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”Essere Melvin”, quando la mente si scontra con le emozioni

''Essere Melvin'' è il racconto di un percorso di vita, la biografia dell''autore che ha coraggiosamente messo a nudo un suo disagio sfociato in una malattia che sarebbe semplice definire "pazzia"...

Essere Melvin” di Vittorio De Agrò è il racconto di un percorso di vita, la biografia dell”autore che ha coraggiosamente messo a nudo un suo disagio sfociato in una malattia che sarebbe semplice definire “pazzia”, mentre è più difficile cercare di comprendere come spesso si tratti del sintomo di una sensibilità diversa, di un modo d”essere che si scontra con la realtà che ci circonda, di una lotta tra cuore e mente alla ricerca del proprio equilibrio. La storia di un uomo che ha saputo riconoscere gli errori fatti, raccogliere i cocci della sua vita e decidere di guarire, ammettendo di aver bisogno di aiuto senza lasciarsi vincere dal subdolo orgoglio e dai pregiudizi sociali, utilizzando la sua esperienza per cambiare rotta e migliorarsi. Attraverso una scrittura fluida, semplice, diretta e coinvolgente, curata e con una terminologia che la rende per certi versi elegante, l”autore trasmette sensazioni, emozioni, avvenimenti a volte difficili da assorbire ed accettare ma che non possono lasciare indifferenti. Nulla viene celato od omesso, il disagio di Melvin viene narrato attraverso attraverso il percorso di terapia intrapreso assieme a un professionista. Le persone che hanno fatto o fanno parte della vita del protagonista vengono tutte raccontate in maniera approfondita, così per come vengono “percepite” dallo stesso Melvin.

L”autore usa dare dei soprannomi a tutti i personaggi e in questo modo li caratterizza perfettamente e al contempo riesce a trasmettere la sensazione di una vita in continuo bilico tra realtà e finzione. Lo stile narrativo crea una sorta di “diario” in cui l”unico punto di riferimento è quello temporale scandito dalle date ad inizio capitolo: non c”è spazio per dialoghi o interruzioni, ci sono solo i capoversi a separare le parti narrate da Melvin e gli interventi dello “Splendente”. Melvin parla al suo terapeuta, ma allo stesso tempo parla direttamente al lettore, lo trascina nel suo mondo trasmettendogli tutta l”angoscia che i ricordi e i rimpianti gli fanno provare, tutto il coraggio e la forza che gli servono per superare i momenti più bui della sua malattia. La prima parte della vita di Melvin è caratterizzata da elementi nei quali molti si possono ritrovare: genitori che con i loro comportamenti e giudizi inconsapevolmente creano forti disagi relazionali ai figli, difficoltà adolescenziali e relazionali, il web che crea dipendenza e una sorta di realtà parallela.

L”autore riesce a coinvolgere il lettore suscitandone una sorta di empatia, in un susseguirsi di avvenimenti e incontri. Poi nella seconda parte la mente prende il sopravvento e la malattia arriva al suo culmine. E” da questo momento che continuare la lettura diventa una sfida, il lettore deve andare oltre le proprie emozioni, le proprie paure e i pregiudizi per proseguire e assistere al percorso di guarigione intrapreso da Melvin, ma vi assicuro che ne vale la pena! Ho ammirato molto il coraggio dell”autore di parlare di questo tema e consiglio anche a chi pensa non sia nelle sue corde di dare un”opportunità a questo libro perché, oltre a raccontare una vita intensa e piena sia in positivo che in negativo, un percorso di guarigione pieno di ostacoli ma anche di forza di volontà, riesce ad accompagnare il lettore in una sorta di piccola analisi su sé stesso. Un testo in cui mente ed emozioni si intrecciano e si scontrano alla ricerca di un equilibrio.

 

Deborah Giorgi

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