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“Jane Eyre” di Charlotte Brontë, un libro pieno di emozioni

Eccoci qui, questa è la prima volta che provo a scrivere la recensione di un libro. Vorrei parlare di un classico della letteratura inglese: Jane Eyre di Charlotte Brontë. Devo esser sincera, questo libro non era nella lista dei miei libri da leggere, c’è entrato di prepotenza e in modo piuttosto inconsueto per quanto mi riguarda, si perché ho deciso di leggerlo dopo aver visto l’omonimo film (lo so sembra una blasfemia) uscito al cinema nel 2011. Ho deciso di leggerlo perché ho trovato il film davvero piacevole, ma al tempo stesso mi rendevo conto che mi stava sfuggendo qualcosa, ed ero sicura che l’avrei trovato tra le pagine del libro, si è trattato di un vero e proprio istinto, niente mi dava certezze che fosse davvero così. Ammetto di non aver mai preso in considerazione prima questo grande classico perché pensavo che non potesse rientrare nei mie gusti, in totale ignoranza immaginavo si trattasse di un romanzetto fintamente femminista dove avrei potuto trovare solo parti sdolcinate e poco interessanti, non mi sono mai sbagliata tanto su un libro probabilmente.
Quindi dopo la visione del film ho iniziato la mia lettura, già nella prefazione scritta da Currer Bell presente nella versione del libro in mio possesso ho trovato dei concetti davvero interessanti su cui riflettere, ho percepito che la storia che avrei trovato tra quelle pagine era qualcosa di non convenzionale.
“Il convenzionale non è il morale. L’ipocrisia non è religione. Combattere i primi non significa aggredire i secondi. Strappar la maschera al volto del fariseo, non è alzare un’empia mano verso la Corona di Spine.”
Insomma un vero Inizio che mi ha fatta ben sperare. Devo esser sincera, è molto raro che legga la prefazione di un libro, ma per un fortuito caso questa volta l’ho fatto e quindi fin da subito ho percepito che la scelta di lettura che avevo fatto era giusta.
Mi sono perciò tuffata attraverso le parole scritte da Charlotte nell’autobiografia di Jane Eyre, non voglio svelare punti salienti della sua storia, ma mi piacerebbe condividere le emozioni e le sensazioni che ha suscitato in me.
Essendo scritta come un’autobiografia troviamo quindi Jane che si rivolge direttamente al lettore, raccontando gli avvenimenti più importanti delle sua vita. Partendo dall’infanzia di una bambina orfana per poi arrivare alla vita adulta di un’istitutrice, narra le varie vicissitudini da lei vissute, i viaggi, i conflitti, il lavoro, la famiglia e l’amore. La sua, dal mio punto di vista, è una ricerca, la ricerca di una vita completa in cui è importante imparare a rispettare se stessi e saper capire di cosa lo spirito ha veramente bisogno. C’è da dire che non si tratta di una vita semplice e sicuramente non senza ostacoli, con colpi di scena inaspettati e scelte difficili da fare. E’ una lotta contro il convenzionale, contro i propri sentimenti e contro le ingiustizie.
E’ stata una lettura davvero appassionante, scritta magistralmente, con un linguaggio coinvolgente che mi ha portata a provare gli stessi sentimenti dei personaggi del libro. Mi sono sentita arrabbiata, ferita, emozionata, agitata, in attesa, appassionata, demoralizzata, infelice, insicura e si, anche innamorata. Ho attraversato una gamma ampissima di emozioni e con me anche il mio corpo che non si è risparmiato batticuori e fiati sospesi.
Nel corso di questa avventura ho trovato dei brani che mi hanno particolarmente colpita e mi hanno fatto riflettere su quanto nel corso del tempo le cose siano cambiate e di quanto questo libro lo si potesse considerare all’avanguardia all’epoca in cui è stato scritto (1847).
“E’ inutile dire che gli esseri umani dovrebbero essere soddisfatti di un’esistenza tranquilla: essi sono fatti per l’azione e la creeranno se non potranno trovarla. Milioni di persone sono condannate a un destino più monotono del mio e milioni sono in silenziosa rivolta contro la loro condanna. Nessuno sa quante ribellioni, oltre alle ribellioni politiche, fermentano nelle masse vive che popolano la terra. In genere si suppone che le donne siano molto calme; ma le donne hanno gli stessi sentimenti degli uomini: hanno bisogno di esercitare le loro facoltà e di una palestra per i loro sforzi, al pari dei loro fratelli; soffrono per una costrizione troppo rigida, per un troppo completo ristagno esattamente come soffrirebbero gli uomini; ed è segno di ristrettezza mentale sostenere che queste creature privilegiate dovrebbero limitarsi a infornar sformati, far la calza, suonar il piano e ricamar borsette. E’ stupido condannarle e prendersi gioco di loro se cercano di fare e imparare più di quanto il costume abbia imposto alla loro condizione.”

Ho percepito la protagonista come un eroina, nonostante la sua vita sia alquanto normale e semplice, ma la sua passionalità, il suo modo di vivere le emozioni e le situazioni in cui si trova, la forza di fare delle scelte che sarebbe molto più semplice non compiere mi hanno fatto davvero vedere Jane Eyre come un meraviglioso esempio di donna. Non si tratta di mero femminismo, ma di una ricerca di equilibro e di equità che molte volte, anche ai tempi nostri, vengono dimenticati. E’ la volontà di esser rispettati dagli altri e di potersi a propria volta rispettare anche se questo implica delle rinunce delle volte troppo grandi.
In conclusione ho trovato questo libro molto ispirato, scorrevole e piacevole alla lettura, con delle ambientazioni ricche e quasi magiche, descritte in maniera attenta che permette all’immaginazione di ricrearle e vivere al suo interno quello che succede. Ho sentito la pioggia bagnare il mio viso che ha conosciuto anche la carezza del vento e il tepore del sole, ho percepito il calore del fuoco del camino e la morsa del gelo, la comodità di un bel letto e l’abbraccio della natura stando sdraiata tra le eriche.

 

Silvia Deriu

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