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“Se non può esserci egual sentimento, che io sia colui che ama di più” di Wystan Hugh Auden

La citazione del giorno è tratta dalla poesia "Colui che ama di più", contenuta nella raccolta di poesie "Omaggio a Clio" del 1960

La citazione con cui vi proponiamo di iniziare la giornata è “Se non può esserci egual sentimento, che io sia colui che ama di più” di Wystan Hugh Auden, del quale oggi ricordiamo la nascita avvenuta il  21 febbraio 1907.

La colonna sonora di oggi è “Un tempo piccolo” di Franco Califano

Wynstan Hugh Auden

W. H. Auden è stato un poeta, un drammaturgo e un librettista inglese. Dopo la laurea a Oxford, insegna per un pò di anni ma nel 1939, prima dell’inizio della seconda guerra mondiale, si trasferisce negli Stati Uniti e prende la cittadinanza americana.

Eccentrico, vivace e profondamente colto, Auden nacque a York da un medico e da una infermiera missionaria. Fautore delle dottrine di Marx e Freud, fu una delle personalità più importanti del XX secolo e fu caposcuola di un gruppo di poeti d’avanguardia. La sua produzione poetica si caratterizza per la sperimentazione linguistica e per i contenuti sociali, politici e ideologici. Il premio Nobel Joseph Brodskij lo ha definito “la più grande mente del ventesimo secolo”.

W. H. Auden

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Omaggio a Clio

La raccolta contiene poesie brevi, scritte da Auden tra il 1955 e il 1959. Il libro è diviso in tre parti: nella prima ci sono poesie su temi storici, la seconda è formata da testi in prosa, e la terza da componimenti poetici brevi.

Amando impariamo a riconoscere la grazia che è in noi.

La citazione di oggi “Se non può esserci egual sentimento, che io sia colui che ama di più” è un inno all’amore disinteressato. Sentiamo spesso parlare della reciprocità, del sentimento amoroso che deve essere ricambiato in egual misura e con la stessa intensità, ma in questa poesia Auden ci spiega quanto, invece, sia importante “fregarsene” dell’emozione dell’altro e buttarsi a capofitto nelle profondità del proprio sentire. 

Così come le stelle si fanno guardare dal basso della terra e si fanno ammirare in tutto il loro ardore, restano comunque indifferenti a ciò che ci accade. Potremmo anche pensare di fare a meno di loro, di dimenticarcene per l’intera giornata o per giorni e giorni, ma nel momento in cui, di notte, rivolgeremo lo sguardo al cielo il luccichio delle stelle, anche se indifferente alla nostra umana condizione, avrà un effetto dirompente. Amate, suggeriscono al nostro animo le stelle; amate e lasciatevi sconvolgere dal vostro sentimento; amate e attraverso l’amore andate alla ricerca delle vostre radici, di ciò che veramente siete. Proprio come suggeriva Camus, quando diceva che non essere amati è una sfortuna , ma non amare è una vera disgrazia. Amando impariamo a riconoscere la grazia che è in noi.

“Colui che ama di più”

Guardando le stelle lassù,

so bene che per quanto importi a loro,

posso anche andare all’inferno.

 

Ma sulla terra,

l’indifferenza dell’uomo o della bestia

è il minimo che abbiamo da temere.

 

Come ci sentiremmo se le stelle

dovessero bruciare di una passione

che non possiamo ricambiare?

 

Se non ci può essere un affetto uguale,

fa che sia io quello che ama di più.

 

Ammiratore, come penso di essere,

delle stelle che se ne fregano di me,

non posso dire – adesso che le vedo –

che qualcuna mi è mancata terribilmente durante il giorno.

 

Se tutte le stelle dovessero scomparire o morire

imparerei a guardare un cielo vuoto

e percepire la sua sublime totale oscurità,

benché mi ci vorrebbe un po’…

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