Ecco il ritorno di un romanzo che possiamo considerare un grande classico contemporaneo diventato un fenomeno mondiale conquistando generazioni di lettori. Il 5 settembre 2025 Il Saggiatore riporterà sugli scaffali Foxfire, uno dei romanzi più iconici di Joyce Carol Oates.
Pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1993, il libro è diventato rapidamente un cult, e la sua nuova edizione in Italia, dopo oltre trent’anni dalla prima pubblicazione, conferma il suo status di classico moderno. Foxfire non è solo un romanzo, ma è un manifesto narrativo, un affresco potente e disturbante che ha cambiato il modo di raccontare la rabbia femminile e la ribellione giovanile, lasciando un segno profondo nella letteratura contemporanea.
La trama di Foxfire: Una storia di rabbia e sorellanza
La storia di Foxfire è ambientata negli anni ’50, in una provincia americana segnata dalla povertà, dal patriarcato e dall’ipocrisia sociale. Al centro ci sono le “Foxfire”, una gang di ragazze adolescenti che decide di ribellarsi a un mondo ostile e violento.
La loro leader è Legs Sadovsky, figura magnetica e carismatica, una ragazza pronta a sfidare l’autorità a costo di autodistruggersi. La vicenda è raccontata da Maddy Wirtz, membro della gang che anni dopo ricostruisce le imprese, le lotte e le cadute di questo gruppo di ragazze unite dalla rabbia e dall’amicizia, trasformando la loro storia in un mito fondativo.
Lo stile di Oates è crudo, diretto, senza filtri: l’autrice riesce a calarsi nella mente di adolescenti ferite e ribelli, dando voce a sentimenti che raramente avevano trovato spazio nella letteratura “alta” degli anni ’90.
Un romanzo che ha riscaldato la critica
Fin dalla sua uscita nel 1993, Foxfire ha diviso critici e lettori, imponendosi come un’opera che sfida e provoca. Da un lato, c’è chi lo ha accolto come un capolavoro straordinario, capace di dar voce a un sentimento femminile rabbioso, feroce e finalmente incontrollato.
Molti hanno parlato di uno stile “brutale e lirico allo stesso tempo”, capace di trascinare il lettore nella mente di ragazze ferite e determinate, restituendo un’“evocazione spesso scioccante della rabbia femminile” e un “romanzo energico, illuminato da un’intensità emotiva travolgente”
Dall’altro, però, non sono mancate le perplessità. Alcuni commentatori hanno denunciato una narrazione violenta fino all’eccesso, in cui il realismo rischia di scivolare nella spettacolarizzazione. Una delle recensioni più taglienti arrivò dal Los Angeles Times, che osservò: “Le ragazze, nel dichiarare guerra ai demoni maschili, diventano loro stesse demoni – violente, astute, e sfolgoranti nella loro esultanza per la vittoria” Questo contrasto ha fatto emergere l’ambiguità morale dell’opera: chi denuncia la violenza, anche quando è giustificata, può finire per esserne complice?
Quel che emerge con chiarezza è che Foxfire non è mai stato un testo neutrale. È un romanzo capace di scuotere l’opinione pubblica, costringendo critici e lettori a posizionarsi, a spingere il dibattito oltre il mero giudizio estetico. E questa è, in fondo, la misura del suo valore: un libro che non racconta solo una storia, ma interroga lo sguardo di chi legge.
Le varie edizioni del libro
La sua storia editoriale in Italia conferma il valore di quest’opera. La prima edizione uscì nel 1995 per Anabasi, poi il romanzo tornò in libreria nei primi anni Duemila con il titolo Ragazze cattive, pubblicato da Net.
Negli anni i diritti sono passati a Il Saggiatore, che oggi sceglie di rilanciare il libro in una nuova veste, riconoscendolo come un classico imprescindibile. Non è una semplice ristampa, ma un atto culturale, un invito a riscoprire una storia che continua a parlare a nuove generazioni di lettori, particolarmente in un’epoca segnata dal movimento #MeToo e dal dibattito sul consenso, sulla violenza di genere e sull’identità femminile.
Chi è Joyce Carol Oates, la scrittrice che ha cambiato la narrativa americana
Joyce Carol Oates, nata a Lockport, New York, nel 1938, è una delle scrittrici più prolifiche e influenti della letteratura contemporanea. Ha pubblicato il suo primo libro nel 1963 e, da allora, ha scritto oltre cinquanta romanzi, centinaia di racconti, saggi, opere teatrali e poesie.
La sua scrittura, definita spesso “lirica e brutale”, è celebre per la capacità di scandagliare le zone d’ombra della società americana, raccontando con lucidità ossessioni, violenze, disparità sociali e tensioni familiari. Oates ha vinto il National Book Award nel 1970 per Loro ed è stata più volte finalista al Premio Pulitzer. Parallelamente alla scrittura, ha avuto una lunga carriera accademica come docente di scrittura creativa alla Princeton University, dal 1978 al 2014.
I romanzi che l’hanno consacrata
Nella carriera di Joyce Carol Oates ci sono alcuni romanzi che, più di altri, ne hanno consacrato la statura di grande voce della letteratura mondiale. Il più celebre è senza dubbio Blonde (2000), il monumentale romanzo che reinventa la vita interiore di Marilyn Monroe e ne racconta fragilità, desideri e tragedia con una forza che lo ha reso un classico contemporaneo.
Accanto a questo capolavoro si colloca Una famiglia americana (We Were the Mulvaneys, 1996), cronaca della lenta disgregazione di una famiglia apparentemente perfetta dopo un evento traumatico, che ha commosso e conquistato critica e lettori.
Il percorso di Oates è segnato anche da incursioni nel gotico e nel thriller psicologico, territori che esplora con maestria. Basti pensare a Sorella, mio unico amore (My Sister, My Love, 2008), ispirato al caso irrisolto di JonBenét Ramsey e narrato con uno sguardo disturbante e geniale. Altro romanzo cult è The Man Without a Shadow (2016), in cui racconta la relazione tra una neuroscienziata e un paziente prigioniero di un presente lungo appena settanta secondi. Anche La ballata di John Reddy Heart (The Ballad of John Reddy Heart, 2006) mostra la sua capacità di indagare la seduzione del male e il carisma oscuro delle figure borderline.
Non meno centrale è la sua capacità di raccontare l’adolescenza come un’età di ribellione e di violenza, terreno a cui appartiene Foxfire (1993), romanzo che resta il suo contributo più dirompente al tema della formazione giovanile e della rabbia femminile. In questa stessa linea vanno ricordati Bestie (Beasts, 2002), storia di manipolazioni e seduzioni in un campus universitario degli anni ’70, e Stupro. Una storia d’amore (Rape: A Love Story, 2003), racconto crudo e devastante di violenza e vendetta.
Ma Oates non è soltanto romanziera. È considerata anche una delle più grandi autrici di racconti contemporanei. Raccolte come I ricchi (The Rich Husband, 2011) e L’età di mezzo (The Age of Middle Age, 2001) mostrano la sua attenzione alle ipocrisie sociali, alle bugie nascoste dietro le facciate borghesi, alle crisi che attraversano le vite ordinarie.
La sua versatilità l’ha portata inoltre a pubblicare sotto pseudonimo, come Rosamond Smith e Lauren Kelly, romanzi di suspense e thriller psicologici, in cui ha potuto esplorare i meccanismi del genere con maggiore libertà.
In ognuna di queste opere, che siano saghe familiari, biografie romanzate, storie di ribellione giovanile o racconti gotici, emerge con chiarezza la cifra di Joyce Carol Oates. La sua è una scrittura intensa e spietata, capace di scendere nelle zone più oscure della psiche e della società americana, restituendo ai lettori storie che inquietano, emozionano e non lasciano mai indifferenti.
Foxfire un libro che ha conquistato il cinema
Il successo di Foxfire non si misura tanto nei numeri di vendita, spesso non resi pubblici per romanzi usciti oltre trent’anni fa, quanto nella sua capacità di resistere nel tempo e di incidere sull’immaginario collettivo.
Da quando è apparso nel 1993, il libro non è mai uscito davvero dal radar culturale: ristampato più volte, adottato in scuole e università, discusso in chiave femminista e sociologica, ha costruito la sua fortuna sulla lunga durata. È il segno dei classici veri, quelli che continuano a parlare a generazioni diverse, adattandosi ai mutamenti sociali senza perdere forza.
Un indicatore evidente di questo impatto è la trasposizione cinematografica. Non uno, ma ben due film hanno cercato di tradurre sullo schermo la rabbia e la vitalità delle Foxfire.
Il primo, uscito nel 1996 con il titolo Ragazze Contro, ha segnato la consacrazione di una giovanissima Angelina Jolie, la cui interpretazione di Legs Sadovsky è rimasta iconica. Ambientato negli anni ’90 e non più negli anni ’50, quel film ha scelto la strada del teen movie ribelle, con un’estetica punk-rock che ne ha fatto un cult generazionale.
Meno fedele al romanzo, più energico e immediato, ha catturato lo spirito di ribellione rendendolo accessibile a un pubblico più ampio, trasformando la leader delle Foxfire in un simbolo di emancipazione giovanile.
Diverso è stato il destino del secondo adattamento, Foxfire – Ragazze cattive (2012), diretto dal francese Laurent Cantet, già premiato a Cannes per La classe.
Il film del regista francese è riuscito a restituire fedelmente la cupezza e la complessità del romanzo, riportando la storia nella sua ambientazione originale degli anni ’50. Cast composto da attrici non celebri, tono cupo e realistico, attenzione ai dettagli sociali ed economici: il risultato è un’opera d’autore rigorosa, meno pop e più fedele allo spirito di Joyce Carol Oates. Non è diventato un fenomeno di massa, ma ha permesso di riscoprire la potenza originaria del testo.
Questa doppia vita sullo schermo, così diversa nelle due versioni, è forse la prova definitiva della ricchezza del romanzo. Foxfire è un’opera aperta, capace di generare letture molteplici, di adattarsi a sensibilità e linguaggi differenti senza mai perdere la propria radicalità.
Che venga raccontata con il linguaggio ribelle degli anni ’90 o con la fedeltà cupa del cinema d’autore, la storia di Legs Sadovsky e delle sue compagne continua a interrogarci, a far discutere, a lasciare il segno.
Perché leggere Foxfire
La nuova edizione italiana, che arriverà nelle librerie il 5 settembre 2025, è quindi più di un semplice ritorno editoriale. Il libro di Joyce Carol Oates è un’occasione per rileggere un classico che non ha perso forza né attualità. In un momento storico in cui i temi affrontati da Oates sono al centro del dibattito sociale, Foxfire torna a essere una voce potente, capace di parlare direttamente ai lettori di oggi.
È un romanzo che non si limita a raccontare una storia di amicizia e ribellione, ma che interroga le radici della violenza e del potere, mostrando come anche nelle esistenze più difficili possa nascere un’energia collettiva in grado di cambiare il corso delle cose.
Con Foxfire, Joyce Carol Oates ha dimostrato che la letteratura può essere uno specchio spietato e necessario. La sua è una scrittura che non consola, ma scuote. A distanza di oltre trent’anni, le Foxfire tornano a parlarci con la stessa forza, ricordandoci che la rabbia può essere distruttiva, ma anche rivoluzionaria.