Sei qui: Home » Libri » Recensioni » “Notti in bianco, baci a colazione”, il racconto di cosa significa essere padre

“Notti in bianco, baci a colazione”, il racconto di cosa significa essere padre

Notti in bianco, baci a colazione”. Ci sono queste tre bambine, Virginia, Ginevra e Melania, che hanno insegnato a un uomo cosa significa essere padre. E a un padre cosa significa essere uomo. Perché dopo di loro, niente è stato più lo stesso, così come tutto ha acquistato una luce diversa. Una giusta dimensione. Stiamo parlando di un uomo “ribelle”, eh? Uno che proprio non ci sta a far finta di niente e ha da dire sempre la sua, nelle questioni.

Uno che ha lasciato un lavoro sicuro, con pensione e tredicesima, per fare il disegnatore di fumetti, perché lo sa che chi segue le proprie inclinazioni è una persona appagata e quindi più felice. E infatti, mentre si leggono gli aneddoti di questa famiglia, che non è quella del Mulino Bianco, perché si destreggia fra mutui, difficoltà economiche e notti insonni, ci rendiamo conto che la felicità viene dalle piccole cose. Da una battuta spiazzante della tua bimba, che ti apre un mondo.

Dalla sua testolina incuneata nell’incavo del tuo collo, che emana tutto il calore di cui hai bisogno; dall’unica felpa che ti sei comprato in sei anni, sempre tutta sbavata dalla parte sinistra, che poi è anche quella del cuore. Capita, quando si è padre di tre figlie piccole, e ci si muove fra pasti improvvisati, faccende domestiche e rapide incursioni al supermercato. Con ironia Matteo Bussola racconta del suo piccolo microcosmo, formato dalla moglie Paola, le tre figlie e due cani.

La casa al limitare di un bosco, dove talvolta arrivano i cinghiali. Un diario diviso per stagioni, in cui l’inverno è benvenuto e non si sente mai freddo. Perché c’è amore e voglia di crescere insieme. Questo e molto altro è “Notti in bianco, baci a colazione” (Einaudi, 2017), il libro che vivamente vi consiglio.

Cristina Biolcati

© Riproduzione Riservata