coraggio, che fa decidere di andare e lasciare, di chiudere porte e situazioni per ritrovare se stesse e soprattutto la cura per se stesse. É anche un viaggio in quell’amore che esige rispetto.”

Antonella Elena Rossi, come in una eco, dà voce a tutte le donne delineando il profilo ai mutevoli e delle volte ingannevoli, volti dell’amore, accompagnando ciascuna di noi in un’autentica riflessione sull’amore, un amore puro che resiste oltre il muro del tempo e dell’inganno capace quindi di vincere il dualismo luce/ombra andando al di là dei confini imposti e che con forza e coraggio elide le barriere e non le subisce.

Il libro si rivela anche come una decisa protesta contro la ferocia dell’uomo che vuole le donne subordinate e asservite, annullando la loro identità usando vigliaccamente il ricatto dell’umiliazione, la negazione oltre che la violenza verbale e fisica.

Pagina dopo pagina, matura nel lettore la consapevolezza che amare senza confini e senza ostacolare il proprio partner, è possibile, richiede impegno, cura e gestione responsabile delle emozioni. Ci sono relazioni che imprigionano l’amore, mentre altre vissute consapevolmente, hanno le ali e lasciano volare sempre più in alto imparando ad accettare anche ciò che non è possibile controllare, con maturità e rispetto nella quotidianità.

Un amore incondizionato insomma in cui la prova d’amore più grande è quella di lasciare libero il proprio partner di esprimere se stesso, con consapevolezza e serenità e non come idealmente vorremmo fosse.

Una relazione d’amore in cui ci si riservi e conceda lo spazio per vivere la propria individualità, dove non coesistono pregiudizi, giudizi e il bisogno di controllo ma si viva l’Altro con totalizzante accettazione.

Sono qui per amore

Sinossi del libro

Nel libroSono qui per amore” sono raccolte le storie di alcune donne che la psicoterapeuta ha incontrato durante il suo percorso professionale. Una eco di voci racconta i diversi volti dell’amore nell’età contemporanea.

Il tema fondante di questo libro è la consapevolezza di vivere l’amore per essere più forti e vincenti davanti alle difficoltà che si presentano durante l’altalena della vita.

Storie d’amore che si vivono nel periodo adolescenziale, periodo in cui comunemente si sperimentano i primi turbamenti del cuore, il cambiamento del corpo e delle relazioni.

Storie di amore tra donne e uomini adulti, che inseguendolo si sono dimenticati di cosa questo sentimento significhi davvero.

Attraverso la lettura di questo libro si intraprende un viaggio che apre al coraggio, che fa decidere di andare e lasciare, di chiudere porte e situazioni per ritrovare se stesse e soprattutto la cura per se stesse. È anche un viaggio in quell’amore che esige rispetto.

Queste pagine parlano. “Io sono qui per amore” esprime il pensiero dell’autrice e con lei di tutte le protagoniste del libro: ci sono per esserci, per aiutarti, e per amarmi.

“Credo che la vita di una persona sia come un libro, dove la libertà sta nel fermarsi a un capitolo piuttosto che a un altro, saltare frasi e paragrafi fino ad arrivare a riscriverlo con un finale diverso.

Grazie alle persone che incontriamo e al destino che ci procuriamo, alle narrazioni che facciamo di noi e della nostra vita, possiamo riscrivere il nostro libro mille e mille volte.”

(dalla Prefazione di Eleonora Daniele)

Intervista ad Antonella Elena Rossi

Qual è stato il momento in cui ha scelto di scrivere il libro e mettere nero su bianco, dando loro voce, la storia di donne? Il cuore del libro è la storia di Angela. Questa lettera l’ho scritta anni fa, mentre seguivo un caso e ogni volta che vedevo una donna uscire da un matrimonio con un maltrattante lo schema era sempre lo stesso e la storia di Angela si ripeteva.

Da quel momento ho pensato che la storia di Angela potesse essere di supporto ed esempio per molte donne che stavano o stanno affrontando la fine di un matrimonio e non avevano il coraggio e la forza di uscirne perché si sentivano sbagliate.

Un altro momento decisivo per la pubblicazione del libro è stata la storia della ragazza con la valigia che mi ha affidato la sua dolorosa storia di violenza da un amico di famiglia e siccome il lupo si nasconde spesso tra gli amici di famiglia mi è sembrato giusto raccontarla, anche per i genitori quando vedono che i propri figli si trasformano e diventano aggressivi spesso dietro quell’apparente aggressività si nasconde un grido e una richiesta di aiuto.

Figure parentali, insegnanti ed educatori cosa devono e possono fare per accompagnare i giovani ad amare, con il coraggio di essere se stessi, loro stessi e di conseguenza l’Altro da sé in ottica di un amore universale? Gli insegnanti sono come delle antenne e dovrebbero esserlo sempre. In una società contemporanea che tende alla virtualità, a mondi intesi come costruzioni fantastiche della realtà, i ragazzi sono sempre più fragili e amarsi e amare l’altro è una sfida che si fa sempre più difficile.

È quindi importante accompagnare i ragazzi all’amore verso se stessi quindi all’autostima e alla resistenza alla vita.

Si rende necessario, come diceva Rogers, praticare “l’ascolto attivo” quindi praticare l’educazione invisibile ovvero quello che si nasconde ai nostri occhi, che non vediamo e soprattutto che i ragazzi non riescono a verbalizzarci.

Le antenne che ci sono nelle scuole sono fondamentali.

Un consiglio che do agli insegnanti di ogni ordine e grado è di osservare i ragazzi quando non si sentono guardati. Durante il momento formale delle lezioni frontali indossano delle maschere al contrario quando sono insieme ai loro pari emergono i veri volti di questi ragazzi.

Se vediamo un ragazzo isolato rispetto al gruppo e che ha difficoltà relazionali con il resto del gruppo classe l’insegnante diviene fondamentale, anche un ponte tra ragazzo e famiglia.

“Finisce solo quello che non era”, cosa consiglia a chi vive la fine di un amore? La fine di un amore è sempre un momento tragico a qualsiasi età e lo è ancor di più tra i ragazzi.

La fine di un amore segna la fine di una parte di noi.

Come dico sempre, con la fine di un amore lasciamo andare una parte di noi.

Contestualmente ringraziamo questa conclusione del sentimento perché ci dà modo di approdare a una nuova identità, aprendoci a un nuovo Io che ci porterà verso un nuovo amore e un altro noi che cresce, maturando esigenze nuove e inesplorate.

A volte gli amori finiscono perché si raggiunge la meta del viaggio.

Tanti amori ci accompagnano per un pezzo poi cambiamo noi, cambiano loro e dobbiamo cambiare strada, viaggio e meta soprattutto.

Cosa dobbiamo fare per far sì che la relazione sia autentica? La relazione autentica passa attraverso il desiderio. Spesso e volentieri ci si mette insieme perché si uniscono le proprie ferite ed è lì che si sostanziano gli amori tossici.

Quando ci si unisce nelle proprie ferite e mancanze e aspettiamo che l’altro ci salvi dalle nostre mancanze e ferite, quell’amore lì non potrà mai finire bene.

L’amore, quello vero, può anche iniziare con delle ferite ma poi le ferite dobbiamo curarle da soli senza aspettare che l’altro ci salvi.

L’amore vero è l’unione di due singolarità molto strutturate e non aspettare che l’altro ci salvi ma sia un valore aggiunto e autentico nella nostra vita.

Stereotipi e pregiudizi di genere, quale potrebbe essere, la chiave per elidere le barriere sociali in amore e per far sì che la società spesso assolutista e ghettizzante non faccia scaturire il senso di colpa per amare una persona dello stesso sesso o di età anagrafica superiore, d’altronde Califano cantava: “Cos’è l’amore quando si ama…” è così? L’amore non ha né genere né carta di identità ma è libero di esprimersi in ogni possibile forma. Parlare e costruire ragionamenti privi di giudizi legati a stereotipi o pregiudizi è il primo passo per creare una società libera e autenticamente democratica nel rispetto dell’unicità di ciascuna persona.

La mission di questo libro è parlare dell’Altro per far capire che le vite degli altri in realtà sono anche le nostre ed è così che lo stereotipo si supera, sapendo che anche l’Altro sta vivendo una situazione analoga alla propria. La consapevolezza che non si è soli aiuta molto di più di tanti falsi e vuoti proclami.

Una collettività che permette lo stereotipo e il pregiudizio, girandosi spesso dall’altra parte, creando così evitamento e distacco è conseguenza dello stato emotivo chiamato paura. Non dobbiamo avere paura perché nelle vite degli altri ci siamo anche noi e allo stesso tempo gli altri sono nelle nostre vite.

Se giudichiamo l’Altro significa che non stiamo vivendo una vita autentica.

Qual è il primo elemento comune nella personalità maltrattante dal quale, senza revisione di sorta, bisogna allontanarsi? Il maltrattante comincia da piccolissime cose. Appena percepiamo un controllo sulla nostra vita, da parte di qualcuno, dobbiamo scappare.

Chi vuole controllare la nostra vita non vuole noi ma qualcuno a proprio modello, un’immagine di se stesso per cui vuol dire che non ci vede.

Se ci controlla e non ci vede stiamo normalizzando un comportamento che potrebbe sfociare in violenza.

L’autrice

Antonella Elena Rossi

Antonella Elena Rossi risiede a Verona, è psicopedagogista, psicologa clinica, criminologa, formatrice in counseling logo-analitico ed esperta in comunicazione efficace (PNL).

Ha collaborato con le Università di Verona, Padova e Venezia

È stata consulente delle Asl 22 di Verona per il Progetto Benessere che coinvolge le scuole dell’infanzia, elementari e medie. Svolge il ruolo di supervisione per nove asili nido.

È stata docente di ruolo presso una Scuola Serale per adulti.

Da 2 anni è ospite fissa su Rai 1 nella trasmissione di successo “Storie Italiane” condotta da Eleonora Daniele.

Conduce “La chiave di volta” rubrica su Unicusano tv all’interno della trasmissione crimini e criminologia.

Numerose le sue pubblicazioni in ambito educativo e didattico.

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