Le 8 regole per una ripartenza senza stress, riscoprendo l’arte della lentezza

15 Settembre 2025

Ripartire non significa accelerare: significa rallentare, riflettere, ritrovare il contatto con se stessi e con i propri valori. Ce lo spiega Diego Brus indicandoci alcuni preziosi consigli per una ripartenza senza stress

Le 8 regole per una ripartenza senza stress

Le ferie estive sono per molti un lontano ricordo, ma per molti ripartire non è stato facile. In loro (e nostro) soccorso, arriva Diego Brus (pseudonimo di Diego Puzzangara), esperto di comunicazione e all’esordio come autore con “Intanto ti calmi”, un’opera che invita i lettori a fermarsi, respirare e riscoprire il proprio equilibrio in un mondo sempre più frenetico.

Noto per la community @intanto__ti__calmi, in questo suo libro Diego trasforma il suo mantra quotidiano in un manifesto di benessere fisico e mentale, offrendo un viaggio autentico e toccante attraverso le sfide della modernità. Un libro che non è solo autobiografico, ma un vero e proprio invito a riscoprire ciò che conta davvero.

Le regole per una ripartenza senza stress

Abbiamo chiesto all’autore, quindi, di indicarci quali sono le principali regole per una ripartenza senza stress: un invito rivolto a studenti e adulti per riappropriarsi del giusto tempo da dedicare a se stessi, riscoprendo l’arte della lentezza.

Rallentare: l’arte di mettere al centro la propria vita

Viviamo in un’epoca che celebra la velocità senza tregua. Le giornate scorrono veloci tra notifiche, impegni lavorativi, relazioni da mantenere e mille richieste che sembrano non lasciare spazio alla riflessione. È come se la società ci imponesse un ritmo costante: produrre, correre, dimostrare. Eppure, nel vortice della quotidianità, spesso dimentichiamo che la vera ripartenza non nasce dall’accelerazione, ma dalla capacità di fermarsi, respirare e rimettere sé stessi al centro.

In questa corsa incessante, rischiamo di perdere di vista la cosa più importante: noi stessi. Spesso, ci muoviamo come automi, rincorrendo obiettivi esterni senza chiederci se corrispondono davvero ai nostri desideri, alle nostre passioni, alla nostra autenticità.

È questo il cuore del mio progetto di scrittura “Intanto ti calmi”, un libro che già dal titolo invita a compiere un gesto apparentemente semplice eppure profondamente controcorrente: concedersi la calma come punto di partenza. Un manuale di vita, ma soprattutto una raccolta di riflessioni concrete su come ritrovare equilibrio e autenticità in un mondo che spinge costantemente al “fare”. Ripartire non significa accelerare: significa rallentare, riflettere, ritrovare il contatto con se stessi e con i propri valori. È un concetto semplice ma potente: non possiamo costruire nulla di duraturo se non conosciamo e rispettiamo la nostra essenza.

Non nascondersi: il coraggio dell’autenticità

Il primo passo per ripartire è smettere di nascondersi. Indossare maschere per adattarsi alle aspettative degli altri può forse proteggerci per un po’, ma alla lunga ci allontana da chi siamo davvero. Mettere sé stessi al centro significa accettarsi nella propria interezza: difetti, fragilità, paure comprese. La vera forza non sta nel mostrarsi invincibili, ma nell’avere il coraggio di essere autentici.

Abbracciarsi: la gentilezza verso sé stessi

Se il mondo corre, spesso la nostra voce interiore corre ancora più veloce, e non sempre nella direzione giusta. L’autocritica, la sensazione di non essere abbastanza, diventano un peso che ci logora. Ma un cambio di prospettiva? Imparare ad abbracciarsi, a trattarsi con la stessa gentilezza che riserviamo agli altri. Ripartire significa anche darsi il permesso di sbagliare e riconoscere i propri bisogni senza giudicarsi.
Ascoltarsi e mettersi al centro

In un universo in cui tutti chiedono la nostra attenzione, ascoltare sé stessi diventa un gesto rivoluzionario. Fare spazio al silenzio: allenarsi all’ascolto profondo delle proprie emozioni e sensazioni. Solo così possiamo valorizzare la nostra unicità e orientarci verso scelte coerenti con i nostri desideri. Non significa egoismo, ma consapevolezza: come possiamo prenderci cura degli altri, se non partiamo da noi stessi?

Mettersi alla prova, ma senza cadere nella frenesia

Ripartire non vuol dire fermarsi per sempre. Anzi, crescere significa anche uscire dalla comfort zone, affrontare sfide nuove e scoprire possibilità inattese. Provare non deve essere una condanna a correre sempre di più, ma un invito a sperimentare con curiosità. Il rischio è parte del viaggio, ma deve essere affrontato con la calma e la lucidità che ci permettono di non perdere il nostro centro.

Festeggiare i traguardi

Un altro errore tipico della frenesia è correre da un obiettivo all’altro senza mai fermarsi a riconoscere i risultati raggiunti. Festeggiare i traguardi, anche i più piccoli, è fondamentale per nutrire autostima e motivazione. Dire a sé stessi “sono stat* brav*” non è vanità, ma un modo per dare valore al percorso compiuto e per non sentirsi eterni corridori senza meta.

Non dipendere da nessuno

Ripartire da sé significa anche coltivare autonomia. Non vuol dire isolarsi o rifiutare il sostegno degli altri, ma non delegare la propria felicità esclusivamente a persone o circostanze esterne. L’indipendenza emotiva è un pilastro della serenità: imparare a bastarsi non esclude il legame, ma lo rende più sano e libero.

Non ghostare: la cura delle relazioni

In un’epoca in cui “sparire” da una relazione con un clic sembra la via più semplice, bisogna riscoprire il valore della presenza. Non ghostare significa dare importanza alla parola, alla chiarezza, al rispetto reciproco. La frenesia ci porta a interrompere rapporti senza spiegazioni, ma ripartire con autenticità richiede di costruire legami basati sulla trasparenza e sulla responsabilità affettiva.

Coltivare le proprie radici

Un altro passo cruciale è riconnettersi con la propria storia. Inseguendo il futuro, rischiamo di dimenticare da dove veniamo, le persone, i luoghi e le esperienze che ci hanno formato. La semplicità o la complessità. Coltivare le nostre radici, non come nostalgie, ma come fondamenta solide per affrontare il presente. Sapere chi siamo stati ci aiuta a capire chi vogliamo diventare. Nostalgia da trasformare in creatività.

Posizionarsi: imparare a dire no

Spesso pensiamo che dire “sì” a tutto sia un segno di disponibilità e apertura. In realtà, è il modo più veloce per disperdere energie e smarrire sé stessi. Rinunciare non significa sempre perdere un’occasione, ma proteggersi. Saper dire “no” è un atto di amore verso di sé e, paradossalmente, anche verso gli altri. Solo se siamo trasparenti possiamo costruire relazioni sincere e sostenibili.
Lavorare per vivere, non il contrario

Ribaltare un dogma contemporaneo: il lavoro non può essere il fulcro assoluto della nostra vita. Ripartire significa trovare un equilibrio, creare spazi per le passioni, le relazioni, le piccole cose quotidiane. Il lavoro resta importante, ma non può divorare ogni energia e ogni sogno. “Lavorare per vivere” vuol dire ricordarsi che la vita è più ampia e ricca del solo ambito professionale.

In sintesi: intanto ti calmi

Tutti questi passaggi convergono in una sintesi: la calma. Non calma come immobilità, ma come atteggiamento interiore, come atto rivoluzionario in un mondo che ci spinge a correre sempre di più. Fermarsi, respirare, ascoltarsi. Solo da questo spazio nasce la possibilità di ripartire davvero. La calma come lucidità e non debolezza. Ripartire mettendo sé stessi al centro significa coltivare autenticità, ascolto, coraggio e gratitudine. Significa riconoscere i propri limiti e valorizzare le proprie risorse.È la condizione che ci permette di affrontare le sfide con equilibrio, di scegliere con consapevolezza e di non farci trascinare dalla corrente della frenesia.

L’autore

Nato a Canicattì, in Sicilia, e adottato dalla vivace Milano, @DiegoBrus ha fatto della comunicazione il suo mestiere e della scrittura il suo strumento per raccontare la bellezza nascosta nella quotidianità. Sempre a caccia di autenticità, immortala in videogrammi frammenti di vita vera e li racconta attraverso il suo occhio creativo, costruendo a poco a poco il puzzle del suo progetto di scrittura.

Con uno stile che unisce autenticità e creatività, il libro si presenta come un invito a fermarsi per riflettere su ciò che conta davvero: un gesto rivoluzionario nella frenesia delle nostre vite moderne.

“Intanto ti calmi” non è solo un racconto autobiografico, ma un manifesto universale che abbraccia lettori di ogni età, genere, orientamento e provenienza. Un messaggio chiaro: ascoltarsi è il primo passo per riscoprire il proprio centro, riorganizzare le priorità e aprirsi a una vita più piena e autentica.

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