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Quanto e come mangiare per vivere di più e meglio, la “ricetta” in un libro

La giornalista Eliana Liotta è l'autrice del libro "La Dieta Smartfood". L'abbiamo intervistata per illustrarci in cosa consiste tale dieta

MILANO – Un metodo in due fasi per cambiare senza sacrifici le abitudini a tavola. I risultati? Si combattono i chili di troppo e si prevengono cancro, patologie cardiovascolari, metaboliche e neurodegenerative. E’ questa la Dieta Smartfood,  la prima dieta italiana certificata da un marchio scientifico: è approvata da un grande centro clinico e di ricerca milanese, lo IEO, Istituto Europeo di Oncologia. Nasce dalla collaborazione tra la giornalista Eliana Liotta, il direttore della ricerca dello IEO Pier Giuseppe Pelicci e la nutrizionista Lucilla Titta, coordinatrice del progetto SmartFood in seno all’Istituto. La giornalista Eliana Liotta è anche autrice dell’omonimo libro “La Dieta Smartfood“. L’abbiamo intervistata per illustrarci in cosa consiste tale dieta.

 

Che cos’è la Dieta Smartfood?
Smartfood è la prima dieta italiana certificata da un marchio scientifico: è approvata dallo Ieo, l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. È una dieta per il benessere, un aiuto per combattere il sovrappeso e tenere lontani cancro, patologie cardiovascolari e neurodegenerative. Attinge a una disciplina nuovissima, la nutrigenomica, che si occupa dell’interazione tra cibo e Dna, il nostro patrimonio ereditario. Pioniere di questi studi all’avanguardia è l’altro coautore, Pier Giuseppe Pelicci, direttore della ricerca allo Ieo. A firmare il libro è anche Lucilla Titta, che con il suo team SmartFood ha analizzato e selezionato le migliaia e migliaia di ricerche scientifiche su cui poggia la Dieta.

 

In che cosa consiste?

È una Dieta in due fasi, Start e Smart, per arrivare a un’alimentazione salutare senza sacrifici. Non ci sono divieti assoluti, ma consigli che ciascuno potrà modellare sui propri stili di vita. È facile da seguire perché intuitiva: sulla base delle indicazioni dell’Harvard Medical School di Boston, proponiamo un pasto che sia composto per metà da verdura e frutta (più verdura che frutta), per un quarto da cereali (quindi, riso, pasta o pane, meglio se integrali) e per un quarto da proteine (almeno tre volte alla settimana legumi, poi pesce, uova, formaggi magri e carne per chi non sia vegetariano). I protagonisti da non farsi mancare sono 30 Smartfood, cui è dedicata la prima parte del libro.

 

Quali caratteristiche hanno gli alimenti smart?
Gli Smartfood sono 30 cibi intelligenti, nel senso che la loro azione sul nostro corpo è straordinaria: potrebbero farci vivere di più e meglio. Si è scoperto che alcuni alimenti del mondo vegetale si comportano come farmaci, farmaci naturali. E il cuore della Dieta sono proprio questi super cibi. Che saziano, contrastano l’accumulo di grasso, allontanano le malattie e, potenzialmente, allungano la vita. Sono alimenti comuni, di facile reperibilità.

 

Quali sono i principali?

I 20 Longevity Smartfood contengono molecole che hanno dimostrato di imbavagliare i geni dell’invecchiamento, come Tor o p66, e di attivare i geni della longevità, come Sirt. Per citarne qualcuno: arance rosse e asparagi, ciliegie e cipolle, fragole e lattuga. C’è perfino il cioccolato, purché sia fondente almeno al 70%: ne consigliamo uno-due quadratini al giorno. Poi ci sono i 10 Protective Smartfood, ossia cibi e categorie di cibi che proteggono l’organismo: dai semi di lino alle verdure, dalle noci ai legumi.

 

Quali sono le novità e le differenze rispetto ad altre diete, anche oggetto di pubblicazioni, come ad esempio la Dukan?

Smartfood è una cultura, l’invito a una consapevolezza alimentare che poggi non su ideologie o concezioni del mondo ma sui risultati delle ricerche più attendibili. Si parla di dieta recuperando l’etimologia della parola, dìaita, che secondo gli antichi greci era il modo di vivere migliore per mantenersi in buona salute. Non è una trovata fantasiosa, come la Dieta del gruppo sanguigno o la Paleodieta. Non impone regimi che escludono categorie di alimenti per tagliare chili alla svelta senza curarsi delle conseguenze, come la Dukan. Non obbliga a pesare gli alimenti o a fare un determinato numero di pasti al giorno. Tutti i consigli sono documentati da studi scientifici solidi e poi ciascuno li modella sulle proprie preferenze: non a caso abbiamo definito la Dieta Smartfood un inno alla libertà. L’altra novità è l’aver spalancato una porta d’ingresso sulla nutrigenomica, sul rapporto tra quel che mangiamo e il nostro Dna.

 

Lei è anche giornalista di Sette e Io donna, i settimanali del Corriere della Sera. L’attenzione e l’approccio nei confronti di diete ed espedienti legati alla cura della persona è cambiato nel tempo? In che modo?

Ormai si è capito che l’alimentazione può incidere sul nostro stato di salute. Ci sono ancora strascichi degli anni Ottanta, quando ci si basava solo sul computo calorico degli alimenti per dimagrire. E circolano troppi falsi miti, amplificati da diete commerciali che demonizzano di volta in volta frutta o pasta, carote o latte. Però si fa largo sempre più la consapevolezza che il cibo può essere un alleato del benessere e che è necessario informarsi sulla qualità e le caratteristiche nutritive di quello che si mangia.

 

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