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Sepúlveda e l’inesplorata terra della poesia cilena

Il Cile è una fascia di terra sottile, stretta fra l'oceano e le Ande. Un piccolo serpente di che si stira fra il deserto di Atacama, el Norte Grande, e la Zona austral, la cui ultima punta è il Capo Horn dell'aspra Patagonia...
Il Cile, Paese ospite al Salone Internazionale del Libro, si presenta attraverso i testi dei suoi più grandi artisti
“Perché cantate la rosa, o poeti!
Fatela fiorire nella poesia”
(Vicente Huidobro)
TORINO – Il Cile è una fascia di terra sottile, stretta fra l’oceano e le Ande. Un piccolo serpente di  che si stira fra il deserto di Atacama, el Norte Grande, e la Zona austral, la cui ultima punta è il Capo Horn dell’aspra Patagonia. Il Cile è una terra di gente appassionata, combattiva, sentimentale. Un Paese sconvolto dagli orrori di una dittatura che ha seguito l’età poetica e romantica di Salvator Allende, ennesima delle vittime del regime militare. La letteratura cilena di questo secolo è per questo stata una letteratura militante, rivoluzionaria, antigovernativa, senza smettere un istante di essere però la voce più profonda del cuore dei suoi poeti. Il Salone Internazionale del Libro ha quest’anno il Cile come Paese ospite, dedicando alla sua ampia produzione letteraria una serata intera condotta da uno dei suoi più grandi esponenti: Luis Sepúlveda.
I POETI CILENI –  “Quattro Grandi” poeti cileni fanno da bandiera per celebrare la magnificenza della produzione artistica andina: il dolore e la nostalgia di Gabriela Mistral (prima donna latinoamericana a vincere il Nobel per la letteratura), l’avanguardia di Pablo de Rokha, le atmosfere visionarie di Vicente Huidobro ed il romanticismo di Pablo Neruda. Accanto a personaggi di tale calibro si accompagnano artisti come l’antipoeta Nicanor Parra, “don Nica”, cultore dell’irriverenza letteraria e vincitore del prestigioso Premio Cervantes del 1999, nonché fratello di quel celeberrimo ed incantevole personaggio della musica sudamericana che fu Violeta Parra. Conosciuta a livello mondiale è l’intera opera cinematografica, letteraria e poetica del polifacético Alejandro Jodorowsky: una creatività sconfinata che ha permesso all’artista di diventare mimo, poeta, attore, regista d’avanguardia, tarologo e scrittore, ma prima di tutto sanador. Jodorowsky ha infatti creato, a partire dalle proprie ricerche in america latina, la psicomagia: una vera e propria evoluzione della medicina tradizionale, la quale, unita alla conoscenze sviluppate in campo psicoanalitico,  rappresenta una terapia panica posta ai confini del teatrale e del magico.
LUIS SEPULVEDA – Il Cile raccontato da Marcela Serrano, Isabel Allende e Roberto Bolaño ha visto sempre più affermato il proprio riconoscimento internazionale attraverso la produzione di Luis Sepúlveda, autore di romanzi traboccanti di passione come Il vecchio che leggeva romanzi d’amore o Un nome da torero, nonché di fiabe note in tutto il mondo come Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare ed il più recente Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico. Nella produzione di Sepúlveda, elemento portante è sempre la denuncia politica ed ecologica, una lotta contro il potere approfittatore che schiaccia impietosamente chi non ha il coraggio di alzare la voce. È così che gli eventi della storia cilena sono rivissuti da Sepúlveda (egli stesso parte della guardia personale di Salvador Allende) nei suoi racconti informalmente autobiografici come Le rose di Atacama e Ingredienti per una vita di formidabili passioni, il nuovo testo che verrà presentato questa settimana in occasione del Salone Internazionale del Libro di Torino. L’inchiostro di Sepúlveda rappresenta uno dei punti fermi della letteratura mondiale, di quella parte dell’universo letterario non preoccupato soltanto di vendere quanto piuttosto di dire qualcosa: se c’è una cosa che abbiamo appreso dai libri degli autori cileni, è che la scrittura non è soltanto un fine, ma anche e soprattutto un mezzo per diffondere un messaggio. Un messaggio che, in Cile, è stato spesso sporcato con i colori del sangue e dell’umiliazione di un intero popolo.
 
Andrea Arricale
 
17 maggio 2013
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