È una meditazione sull’invecchiare, ma soprattutto sull’accettazione del cambiamento “Socrate, Agata e il futuro”, il nuovo saggio di Beppe Severgnini che da settimane si trova in cima alle classifiche di vendita e che adesso risulta primo fra i libri più venduti in Italia, superando anche i titoli di narrativa. Scopriamolo più da vicino.
“Socrate, Agata e il futuro” di Beppe Severgnini
La sinossi del libro
La vita umana, insegna l’induismo, si divide in quattro periodi: il primo serve per imparare, guidati da un maestro; il secondo per realizzare sé stessi; il terzo per insegnare e trasmettere la conoscenza; l’ultimo, segnato da un progressivo disinteresse verso le cose materiali, per prepararsi al congedo. Molti, oggi, non lo ammettono.
Nonostante l’età, continuano a sgomitare, spingere, accumulare. Inseguono cariche, conferme, gratificazioni sociali. Non sanno rallentare, ascoltare, restituire. Con l’aiuto di una nipotina che insegna il disordine quotidiano (e mette i palloncini sul busto di Socrate), Beppe Severgnini riflette sul tempo che passa e gli anni complicati che stiamo attraversando.
«Le cose per cui verremo ricordati – scrive – non sono le cariche che abbiamo ricoperto e i successi che abbiamo ottenuto. Sono la generosità, la lealtà, la fantasia, l’ironia. La capacità di farsi le domande giuste.» Don’t become an old bore, non diventare un vecchio barbogio: ecco l’imperativo. L’autore invita a «indossare con eleganza la propria età».
Per farlo serve comprendere il potere della gentilezza, imparare dagli insuccessi, allenare la pazienza, frequentare persone intelligenti e luoghi belli, che porteranno idee fresche. Serve accettare che c’è un tempo per ogni cosa, e la generazione dei figli e dei nipoti ha bisogno di spazio e incoraggiamento. Non di anziani insopportabili.
Accettare il cambiamento
Niccolò Fabi direbbe “vince chi molla”. Beppe Severgnini estende il concetto a un libriccino che si legge in una manciata di ore con piacevolezza. “Socrate, Agata e il futuro” è un saggio di costume che esplora l’arte dell’invecchiare e racconta con ironia chi di invecchiare “con eleganza” proprio non ne vuole sapere.
È una lettura che riguarda tutti, ma che di certo tocca più da vicino chi è prossimo all’età senile, chi si sente scombussolato dal tempo che passa e che modifica tutto, anche i sentimenti.
Il libro comincia con una scena esilarante in un aeroporto sardo: un uomo attempato corre spasmodicamente: parla, non smette di parlare; si fa notare con il suo look originale e i suoi modi stravaganti. Da qui parte una riflessione sul cambiamento e sulla sua accettazione, sui valori che possono salvarci da questa corsa senza soluzioni, sulle cose che ci aiutano a invecchiare con consapevolezza e armonia.
E sebbene il libro sembri trattare di filosofia per via del titolo che menziona il pensatore greco, in realtà non lo fa: è una disamina sull’essere umano e sulle virtù necessarie per “vivere bene”, a qualunque età. In questo, l’esperienza personale è un validissimo aiuto: la Agata del titolo è, infatti, la giovanissima nipotina di Beppe Severgnini, che già a due anni mostra al nonno una strada diversa, più consapevole e lineare.
Chi è Beppe Severgnini
Giuseppe Severgnini, meglio conosciuto come Beppe, classe 1956, è un editorialista, opinionista, conduttore televisivo, giornalista e saggista originario di Crema.
Dal 1995 lavora per il Corriere della Sera, per cui oggi è editorialista con il forum Italians. È stato corrispondente in Italia per testate internazionali, fra cui il The Economist e il New York Times. È appassionato di calcio – tifoso sfegatato dell’Inter – e si diletta regolarmente nella scrittura di saggi che esplorano temi sociali, politici, interculturali e, più in generale, di costume.