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Le principali paure che devono affrontare le giovani donne di oggi

A raccontarle la scrittrice Chiara Parenti, autrice del libro “Per lanciarsi dalle stelle”, una storia sul coraggio di guardare oltre la paura per toccare le stelle

MILANO – Scrivere per capire da dove nascono le paure con cui si convive da sempre e per fare pace con tutte le proprie debolezze. Così nasce l’ultimo libro di chiara Parenti “Per lanciarsi dalle stelle”, un nuovo romanzo che ci insegna a guardare dentro noi stessi. Una storia sull’importanza di assaporare ogni attimo, di non perdere le occasioni della vita. Una storia sull’amicizia che quando è sincera scava dentro anche se fa male. Una storia sul coraggio di guardare oltre la paura per toccare le stelle.


Come nasce “Per lanciarsi dalle stelle”?

La paura è stata una costante della mia vita. Fin da piccola ho sempre avuto paura di tutto: dei ragni, del buio, dell’altezza, di dire quello che pensavo, di quello che pensavano gli altri, di sbagliare, di non riuscire a realizzare i miei sogni, di riuscire a realizzare i miei sogni.

È stato facile quindi descrivere le sensazioni di Sole, perché sono quelle che vivo io da sempre. Come dimenticare il mal di pancia che mi prendeva ogni domenica sera in attesa del lunedì, quando ricominciava la scuola e io dovevo lasciare il confortante calore di casa per ributtarmi nel mondo là fuori?! Anche se poi non sono ancora del tutto sicura che i miei compagni si siano mai accorti che ero in classe con loro.

L’ultimo periodo però, con la nascita di mio figlio e la pubblicazione del primo romanzo, credo sia stato il più terrificante della mia vita, persino più del liceo (e ho detto tutto). Mi sono trovata ad affrontare un sacco di paure nuove, da quella di non saper fare la mamma a quella che il mio romanzo non piacesse ai lettori. Inaspettatamente allora, più che segnare una tappa fondamentale nel mio percorso di autrice, il mio esordio in libreria si è rivelato soprattutto un grande stimolo a crescere come persona. Per la prima volta, ho dovuto sforzarmi di vincere la timidezza e parlare in pubblico (anche se specie nelle prime presentazioni le mie non erano proprio frasi compiute, ma balbettii indistinti), ho dovuto prendere un aereo da sola, quando la cosa più temeraria che avessi mai fatto prima di allora era salire sull’autoscontro al luna-park. Nell’ultimo anno ho preso treni, taxi, autobus cercando di non fare confusione e ritrovarmi sola e raminga chissà dove. Ma soprattutto ho dovuto trovare il coraggio di separarmi dal mio bimbo per la prima volta e lasciarlo a casa.

Quindi, ecco dove nasce la storia di Sole: dalla parte più vera e autentica di me. Scriverla mi è stato utile per capire da dove nascono le paure con cui convivo da sempre e per fare pace (più o meno) con tutte le mie debolezze.

 

Quante c’è di autobiografico nel personaggio di Sole?

Moltissimo, come si evince dalla risposta precedente. Non ho una migliore amica come Stella che mi sprona a vincere tutte le mie paure e vivere a pieno, ma ho un bimbo di poco più di due anni che ogni giorno mi costringe a guardarmi dentro e a fare i conti con le paure che mi abitano. Diego mi mette costantemente di fronte a una nuova prova, costringendomi a spingere i miei limiti sempre un po’ più in là. È lui la mia più grande fonte di paura, ma anche la mia più profonda e inaspettata riserva di coraggio.

 

Quali sono le principali paure che affrontano le giovani donne di oggi?

Le lettrici, che sono per lo più mie coetanee, mi scrivono che si ritrovano perfettamente nella storia di Sole. Qualcuna ha persino pensato all’hashtag  #Solesonoio perché tutte abbiamo paure più o meno grandi che ci frenano. C’è la paura di non trovare il lavoro o di mollare un lavoro che non ci soddisfa; la paura di dichiararsi al ragazzo che ci piace o di lasciare il ragazzo con cui stiamo perché non siamo più innamorate;  la paura di non riuscire a diventare mamma e la paura di non essere una brava mamma; la paura di cambiare casa, vita e lavoro, e la paura di non cambiare mai niente. La paura di non realizzare i nostri sogni, ma anche la paura di realizzare i nostri sogni.

 

Come è possibile affrontarle?

Grazie alla storia di Sole e alla mia esperienza personale, ho capito che la paura si supera solo passandoci attraverso. Più cose facciamo e più troviamo la forza per farne altre. Sono poche le cose che abbiamo davvero ragione di temere.

Fuggire dalla paura non fa che amplificarla. Bisogna invece guardarla in profondità: prendendone consapevolezza, ammettere che c’è. Il fatto di conoscerle, rende le nostre paure meno spaventose e più controllabili. Se impariamo ad avvertire come si manifestano, ci accorgiamo di come e quando provano a prendere il sopravvento cercando di soggiogare la nostra mente.

Quello che dobbiamo fare è cercare di provare a uscire dalla nostra comfort zone cercando di correre un piccolo rischio. E per rischio non intendo fare qualcosa che ci metta in pericolo, ma qualcosa che ci costi una qualche fatica emotiva, qualcosa che, per paura, appunto, eviteremmo di fare, pur desiderando farlo, perché magari ci porterebbe di un passo più vicino alla realizzazione di un nostro sogno.

 

Nell’affrontare le proprie insicurezze, quanto può aiutare il supporto esterno, e quanto invece dipende esclusivamente da se stessi?

La storia di Sole insegna che se la paura è contagiosa, anche il coraggio lo è. Per cui ben vengano esempi di coraggio vicino a noi e persone che sono in grado di spronarci ad affrontare le proprie insicurezze come Stella fa con Sole. Il lavoro duro però, alla fine, resta sempre e solo il nostro.

Come dice Sole: “Per un attimo dimentico Stella, Massimo, Samuele, Samantha e tutti gli altri che mi sono stati vicino in questo viaggio, perché loro mi hanno accompagnato, ma erano mie le gambe che si muovevano nonostante vacillassero per la paura, mie le mani che abbattevano il muro della vergogna nonostante un tremore paralizzante, era mio il cuore, quello che ce l’ha messa davvero tutta, che ha scandito il ritmo pulsando a ogni battito un coraggio disperato, quello che oggi mi fa dire, anzi gridare: «Sono viva».

È vero siamo polvere di stelle.

Ma questa polvere non viene dal cielo ma da noi stessi. È fatta di coraggio, forza e determinazione: ce l’abbiamo dentro e può farci arrivare in cima al mondo.”

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