Immergersi nella lettura di un libro senza sapere dove potranno condurti le pagine. E iniziare a viaggiare, lungo sentieri di sbigottimento e vigore, partecipando alla vicenda umana di un protagonista che diventa, in un modo o nellโaltro, un amico. Con la sua stranezza e le sue depravazioni maldestre di figlio di buona famiglia. Fino alla deflagrazione.
Eโ quello che รจ accaduto a me leggendo Percoco, un romanzo intenso e coinvolgente, che si รจ rivelato un crescendo emozionale palpabile, fino a diventare un pugno nello stomaco, che non scorderรฒ piรน.
Mi sono innamorata di questi sputi dโinchiostro sulla carta vergine, che disegnano magistralmente un uomo imperfetto e vero, che spende i soldi nei bordelli, studia e barcolla, sbaglia e tenta di rialzarsi ogni volta, lottando contro i suoi fallimenti e i suoi mal di testa, fino a quel giorno. Il giorno della follia. La lacerazione dellโimene dellโincallito cercatore di storie da leggere di notte. E ti chiedi quanto ci sia di umano, quanto di infernale. Intanto, ti convinci che questo sia un gran bel libro.
Non sapevo nulla della storia di Franco Percoco, prima di leggere il libro di Marcello Introna. Un libro pubblicato nel 2012 da Il Grillo editore , poi nel marzo 2016 da Mondadori. Non sapevo che a Bari si dicesse: โE cci sรฌ Frร nghe Percoco?โ , come un marchio, una condanna, una beffa, per descrivere un โatteggiamento efferato e segni di squilibrioโ. Non sapevo cosa avesse fatto questโuomo, nรฉ me ne sono interessata, volutamente, prima di cominciare la lettura del romanzo. E cosรฌ รจ stato tutta una sorpresa, una rivelazione sconcertante di quanto la pazzia viva una vita clandestina in ognuno di noi, snodandosi parallela alle nostre esistenze rassicuranti.
Eโ un libro che mi ha insegnato a partecipare al dolore anche quando non se ne comprendono le radici oscure. Un libro che indaga su quanto di bestiale e dannatamente umano ci possa essere dentro un ragazzo qualunque, cresciuto in una famiglia per bene, il cui solo peccato รจ stato quello di desiderare ardentemente unโostentata normalitร che fingesse di non vedere le diversitร , quasi fossero colpe, e voler incollare i sogni dei genitori sulle ali dei figli. Senza riuscire a vedere la pena del volo mancato. E chi resta a terra ruggisce a modo suo, non si scappa.
โRiconosceva come giusti i rimproveri dei suoi genitori, viveva la frustrazione di essere cresciuto e non avere nulla tra le mani che gli potesse garantire, anche se non nellโimmediato, una qualsiasi forma di autosufficienza.โ , scrive Marcello Introna, incalzando: โUna profonda malinconia gli occupava lo stomaco ed era cosรฌ presente ed ingombrante che gli dimezzava ogni respiro, tanto che la fame dโaria era diventata unโaltra sua cara amichetta.โ. Lo sentiamo vicino nella sua imperfezione, nel suo esaurimento che potrebbe assomigliare al magone che ci prende nei momenti neri. Invece no, quello che viene dopo รจ scioccante. Proprio perchรฉ รจ un demone cresciuto nella pancia del ragazzo della porta accanto.
Chi รจ debole e non vuole darlo a vedere, si sente in segreto schiacciato dallโansia di dover dimostrare il valore, iniziando a camminare sulla corda tesa delle utopie che non riescono a diventare realtร , facendo marcire nella melma i sogni a cui si era aggrappato per dare una svolta allโesistenza grigia.
Franco Percoco cercava lโoccasione per dimostrare il suo valore. Ostinatamente ogni volta ci provava. Con la voglia, chissร , di sbattere in faccia alla madre che lo accusava di essere un perdente, lโagognato successo. Una soddisfazione che non si รจ mai tolto, sentendosi tradito, dal destino e anche da se stesso, perchรฉ ogni volta che era pronto a dare il meglio, la memoria lo abbandonava e la voce si bloccava in gola, facendogli fare magre figure, ben al di sotto del suo studio e della sua preparazione, riconosciuta anche dagli amici.
E per quellโoccasione mai arrivata, per quel pezzo di carta rimasto un sogno, per quellโamore diventato un ricordo sfumato, un ventenne รจ diventato un mostro e noi lettori abbiamo deposto ogni certezza.
Restano i ritagli di una vecchia Gazzetta del Mezzogiorno scoperti sulla pagina facebook dellโautore, e una storia che ci ha fatto compagnia per un tratto della nostra esistenza, che forse da domani non starร piรน sul comodino, ma nel nostro cuore,ย di certo, ci rimarrร per sempre.