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Poirot e Miss Marple, chi sono i protagonisti di Agatha Christie

Due ritratti dei due personaggi più iconici e indimenticabili della regina del giallo Agatha Christie: Hercule Poirot e Miss Marple

MILANO – Agatha Christie (15 settembre 1890-12 gennaio 1976) ha scritto moltissimi romanzi e opere teatrali, ma nell’immaginario collettivo due sono i personaggi che l’hanno resa nota a tutti: Hercule Poirot e Miss Marple. Due volti del personaggio-investigatore che hanno fatto scuola nel mondo del romanzo giallo. Vi proponiamo due ritratti delle due icone del giallo.

Hercule Poirot

Il personaggio di Hercule Poirot, noto in Italia con il nome di Ercole Poirot, è l’investigatore di origini belga che anima 33 romanzi e 54 racconti di Agatha Christie. Appare per la prima volta nel 1920 nel romanzo Poirot a Styles Count che riscuote subito un gran successo.
Sul passato di Poirot si sa poco: anche se molti lo spacciano per francese facendolo irritare, nasce a Spa, in Belgio e nel 1914 si trasferisce in Inghilterra come profugo di guerra, dove svolge l’attività di ispettore di polizia.
Non alto, dall’aspetto grassoccio, avanti con l’età, con la bocca incorniciata da quelli che sono diventati dei baffi iconici, Poirot è oltremodo preciso e dotato di una logica ferrea, che lo accompagna nella risoluzione dei casi più intricati.

Poirot era un ometto dall’aspetto straordinario. Era alto un metro e sessantacinque, ma aveva un portamento molto eretto e dignitoso. La testa era a forma di uovo, costantementeinclinata da un lato. Le labbra erano ornate da un paio di baffi rigidi, alla militare. Il suo abbigliamento era inappuntabile.
(da Poirot a Styles Count)

Insomma un tipo tutto metodo e ordine, affezionato al concetto di simmetria e di armonia, come viene descritto sempre in Poirot a Styles Count:

“…doveva essere molto ordinato e meticoloso. Un omino preciso con la mania dell’ordine, della simmetria e una netta propensione per le forme quadrate piuttosto che per quelle rotonde. E poi molto intelligente, con il cervello pieno di cellule grigie…”.

Hercule Poirot ricorda molto un personaggio shakespeariano, anche per l’essere un narciso, molto vanitoso e amante dei complimenti, in particolare femminili.
Trascorre il periodo tra le due guerre mondiali viaggiando in Europa e Medio Oriente per indagare e risolvere casi, come per esempio il celebre caso L’assassinio sull’Orient Express.
Non ha molti legami, ma anzi è un tipo solitario: può contare su pochi fedeli amici, tra cui il capitano Hastings, suo fedele collaboratore (come Sherlock Holmes e John H. Watson), di cui la Christie si imbarazza presto perché molto ingenuo.
Agatha Christie, ormai stanca del personaggio, decide di farlo morire in Sipario, L’ultimo caso di Poirot, in cui Poirot viene preso da un infarto, dopo aver ucciso accidentalmente l’assassinio del caso: il senso di colpa lo porta alla morta. Curioso è il fatto che la morte di Hercule Poirot sia l’unica morte di un personaggio fittizio pubblicata nella pagina dei necrologi del The New York Times.

Miss Marple

Al contrario di Hercule Poirot, Agatha Christie ama Miss Marple, personaggio ispirato alla vecchia zia dell’autrice.
Miss Jane Marple è una simpatica vecchietta nubile dai capelli bianchi e gli occhi azzurri, spesso vestita con guanti di pizzo nero e con una cuffietta sempre di pizzo; la sua prima apparizione avviene nel 1930 in La morte del villaggio. Appassionata di birdwatching, ama filare la lana, cucinare dolci, bere tè con le amiche e praticare giardinaggio nel suo giardino. Insomma la persona più lontana dallo stereotipo del classico investigatore, a cui invece si avvicina di più Poirot.

«Un vestito di broccato nero, molto schiacciato intorno alla vita. Un pizzo Mechlin era posto a fiocco sulla parte anteriore del corpetto. Indossava guanti di pizzo nero e una cuffia di pizzo nero sormontato da masse ammucchiate di capelli di color neve. Stava lavorando a maglia – qualcosa di bianco, morbido e lanoso. Aveva occhi azzurri benigni e gentili, osservò il nipote e gli ospiti di sua nipote con dolce piacere.»

Ma attenzione! È proprio dal suo giardino che Miss Marple può svolgere la sua attività preferita: osservare la natura umana, di cui è grandemente esperta. Il suo campionario umano è quello di St. Mary Mead, un paesino inglese, teatro dei casi che la simpatica vecchietta risolve, collaborando con la polizia.

«vivendo così soli, in una parte del mondo quasi remota, è necessario avere un passatempo. Ci si può occupare naturalmente dei lavori a maglia, delle ragazze esploratrici, delle opere di beneficenza, come ci si può divertire a dipingere dei bozzetti, ma il mio passatempo è sempre stato La Natura Umana. Così varia e così affascinante! E naturalmente in un piccolo villaggio, senza altre distrazioni, non manca il modo di approfondire questo studio. Si finisce per classificare le persone proprio come se fossero uccelli, fiori, gruppo così e così, genere tale, specie talaltra. Qualche volta capita di sbagliare, naturalmente, ma col passare del tempo gli errori sono meno frequenti. E poi si fanno le riprove…»
(da La morte del villaggio)

Furba, ironica, appassionata di gossip, Miss Marple è molto diversa da Hercule Poirot, motivo per cui Agatha Christie non li fece mai incontrare: l’egocentrismo di Poirot avrebbe contrastato troppo con la mitezza di Miss Marple.

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