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“L’odore del caffè amaro”, un aspetto diverso e nuovo di narrare la vita

Una vita simile ad altri milioni di italiani. Una tradizione e una cultura inconfondibile da scoprire: il caffè nelle sue diverse e gustose espressioni. La frugalità del tempo e la sua apparente scorrevolezza che, incurante dell’evoluzione di ogni essere umano...

Una vita simile ad altri milioni di italiani. Una tradizione e una cultura inconfondibile da scoprire: il caffè nelle sue diverse e gustose espressioni. La frugalità del tempo e la sua apparente scorrevolezza che, incurante dell’evoluzione di ogni essere umano, si fa beffa del nostro pensare e del nostro essere. La voglia di vivere, non semplicemente di esistere. Pensieri raccolti in una storia vissuta con la velocità con cui si beve un caffè italiano, al bar o a casa. Non per questo paragonabile al concetto di lentezza. Tutto ciò si inserisce e si svela in personaggi che riempiono il vuoto di una giornata come tante altre, ma pur sempre diversa e importante. Questi sono alcuni degli elementi più salienti che ricoprono di ricchezza letteraria e narrativa l’opera dell’esordiente scrittore italiano Raffaele Gatta in “L’odore del caffè amaro”, edito da Robin Edizioni. L’autore ha saputo osservare e realizzare, attraverso i suoi personaggi, non solo la quotidianità e il sogno che può celarsi in ogni attento e critico lettore, ma soprattutto ciò che nella consuetudine di ogni giorno si adagia e si posa, in senso metaforico, sul fondo di una tazzina dopo aver bevuto un buon caffè. È come se il movimento e le parole donate a ogni figura presente nelle storie di questo romanzo divenissero chicchi di caffè su un palco chiamato vita, pronti a far di sé figure simili a eccellenti ballerini nel movimento delle nostre esistenze.

 

In ogni suo racconto si ha l´impressione di far parte di una danza di avvenimenti che si uniscono a una musicalità ritmata e a una narrazione letteraria e narrativa, simile a un musical dedicato non solo a chi leggendo l´opera ha l´impressione di esserne lospite d’onore, ma anche di aver riconosciuto un nuovo linguaggio sintattico fluido, senza interruzioni o note fuori luogo. Qui anche la scurrilità trova un suo spazio senza disturbare. Parole, come note musicali, volte alla scoperta di un nuovo giorno da vivere in tutte le sue inaspettate sfaccettature. Raffaele Gatta, nel narrare la storia dei suoi protagonisti, non trascura nulla di ciò che appartiene al mondo di un giovane che si affaccia alla vita e ha tutte le intenzioni di scoprirla. Con i suoi timori, i suoi fallimenti, ma anche le sue scorribande giovanili e i suoi innamoramenti. Figure femminili come Sara, che nasconde l’esistenza di un figlio per poi svelarla, quasi come un segreto di cui doversi vergognare e allo stesso tempo da amare. Così come non dimentica la vita di un operaio che avrebbe desiderato per il figlio un lavoro migliore di un posto in fabbrica dove trascorrere dieci ore del suo tempo quotidiano. Finendo poi le sue giornate in un bar a bere non solo caffè. Vi è poi, in tutta questa sua consequenzialità di esperienze e speranze, la singolare capacità di non far mai annoiare colui che legge. Ecco che compare, tra le righe di un romanzo apparentemente veloce, un racconto dal titolo ‘Vivendo soli’ e con esso un personaggio diverso da ogni altro, in grado di dare alla propria vita il giusto tempo di scorrimento. Come le ore della notte che inconsapevolmente riempiono il tempo di un uomo solo e il desiderio di novità di un altro personaggio in cerca di avventure. L’insinuarsi nei sogni, nel buio e nella vita degli altri, con l´illusione di non essere scoperti e nel tentativo di colmare la propria solitudine, dona all’opera un aspetto diverso e nuovo di narrare la vita. Un merito che Raffaele Gatta ha saputo esprimere attraverso “L´odore del caffè amaro” senza aver bisogno di addolcirne l´effetto.

  

Rosanna Lanzillotti

 

7 giugno 2015

  

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