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“La verità sul caso Harry Quebert”, un giallo assolutamente coinvolgente

Scritto da un giovane per i giovani, e non solo, “La verità sul caso Harry Quebert” , si configura tra i casi editoriali più eclatanti dell’attuale decennio.

Giallo rassomigliante ad un’inchiesta giornalistica della cronaca attuale, tiene incollati fin dalle prime pagine per la semplicità e la varietà degli argomenti trattati. Al di là dell’inizio un po’ confuso, a cui pongon subito rimedio le date degli avvenimenti, il romanzo, incentrato prevalentemente sull’omicidio della giovane Nola Kellergan, è in grado di stimolare la fantasia del lettore, consentendogli di perdersi in mille congetture mentali. Un giallo ben riuscito, dunque, nel suo intento. Interessante ed assolutamente coinvolgente, nonché per nulla banale la trama nel suo complesso, con particolari tutt’altro che scontati e quasi inimmaginabili, che saltano fuori solo sul finale.

Raccapricciante nella descrizione di alcuni dettagli, rapido nel ritmo e fluente nella narrazione: così Joel Dicker cattura il suo pubblico di lettori, ma anche e soprattutto di scrittori. Il senso di immedesimazione con il vissuto di Marcus Goldman, nel famigerato blocco dello scrittore, descritto al limite tra il tragico e il comico, è immediato per chiunque ami la scrittura o vi sia dedito. Ecco allora svilupparsi nel lettore/scrittore quell’empatia nei confronti di un personaggio, nelle cui frasi e azioni è facile rispecchiare il proprio animo. Empatia che vien meno, a titolo di mero gusto personale, per il personaggio di Nola, adolescente dall’indole controversa i cui comportamenti risultano spesso difficilmente classificabili all’interno della categoria “bene” o “male”. Se Nola è a metà strada tra il buono e il cattivo, Harry è invece appartenente alla prima delle suddette classificazioni, e lo si evince subito, per quanto, nella fase iniziale della narrazione, tutte le strade sembrino convergere verso l’ipotesi della sua colpevolezza.

La storia, filtrata attraverso gli occhi dello scrittore Marcus Goldman, segue un opportuno filo logico, periodicamente interrotto da alcune deviazioni, necessarie ed indispensabili a spezzare la catena della normalità, della routine, della già sopra citata banalità ; caratteristica ottima per il genere letterario in oggetto. Lo stile, melenso ed adolescenziale nel descrivere i sentimenti di Harry e Nola, è contrassegnato, in generale, da dialoghi poco cadenzati, spesso ricchi di frasi fatte, e da un linguaggio che pare rimandare ai social, ma che ben si sposa con una lettura leggera, di facile comprensione ed adatta ad un pubblico di lettori molto vasto. Maggiore attenzione potrebbe essere dedicata alle forme verbali, sebbene possa altresì trattarsi di errori risalenti al processo di traduzione del romanzo.

I personaggi hanno tutti profili psicologici controversi e alquanto variegati, i cui molteplici tratti paion rivelarsi poco alla volta, lasciando spazio all’immaginazione e al piacere di sorprendere.
L’effetto sorpresa raggiunge il suo culmine sul finale, dove, tra dialoghi e sequenze narrative nitide come fotogrammi, il cerchio si chiude definitivamente, evocando un misto di sensazioni cangianti tra la nostalgia e la commozione.

 

Cristina Piga

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