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Un affresco della condizione umana sullo sfondo della Parigi tra le due guerre ne ”Il signore delle anime”

Questa è la storia di mogli innamorate e devote, amabilmente quanto regolarmente cornificate; di mariti in difficoltà, ambiziosi quanto dissoluti e senza scrupoli; di donne che conoscono i punti deboli degli uomini e, perciò, li sanno manipolare a proprio piacimento e vantaggio; di giovani idealisti che sperimentano in maniera lacerante lo scontro tra coscienza e sentimento...

Pubblichiamo la recensione di Stefano Franzato per la grande chiarezza con cui espone i temi e le fonti di ispirazione dell’autrice Irène Némirovsky

Questa è la storia di mogli innamorate e devote, amabilmente quanto regolarmente cornificate; di mariti in difficoltà, ambiziosi quanto dissoluti e senza scrupoli; di donne che conoscono i punti deboli degli uomini e, perciò, li sanno manipolare a proprio piacimento e vantaggio; di giovani idealisti che sperimentano in maniera lacerante lo scontro tra coscienza e sentimento.

La vicenda si svolge nell’arco di circa vent’anni dal 1920 al 1938 e, per scriverla, l’autrice prende spunto sia dalla propria biografia che da fatti, situazioni e atmosfere tutt’altro che “puramente casuali”, bensì assai reali in quegli anni. La forte immigrazione dall’oriente in terra francese, il dibattito sulla figura e lo stereotipo dell’ebreo, specialmente se ricco, il tema più generale (quanto attuale) dell’immigrato che cerca fortuna ma, anche, riscatto e riconoscimento sociali. E, sullo sfondo, anche la scena intellettuale dell’epoca con la Psicanalisi e “la Scuola di Vienna” (che faceva capo ad un altro ebreo, tra l’altro: vedi la pièce di Eric-Emmanuel Schmitt "Il visitatore" – "Le visiteur" – del 1993).

Come lo faccia la Némirosky, partendo dalla semplice fabula (storia del miserrimo immigrato levantino Dario Asfar che, con sacrifici continui ma grazie anche a meschini traffici, diventa il medico più à la mode della Parigi tra le due guerre) e arrivando ad un intreccio perfetto dà la percezione di ciò che significa scrivere. Ovviamente vi sono sempre mescolate osservazioni generali sui sentimenti e, più in generale ancora, sulla condizione umana.

I rapporti tra i personaggi, forse più che in altri romanzi, son in questo particolarmente significativi e, soprattutto quello tra il figlio idealista Daniel col padre , dottor Asfar: ricorda molto personaggi e situazioni delle commedie “politiche” di George Bernard Shaw (1856-1950), nella fattispecie quella Vivie – figlia che ha avuto la migliore e più costosa educazione possibile ma quando viene a sapere facendo qual lavoro la madre – Kitty Warren – le ha potuto permettere di averla… Naturalmente stiamo parlando di "Mrs Warren’s Profession" ("La professione della signora Warren") del 1893. (È singolare che G.B.S. Per questo dramma abbia tratto spunto da un racconto – "Yvette" – che Guy de Maupassant – 1850-1893 – pubblicò nel 1884). Daniel Asfar, quando intuisce e ha successivamente conferma di come il padre si sia arricchito e abbia potuto non fargli mai mancar nulla (specialmente sul piatto), va in crisi e, alla fine ha la stessa reazione di Vivien Warren: se ne va. Ma ritornerà: Dario Asfar lo sa e non è soltanto una questione di sentimento filiale, anzi, tutt’altro di natura molto più utilitaristica e prosaica.

Altri retaggi letterari vengono alla mente: perfino il Faust goethiano; e non tanto e soltanto per la “vendita” dell’anima ai compromessi e ai loschi traffici di Asfar, quanto piuttosto per il più nobile e salvifico tema dell’”eterno femminino”. La figura femminile che salva, incanta o danna: Gretchen e Lilith (e anche Elena, un po’ forzatamente, se vogliamo) sono tutte presenti e sono tipologie di donne che la Némirosky ben conosceva e, meglio ancora, sapeva descrivere e, come personaggi, far muovere magistralmente. Si termina il romanzo con un vago ma ben riconoscibile sapore di amaro in bocca: il finale non è certo un happy end ma è l’happy end più realistico possibile, diremmo quasi quello inevitabilmente più conveniente per il e i protagonisti. C’est la vie!

 

20 luglio 2012

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