L’Europa, patria di civilizzazione, deve riprendere a parlare e a stupire il mondo. L’occasione che porta Pierluigi Bersani a Pordenonelegge per parlare di temi di stretta attualità sociale è il suo libro “Chiedimi chi erano i Beatles, i giovani, la politica, la storia“, edito da Rizzoli. E’ un invito alle giovani generazioni che nasce da un viaggio lungo tutta l’Italia e dalle conversazioni avute, spesso davanti a una birra, con studenti, giovani militanti e attivisti.
E in queste pagine l’ex segretario del Partito democratico, oggi semplice iscritto, si rende disponibile per “continuare quel dialogo mettendoci un po’ di radici, un po’ di memoria e qualche approssimativa rima storica che possa essere utile a dare maggior consapevolezza del presente.”
Partendo dalla Storia, infatti, Bersani racconta le scansioni e i momenti chiave della vicenda italiana ed europea, per capire quale è il senso (e il metodo) della buona politica, quale il peso del lavoro, inteso come soggetto, nell’evoluzione delle nostre democrazie; quale atteggiamento tenere verso il nuovo tecno-capitalismo e le derive della globalizzazione.
Il lavoro: punto di partenza per il salto d’epoca
Non è un libro di ricordi, ma un libro che fa memoria e si presenta come occasione per dipanare il tema di un futuro o di futuri possibili con una serie di provocazioni soprattutto relative al mondo del lavoro. “Il lavoro – dice Bersani – è il punto di osservazione più utile per reggere il salto d’ epoca.
Lo diceva anche Marx: quando c’ è un salto tecnologico vengono meno le gerarchie sociali e si assiste a una frammentazione sia in senso verticale (oggi passiamo da aziende fondate sull’Intelligenza artificiale a quelle improntate ancora a uno schema schiavistico) che orizzontale con la moltiplicazione parossistica di tipologie di contratto.” “Lo dimostrano – continua ancora l’ex segretario Pd- le parole di Papa Francesco quando ha individuato nella società odierna uno scisma tra individuale e collettivo.”
In Italia questa disarticolazione ha avuto un peso maggiore per la mancanza di una borghesia con un codice. “Il soggetto lavoro – spiega Bersani- é stato sostitutivo di questa mancanza e a saldare la Costituzione ci sono stati i diritti sociali.” Ma come facciamo oggi a ricostruire la soggettività del lavoro? Bersani è pragmatico: “Ci vuole una piattaforma fatta di cose precise dal disboscamento radicale della precarietà alla parità salariale uomo donna fino al salario minimo garantito e alla sicurezza sul lavoro.” L’Italia ha un dono unico perché è l’unico paese in grado di trasformare le materie prime che non ha, ma oggi ci troviamo di fronte a una crisi estesa e profonda.
Pierluigi Bersani e la riscoperta del ruolo dell’Europa
“I problemi – dice Bersani – non vanno nascosti, ma pronunciati per essere fronteggiati e risolti e non ammazzati con la propaganda.” Le criticità sono molte ma il calo demografico, secondo l’ex segretario Pd, è quella più drammatica ed incisiva. La soluzione che molti prospettano di fronte alle previsioni apocalittiche soprattutto in Italia è una gestione più accorta dei flussi migratori.
“Il nostro – spiega Bersani – è un meccanismo molecolare, non il melting pot americano o l’ integralismo alla francese, ma una realtà fatta di piccoli paesi in cui il parroco e il sindaco conoscono tutti. Bisogna – e qui Bersani fa sfoggio delle sue celebri metafore – rompere la noce ed iniziare con lo ius soli.”
Nelle rime della storia sono stati i salti tecnologici a dare la scossa: a fine Ottocento il cambio di paradigma dettato dalla tecnologia con l’ energia elettrica ha portato a una prima fase ottimistica con il Positivismo e la belle epoque e poi c’è stata la crisi di inizio secolo. Oggi vale ancora questo paradigma. A una prima fase di euforia degli anni ’90 non è seguito il miglioramento delle condizioni del genere umano: “La parola progresso – spiega Bersani – richiama appunto ambiguità.”
Ma in questo clima incerto e difficile di cui nessuno sa prevedere le conseguenze c’è una speranza: un’alleanza autenticamente liberale ed umanistica legata alla sensibilità religiosa. E soprattutto riscoprire il ruolo dell’Europa: “C’è urgenza del dialogo – conclude Bersani – in tutti i contesti: la vocazione europea è quella che ha portato alla nascita della Ceca e da lì, passo passo, all’Unione Europea. Abbiamo il know how e sappiamo come fare; il filo rosso del libro è la speranza che l’Europa, patria di civilizzazione, riprenda a parlare e a stupire il mondo.”