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“Un po’ di follia in primavera” di Alessia Gazzola, sesta indagine per la giovane medico legale

Alice Allevi, chi non la conosce da quando appare in televisione, nella fiction televisiva RAI? Con il volo e il sorriso di Alessandra Mastronardi, è diventata la specializzanda in medicina legale più popolare d’Italia. Va detto, però, che i lettori de “L’allieva” (Longanesi, 2011) non hanno mai avuto difficoltà a riconoscerla come l’eroina dei thriller rosa di Alessia Gazzola, messinese, a sua volta autentica e giovane medico. I titoli sono già sette, perché dopo “Un segreto non è per sempre” e “Sindrome da cuore in sospeso”, apparsi nel 2012, “Le ossa della principessa” 2014, “Una lunga estate crudele” 2015 e “Non è la fine del mondo” 2016, Longanesi ha aggiunto a settembre questo “Un po’ di follia in primavera“, 298 pagine 16,90 euro.

Alessia si conferma efficace. È apprezzabile innanzitutto la disinvoltura con cui risolve ogni volta il rompicapo di ripresentare i personaggi fissi della serie narrativa. Diversamente da quella sul piccolo schermo non hanno un volto e quindi non consentono d’essere facilmente identificati, ma vanno sistematicamente riproposti. Complimenti, perciò, alla dottoressa Gazzola, per la brillantezza con cui risistema le pedine sulla scacchiera, in ciascun romanzo. E quello di puntualizzare la situazione, è un compito che l’autrice fa svolgere con profitto ad Alice stessa, al netto dei personali progressi negli studi e degli sviluppi nella sfera sentimentale.

In poche pagine del nuovo titolo, eccoci informati – non senza una lacrimuccia di nostalgia preventiva in agguato – sull’ormai prossimo capolinea degli studi di specializzazione della Allevi.
Stavolta le cose con Arthur vanno bene: il suo compagno è il figlio del Supremo, il prof. Malcomess, ex primario dell’Istituto di anatomopatologia romano. Da quando è andato in pensione, il suo posto è stato preso dalla più orribile delle donne: sembra che il potere abbia dato alla testa alla prof.ssa Valeria Boschi, detta la Wally. Si è tinta i capelli di biondo e smalta le unghie con tinte improbabili. Nemmeno a dirlo, è diventata ancora più crudele, implacabilmente spietata.

Il tempo di arrivare all’Istituto e Alice si fa sgridare per il ritardo da Claudio Conforti, sempre affascinante primo assistente, il pavor nocturnus delle giovinette del sesto anno, il principe della sala settoria, l’incarnazione della voluttà.
Dopo una stomachevole autopsia – un cadavere in stato colliquativo, non certo profumato, quindi, ma niente paura, la Gazzola ha la penna delicata non eccede in particolari spiacevoli – ecco che un Arthur in vena di smancerie prefigura una relazione più stabile, con tanto di anello e piccolo erede Malcomess in prospettiva immediata. La proposta rende raggiante Alice e sorprende piacevolmente Cordy (Cordelia), sorellastra del reporter freelance in quanto figlia anch’essa del Supremo.

Entrano in scena anche Lara, la collega specializzanda preferita e l’ispettore Calligaris, al solito impegnato nei casi che tanto attraggono la ragazza e nel corso dei quali occorre pur sempre scontare i contrattempi – divertenti – generati dalla stessa Allevi. Non si capisce se per sbadataggine o per mera sfortuna, dove lei si aggira va tutto a rotoli. Tanti piccoli cataclismi.

Veniamo alla trama attuale. Un famoso psichiatra è trovato morto, nella clinica privata specializzata in malattie nervose di cui lo stesso prof. D’Armento stava per assumere la direzione, lasciando il posto nel Policlinico. È a terra nello studio in un lago di sangue, con una ferita profonda al collo, da punta e da taglio. Era stato un docente di Alice nel corso di laurea e lo aveva per giunta incontrato con Conforti appena qualche giorno prima, per avere informazioni sul soggetto defunto – proprio il cadavere oggetto dell’autopsia iniziale – un malato di mente, forse suicida.
Il professore sembrava in perfetta forma, osserva la giovane prima di tacere, incenerita dalla Wally (bionda è davvero tremenda).

Tra una situazione spiritosa e una battuta intelligente, la narrazione procede spedita, intervallata dalle gaffes di Alice Allevi, incessanti quanto spassose.
La prosa della Gazzola è sempre scorrevole, per questo i suoi romanzi hanno successo. E c’è una chicca, un cameo di Lolita Lobosco, affascinante funzionario di polizia barese, collega di Calligaris e protagonista a sua volta di altri romanzi giallo-rosa di successo (l’autrice è Gabriella Genisi, scrive per Sonzogno ed anche i diritti delle storie di Lolita sono stati acquistati dalla RAI, che ha in programma una serie televisiva per la sexy commissaria adriatica).
Vite parallele di star della narrativa trasmigrata sugli schermi.

 

Eugenio Valore

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