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Salento…da scrivere

Scrivo pagine intrise di mare e con le radici a Sud, nel mio Sud. Quello dimenticato dei Poeti, quello che ora va di moda. Riscopre la Taranta ย e sโ€™inventa lโ€™industria del divertimento, il mio Sud, perchรฉ altre industrie qui non ce ne sono, e i laureati vanno a lavorare al Nord e allโ€™estero, sempre che non vogliano mettere una laurea nel cassetto e campare alla giornata, tanto qui vivere costa meno che altrove.

Scrivo come hanno fatto tanti prima di me, perchรฉ non si inventa niente e i luoghi dellโ€™anima ci respirano dentro: ci appartengono e noi appartiamo a loro, con la devozione mista allโ€™insofferenza degli incapaci che non sanno dove altro potrebbero inventarsi la vita.

 

Qui cโ€™รจ un mare che fa passare tutte le malinconie, quando si calmano le onde dellโ€™inverno e il grande blu svela lโ€™occhio turchese delle trasparenze, tra fondali sabbiosi e coste rocciose, che lasciano scorgere i pesci del fondo anche ai bagnanti dโ€™agosto, impacciati nei tuffi ma saccenti nello giudicare, piccole Golette Verdi con gli occhiali da sole, la borsa termica e le attitudini di cittร  mal convertite alla risacca.

Qui cโ€™รจ un mare che ti culla con il suo fragore, nelle stagioni in cui ti accoglie senza chiederti nulla, perchรฉ sa che non sei un forestiero e con lโ€™umido intenso hai imparato a convivere.

Quello stesso mare ti fissa con occhio irriverente se lo guardi attonito e tโ€™inventi una vacanza di unโ€™ora, perchรฉ se un lavoro non ce lโ€™hai, se i tuoi progetti non hanno la forza o le spinte giuste per diventare realtร , allora anche quel mare ti sussurra sottovoce che sei un fallito e ti fa scappare via, altrove che non si sa dove sia.

 

Scrivo del Salento semplicemente perchรฉ รจ la terra dove sono cresciuta e dove mi sto intristendo, lasciando scorrere stagioni scandite dal ritmo del sole, in cui non cโ€™รจ lavoro eppure ci si mette lโ€™abito della festa per due mesi allโ€™anno ad accogliere i vacanzieri. Il Salento รจ in crisi da prima della grande crisi, noi che abbiamo una certa familiaritร  con i conti che non quadrano lo sappiamo bene. Eโ€™ una terra che si fa amare e odiare al tempo stesso, lo scriveva Vittorio Bodini, lo abbiamo pensato in tanti.

E siamo restati qui, incapaci di partire e andare altrove.

 

Altrove. Si potrebbe cercare un altrove di luoghi da raccontare, ma sarebbe un esperimento, un gioco, un passatempo. Chi ha imparato questo dialetto e questa povertร , resta qui per ricominciare ogni volta. Qui abbiamo i Luoghi dellโ€™Allerta e una manciata di versi che ci fanno compagnia: di Poeti che non abbiamo mai conosciuto, ma che ci sono entrati dentro scrivendo di questa terra di frontiera, in cui la gente รจ semplice e il ritmo lento, in cui la Poesia รจ una grotta e il basilico profuma piรน che altrove.

 

Qui si legge poco e niente, eppure si fanno maree di presentazioni di libri.

Ci inorgogliamo quando uno scrittore famoso scrive delle nostre terre. Eโ€™ un tributo dโ€™immortalitร  al Salento di cui andar fieri. Vediamo riconosciute le bellezze dei luoghi, perchรฉ siamo convinti di abitare nel posto piรน bello del mondo. Siamo capaci, tuttavia, di fare polemiche inutili e sterili per ogni cosa. Siamo piccoli dentro e lo dimostriamo, nostro malgrado, anche a chi รจ venuto da fuori e ci ha regalato una bella pagina di notorietร , con garbo, stile, eleganza.

E a chi si mette in prima linea rivendicando primati di scrittura, possiamo solo dire che mentre le nostre pagine restano qui e sono lette dallโ€™associazione di paese, quelle di un grande scrittore viaggiano ovunque e non cโ€™รจ bisogno di ordinare i suoi libri su IBS perchรฉ a Milano, Roma, Torino, ovunque, trovi quel titolo in libreria.

 

Noi piccoli scrittori vorremmo andare altrove e prendiamo i nostri libri per mano, con passione ed egocentrismo, accompagnandoli in un cammino denso e faticoso: qualcuno ci legge, qualcuno ci ignora, pochi sanno che esistiamo eppure chi ci ha scoperti ci ha sottolineato, riletto, amato.

Si spera che altrove sia diverso, un giorno, intanto si resta qui.

In questa terra dove tutti scrivono, molti, moltissimi, pagano per pubblicare, pochi sono scrittori e io mi sento unโ€™illusa che scrive lettere dโ€™amore e le affida al mare.

Ogni volta che vedo una bottiglia incrostata dal sale, sul fondo del mare in cui mโ€™immergo, voglio pensare che in quella bottiglia ci fosse il messaggio di qualcuno che, come me, ha scritto semplicemente parole dโ€™amore per questa terra bagnata da due mari e da molte lacrime. Quelle di chi resta.

 

Salento. Non ci sono nata, ma altrove non saprei vivere.

 

Maria Pia Romano

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