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Il tema del diverso e la ricerca delle proprie origini nel libro ”Demetrio dai capelli verdi”

La prima cosa che salta agli occhi guardando un libro è di solito la sua copertina ed il titolo. “Demetrio dai capelli verdi” è il titolo di questo romanzo scritto da Marco Mazzanti, un giovane autore emergente. La sua copertina mostra l’immagine di lunghi alberi, come potrebbe essere la vita di ognuno di noi, ed un giovane volto su uno sfondo verde, come il colore della speranza di chi ha tutta la vita dinanzi a sé e non dietro di sé...

Pubblichiamo la recensione di Rosanna Lanzillotti per la lucida analisi che fa del protagonista e dei personaggi narrati nell’opera di Marco Mazzanti

 

La prima cosa che salta agli occhi guardando un libro è di solito la sua copertina ed il titolo. “Demetrio dai capelli verdi” è il titolo di questo romanzo scritto da Marco Mazzanti, un giovane autore emergente. La sua copertina mostra l’immagine di lunghi alberi, come potrebbe essere la vita di ognuno di noi, ed un giovane volto su uno sfondo verde, come il colore della speranza di chi ha tutta la vita dinanzi a sé e non dietro di sé. La prima cosa che ho pensato osservando tutto ciò è che si trattasse di una storia a sfondo ecologico. Forse Demetrio era il nome di un albero che come tutti gli altri avesse le foglie verdi e talmente folte da sembrare la capigliatura di un essere umano e non una parte dell’albero. Invece no! Demetrio è un giovane dai capelli verdi ed il corpo ricoperto di lentiggini colorate. Le sue sembianze fisiche gli donano l’aspetto della particolarità tanto da divenire il modello d’arte di un pittore di nome Joan Marcel capace di apprezzare la sua diversità.

Joan Marcel interpreta agli occhi del lettore non solo colui che rende il protagonista un esempio di bellezza diversamente umana, ma anche l’espressione artistica dell’amore terreno, del desiderio. E’ anche alla luce di questa prospettiva letteraria che quest’opera rivela la sua particolarità affrontando senza remore un tema quanto mai attuale ai nostri giorni: il diverso. Marco Mazzanti crea attraverso la sua narrazione un viaggio alla ricerca di sé stesso e delle proprie origini nell’intrinseca “foresta” della vita dove quesiti come: chi siamo, da dove veniamo, si affermano come la instancabile eco di tutta la storia e le domande che ogni essere umano nel corso del suo cammino esistenziale si pone.

 

Il protagonista, Demetrio, non è solo la particolare immagine riflessa di molti giovani alla ricerca di una propria identità, di un’origine perduta che se scoperta riusciranno a rendere propria, ma soprattutto colui che nel suo aspetto verde e lentigginoso, così appariscente, pone accenti forti sulle origini dell’uomo e dell’anima che si rivela in lui stesso. Oggi sperare di leggere un libro dove il racconto e la forma sintattica si uniscono in un solo volo d´ali sembra essere quasi il rincorrere di un sogno irrealizzabile. L’autore riesce in questa impresa assai complessa unendo non solo la scorrevolezza di un linguaggio antico ad uno contemporaneo, ma anche la bellezza di una descrizione artistica attraverso personaggi femminili e non che colmano la narrazione linguistica di un insolito affascinante desiderio di consumare la lettura come si gusta l’amore, con il desiderio di chi non può attendere.

La struttura di questa sua opera narrativa fantasy riconduce il lettore in un tempo lontano e particolarmente ricco di emozioni tipicamente umane e inaspettatamente fantastiche. La presenza di personaggi molto diversi tra loro e sorprendentemente necessari l’uno all’altro dona all’intera opera una sua completezza che non limita la fine del racconto ad una scontata conclusione, bensì lo introduce in un ritorno alle origini. Una vittoria della verità e della parola sul silenzio che la presenza di figure femminili come ad esempio la misteriosa e materna suora, e di personaggi maschili quanto mai ben definiti, rendono possibile. Ogni personaggio custodisce un suo passato e un suo presente in grado anche di unire il sacro con il profano, l’uguale con il diverso. In fondo però cos’è il diverso? … e l’uguale?

 

16 dicembre 2012

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