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”Don Giovanni in Sicilia” di Vitaliano Brancati, l’analisi di uno stereotipo presente nella nostra società

Nel romanzo ''Don Giovanni in Sicilia'' di Brancati si snoda la vera identità del personaggio principale , Giovanni Percolla, ma il termine di ''Don Giovanni'' non si esplicita mai...

Nel romanzo ”Don Giovanni in Sicilia” di Brancati si snoda la vera identità del personaggio principale, Giovanni Percolla, ma il termine di ”Don Giovanni” non si esplicita mai, si mette in evidenza l’analisi del tipico maschio siciliano che vuole fare ”il gallo tra le galline”, stereotipo molto frequente ancora oggi nella nostra società, per me sinceramente molto sorpassato e scontato e direi pure ridicolo, riflettiamo su alcuni termini.

GALLISMO: E’ uno stereotipo culturale, declinato nell’opera in chiave ironica e grottesca. Si tratta della tipica esuberanza del maschio siciliano, che si realizza in termini di una sessualità morbosa: il Gallo ama pensare e discorrere sulla Donna (non particolare, ma idea donna in sé) à Tale sessualità, quindi, non si esterna a fatti, ma solamente a parole/sguardi, dando vita ad un dongiovannismo verbale/gallismo di plastica, privo di azioni ardite. Dietro all’esuberanza dei Galli, come dietro agli ideali fascisti, si nasconde un vuoto morale: essi sono pigri, inattivi, inetti Accanto al cosiddetto Gallismo Fanfarone, che, come abbiamo visto, è strettamente legato al tema politico, Brancati rappresenta anche un Gallismo Stilnovistico, tipico degli innamorati platonici, che considerano la Donna come un’entità angelica/salvifica (à costituisce una fase dell’evoluzione di Giovanni)

SGUARDO: ad esso è conferita un’importanza ingigantita à sessualità tipica del Gallo siciliano non si esterna a fatti, ma a parole/Sguardi. (à La personalità di Giovanni è trasformata da un semplice sguardo di Ninetta, che uccide il suo vecchio io per farne nascere uno nuovo e migliore) Sciascia ha riflettuto molto sul dongiovannismo presente nel romanzo, identificandolo come dongiovannismo meramente verbale: la sessualità morbosa dei galli siciliani si realizza solo a parole/sguardi; manca l’azione ardita/pratica della conquista tipica della figura originaria di Don Giovanni. à Per questo, assistiamo a una degradazione dell’amore, causata dalla passività del maschio siciliano, che sembra prediligere il ricordo/fantasticherie all’azione (teoria leopardiana dei piaceri).

GIOVANNI PERCOLLA: All’inizio della vicenda, lo troviamo immerso nell’universo del Gallismo siciliano. Dietro la sua esuberanza, però, si nasconde la pigrizia, la passività, l’inettitudine: egli preferisce vivere di immaginazioni, piuttosto che nella vita reale. Suoi costumi, anche sul piano sessuale, si evolvono. Quasi magicamente, Giovanni sembra evolvere dal suo stato di inetto: lo sguardo della sua innamorata, Ninetta, uccide la sua vecchia personalità, per far risorgere un nuovo io, con il fanfarone che si trasforma in gallo stilnovista, e cerca di adeguarsi all’immagine di uomo che Ninetta deve aver visto in lui.

Conquistato l’oggetto del suo amore, e trasferitosi a Milano, l’evoluzione di Giovanni prosegue: egli funge da reagente nella rappresentazione di due diverse Italie/modi di vivere. Egli diventa attivo sul piano fisico, ma a livello del piacere, i suoi sensi si assopiscono (metafore bue). Inizia a provare una strana inquietudine, che non è semplice gelosia nei confronti di Ninetta. Si tratta quasi di invidia per chi può guardarla con occhi pieni di desiderio: Giovanni, avendo ormai conquistato l’oggetto del suo desiderio, ha perso la magia dello sguardo, il piacere di discorrere sulla Donna seguendo la Teoria Leopardiana del piacere, secondo cui il piacere non può mai essere presente, ma può essere ricordo di piacere passato, o attesa di un futuro. per questo gli inetti galli siciliani preferiscono fantasticare/ricordare, che vivere storia d’amore. Tale evoluzione negli atteggiamenti di Giovanni è solo apparente: ritornando in Sicilia, egli si immerge all’istante nel vecchio io e nelle antiche abitudini, mostrando di essere un passivo cronico, la cui evoluzione era dipesa non dalla sua volontà, ma dagli eventi da cui si è fatto trascinare (no tutto tondo). La modernità, portata dalla vita milanese, viene sconfitta.

Luana Lo Presti

18 settembre 2014

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