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Sir Max Hastings, ”L’economia può essere oggi la causa scatenante di una guerra”

Sir Max Hastings è autore di 24 libri di successo, ex corrispondente di Guerra e direttore dal 1986 al 2002 delle testate Britain’s Daily Telegraph e Evening Standard...

Nel corso del Festival èStoria, è stato assegnato a Sir Max Hastings il ”Premio Friuladria Il romanzo della storia” per aver principalmente affrontato il tema della seconda Guerra Mondiale e della storia militare

GORIZIA – Sir Max Hastings è autore di 24 libri di successo, ex corrispondente di Guerra e direttore dal 1986 al 2002 delle testate Britain’s Daily Telegraph e Evening Standard. Collabora attualmente con la BBC nel palinsesto dei documentari storici. Ha ricevuto numerosi premi tra cui Reporter of the year negli anni Ottanta. E’ lui  a vincere il premio Friuladria Il romanzo della storia che, in collaborazione con  Pordenonelgge il festival èStoria gli ha consegnato a Gorizia sabato 24 maggio. In una vasta opera, Hastings ha principalmente affrontato il tema della seconda Guerra Mondiale e della storia militare. Attraverso una miriade di microstorie tratte dai più diversi scenari, e costellate di aneddoti e testimonianze toccanti, Hastings ricostruisce, con un scrittura fluida e coinvolgente, l’esperienza umana che si forma nell’inferno della guerra, l’esperienza di milioni di individui, soldati in prima linea o civili, schiacciati dalla necessità di sopravvivere. Nell’elaborare questo quadro, da storico di tempra, non perde però di vista i dati quantitativi e statistici, riuscendo a far confluire generale e particolare e incasellando con fluidità di scrittura fatti e fattacci del Novecento.

LA GRANDE GUERRA NELLA VISIONE DI HASTINGS – In Catastrofe 1914 . L’Europa in guerra ( edizione Neri Pozza) Hastings torna a una narrazione più tradizionale delle origini della prima guerra mondiale:  la Germania è di nuovo investita del ruolo di principale responsabile nello scoppio del conflitto, mentre l’intervento inglese viene ampiamente giustificato da una realistica valutazione degli interessi strategici dell’impero britannico. Ma a Gorizia Hastings non risparmia le critiche. La Gran Bretagna, in particolare, viene accusata di velleitarismo per essersi assunta impegni militari in Europa che era totalmente impreparata ad affrontare, non avendo un esercito di leva.  Anche la Russia non era pronta perchè era ancora alle prese con un programma di riarmo. “ Tutte le nazioni – dice Hastings – arrivano alla guerra in forma improvvisata, tranne la Germania che era il paese più avanzato tranne che per la figura del Kaiser, che rappresentava ancora una forma tradizionale di gestione del potere”.  Sull’Italia è ancora più duro: “Sono convinto che la decisione dell’Italia di entrare nella Grande guerra sia stata dettata da pura follia. E lo stesso può dirsi per l’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale”. Più incisivo ancora il giudizio sui generali in guerra:  “Difficile dire chi, all’interno della prima guerra mondiale, siano stati i generali peggiori, ma, senza dubbio, Cadorna rientra in tal gruppo. E certo Borojevic appartiene al suo stesso livello”.

LE CONSEGUENZE TRAGICHE DELLA PACE DI VERSAILLES – Sulla presunta conoscenza dell’attentato di Sarajevo da parte della Serbia ( tesi dello  storico australiano Christopher Clarks) Hastings commenta “ In realtà nessuna nazione si può caricare sulle spalle l’accusa di aver acceso la tragedia. Forse se i tedeschi avessero fermato gli austriaci ad agosto non sarebbe infuriata alcuna battaglia. E comunque non esiste buona causa che giustifichi un’ecatombe, come altresí nessuna gloria vale mai un male”. Anche sulla conclusione della Grande Guerra il suo giudizio è tagliente : “La pace di Versailles  non fu un buon accordo perché  permise alla Germania di consolidarsi e di preparare l’avvento di Hitler. Grave errore dei vincitori fu  non aver occupato la Germania per verificare che le sanzioni fossero rispettate”.

L’EUROPA ADESSO – Cent’anni dopo persiste l’incertezza e, per questo, è ancora carica di suggestione . E adesso? ‘L’Europa ribolle, certo i sentimenti non sono gli stessi di allora, però… Non temo una guerra, certo è che l’economia è un fattore scatenante ben piú di quello militare. Putin una minaccia? Direi di no. Fossimo nel 1914 uno come lui potrebbe accendere micce. Non nel 2014”.

Alessandra Pavan

26 maggio 2014
 
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