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“Per fortuna ho scelto te per cambiare il mondo”, un romanzo sospeso fra immaginazione e realtà

Sarebbe alquanto riduttivo classificare “Per fortuna ho scelto te per cambiare il mondo” fra i romanzi di fantasia.
C’è dell’altro, molto di più in questo avvincente romanzo sospeso fra immaginazione e realtà: è come se l’autrice abbia fatto d’istinto il salto in un mondo alternativo, nell’universo parallelo di cui potremmo far parte senza saperlo e volesse farne partecipe il lettore. Un mondo che non è stato distrutto dalla colpevole insipienza dell’ uomo volto solo al business e incurante dai danni esiziali che reca all’ambiente; un mondo comunque più “felice”.
Di certo qualcosa di personale ed al contempo di misterioso l’ha spinta a farlo. Vi hanno forse contribuito le sensazioni provate nella professione parallela di counselor nella quale Emma Chiaia è impegnata: una professione nella quale offre il suo tempo, la sua attenzione interessata e partecipativa, nonché il suo rispetto a chi si trova in una condizione di difficoltà e di incertezza e che, attraversando un momento di difficoltà, sente la necessità di chiarificare alcuni aspetti di sé, anche in rapporto all’ambiente circostante. E’ una sua esigenza personale quella di essere d’aiuto con tenero trasporto alle altre donne che vogliono guarire la propria vita, in ciò trovando anche la realizzazione di sé stessa.
Il romanzo sembra esserne una derivazione diretta per la fiducia che ci trasmette con tanto calore, specie negli ultimi capitoli.

Il mondo alternativo che l’autrice descrive è del tutto in linea con quello che prospetta alle “sue” donne: un mondo più felice. Non una prospettiva virtuale e irraggiungibile però: una serenità gioiosa, un nuovo e più consapevole equilibrio sono alla portata di mano, li possiamo raggiungere, basta volerlo; è un percorso impervio ma non impossibile che ci porta ad essere, a tutti gli effetti, cittadini di quel mondo più felice, sempre che quel mondo non venga distrutto da una società suicida.

Quel mondo in cui Sara, la protagonista, si trova immersa non è opera della sua fantasia: è la realtà.
Sarebbe quindi un errore catalogare l’excursus nel futuro, così puntualmente narrato dall’autrice, fra le opere di fantascienza: è più pertinente la sua collocazione in un molto di speranza sull’esistenza di un altro mondo di cui talvolta abbiamo l’impressione di far parte:Mentre proviamo moti di tenerezza per Sara, viene da domandarci se siamo sicuri di non aver mai avuto una pur lontana percezione dell’ “ altro” mondo nel quale lei ha fatto un balzo. Quelle misteriose sensazioni, quella strana percezione del contatto coi nostri più cari morti, quel nostro vagolare nell’immaginario, quei fenomeni paranormali, l’appassionante coinvolgimento di quell’ambito fascinoso e misterioso in cui ci trascina un brano musicale; e ancora le evocazioni toccanti della poesia, i nostri fibrillanti moti emotivi, l’irraggiungibile quanto fascinoso concetto di bellezza che tocchiamo con mano quando ci commuoviamo ad un tramonto.

Tutto questo è affascinante, come è affascinante il mistero che talvolta sfioriamo.
Emozioni: emozioni che le intuizioni istintive della scrittrice sembrano evocare.

Ci sarà quell’ “altro” mondo dove Emma Chiaia ci conduce? Ci sarà anche “dopo” ?

Marino Mari

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